Pontida, maltrattamenti nella Rsa: sei indagate

L’INDAGINE. Segnalazioni partite dai parenti degli ospiti della «Bramante». Una Oss ai domiciliari, divieto di esercitare per un anno per un’altra operatrice e per due dirigenti. Il gruppo: da parte nostra nessuna tacita tolleranza di illeciti.

Anziani ospiti maltrattati e picchiati nella struttura in cui erano stati affidati per essere accuditi e curati. Con questa pesantissima accusa la Procura di Bergamo ha indagato quattro Operatrici socio-sanitarie e due responsabili della Rsa «Bramante» di Pontida. Alle sei dipendenti le accuse sono state notificate martedì 27 febbraio nel corso di un’operazione messa in atto dai carabinieri della Stazione di Cisano Bergamasco e della Compagnia di Zogno, che si sono presentati in mattinata nella struttura sanitaria. Per la gravità delle sue azioni in particolare, una Oss è stata posta agli arresti domiciliari; altre due sono state denunciate a piede libero.

Il blitz

Il blitz in via Gambirago 571 dove, immersa nella tranquillità e nei boschi, sorge la residenza sanitaria (fa parte del gruppo toscano «La Villa» ed è gestita dal gruppo «Edos»): il tutto è scattato intorno alle 10. Diverse pattuglie dei carabinieri di Cisano Bergamasco, con il supporto del Comando di Zogno, sono state viste inerpicarsi lungo la strada tortuosa che porta alla bella ed elegante struttura. Quindi i militari in gran numero hanno fatto irruzione. Con loro c’erano anche i colleghi del Nas (Nucleo antisofisticazione e sanità) di Brescia. Per diverse ore uomini e donne in divisa hanno eseguito controlli e accertamenti, ascoltato i presenti tra l’incredulità di alcuni visitatori e dipendenti stessi. Parallelamente i Nas hanno effettuato ulteriori accertamenti, come rientra nelle loro competenze, sul fronte della somministrazione dei pasti, dei medicinali e dell’igiene. Poi nel primo pomeriggio ha iniziato a diffondersi la notizia secondo cui ben sei dipendenti, quattro Operatrici socio-sanitarie, la responsabile della struttura e la direttrice area, sarebbero finite sotto inchiesta per maltrattamenti.

Indagini partite un anno fa

Le indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore Fabio Magnolo, sono iniziate un anno fa. Il gip Federica Gaudino ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per una Oss, altre due sono state due denunciate a piede libero mentre sono state interdette dall’esercizio delle loro funzioni per un anno le due responsabili e una quarta Operatrice socio-sanitaria. L’indagine ha preso il via dopo diverse segnalazioni giunte alla Stazione di Cisano Bergamasco da parte di parenti degli utenti nel marzo del 2023. In tutti questi mesi i militari hanno condotto un minuzioso e silenzioso lavoro per raccogliere prove, anche attraverso intercettazioni e l’installazione di telecamere nascoste. I filmati girati sarebbero risultati inequivocabili e avrebbero permesso di raccogliere elementi provanti sui maltrattamenti subìti dagli anziani. Numerosi e tristi gli episodi accertati avvenuti tra lo scorso gennaio e ottobre. A seconda della gravità della condotta delle donne indagate sono state emesse le misure, la più grave ha disposto gli arresti domiciliari. Durante l’operazione di martedì mattina i carabinieri hanno inoltre sequestrato sette cellulari e due computer.

La nota del gruppo

In una nota il Gruppo «La Villa», a cui afferisce la Rsa, spiega: «La società prende atto delle indagini nei confronti di taluni Operatori socio-sanitari della Rsa “Bramante” di Pontida e fornirà alla magistratura inquirente tutta la collaborazione necessaria per la corretta ricostruzione dei fatti. La società tiene tuttavia a precisare come, da sempre, all’interno della Rsa “Bramante” come in tutte le altre strutture gestite dal gruppo, la tutela della salute e del benessere degli ospiti abbia costituito e continui a costituire la priorità assoluta. Per questo motivo, la società rigetta con forza ogni illazione circa eventuali tacite tolleranze di comportamenti illeciti da parte dei propri responsabili». Al momento non tutte le vittime sono state identificate. I parenti saranno contattati come parti offese.

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