A Bergamo il «R-Ebus» che trova i tumori al polmone

ALL’OSPEDALE «PAPA GIOVANNI XXIII». L’Associazione oncologica bergamasca ha donato all’ospedale il macchinario di altissima tecnologia e precisione per la diagnosi precoce. Casi in aumento, è tra i cancri più frequenti per uomini e donne.

È un macchinario di altissima tecnologia, capace di individuare sospette lesioni di dimensioni millimetriche e di effettuare biopsie ai fini diagnostici. L’ultima donazione dell’Associazione oncologica bergamasca (Aob) in favore dell’ospedale «Papa Giovanni» è una sonda ecografica radiale evoluta, ad altissima precisione, presente solo in centri di alta specialità in Italia: alla Trucca è in funzione da poche settimane e rappresenta ora un prezioso alleato per la diagnosi del tumore al polmone.

Come funziona

Dal punto di vista tecnico, si tratta di una ecoendobroncoscopia radiale (R-Ebus, l’acronimo inglese), una sonda ecografica collegata a un processore: una volta individuata la sospetta lesione nei bronchi, una pinza di dimensioni millimetriche permette il prelievo del tessuto per eseguire la biopsia. Proprio le biopsie toraciche – esami per tipizzare piccoli noduli polmonari – sono «in deciso aumento», spiegano dall’ospedale. Da ormai un anno, tra l’altro, il «Papa Giovanni» ha avviato un programma multicentrico gratuito di diagnosi precoce del tumore al polmone rivolto a soggetti ad alto rischio (fumatori o ex fumatori oltre i 50-55 anni). La diagnosi in fase precoce del tumore è spesso resa complicata dal fatto che circa il 70% delle lesioni è localizzato nella periferia del polmone; proprio l’utilizzo di tecnologie avanzate, però, permettono di esplorare molto più in profondità l’albero bronchiale. «L’esame dura circa un’ora ed è sufficiente la sedazione profonda, senza necessità di intubazione. Il campione viene esaminato in tempo reale da un anatomopatologo che conferma l’adeguatezza del prelievo – spiega Giuseppe Ciaravino, responsabile della Pneumologia interventistica dell’Asst cittadina –. Alla luce delle crescenti necessità di diagnosi precoce in ambito polmonare, l’obiettivo del nostro Centro è di fornire ai pazienti le metodiche diagnostiche più avanzate, efficaci e sicure disponibili». Il tumore al polmone è appunto un «big killer», come viene definito in ambito oncologico: è la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza tra le donne (6%), ed è responsabile in Italia di oltre 30mila decessi ogni anno (è la prima causa di morte per cancro negli uomini, la seconda nelle donne). Oltre l’80% dei casi di tumore al polmone è attribuito al fumo.

«Il tumore al polmone è appunto un «big killer», come viene definito in ambito oncologico: è la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza tra le donne (6%), ed è responsabile in Italia di oltre 30mila decessi ogni anno (è la prima causa di morte per cancro negli uomini, la seconda nelle donne)».

La donazione

Questa donazione rinnova il legame solidale che da lungo tempo unisce l’Aob al «Papa Giovanni»: il nuovo strumento va infatti ad affiancare l’«Ebus lineare» – donato sempre da Aob, nel 2016 – già utilizzato per la stadiazione dei linfonodi intratoracici, con 150 procedure ogni anno. «Essere vicini al malato oncologico è la nostra mission e lo facciamo in molteplici modi – sottolinea Maurizio Radici, presidente dell’Associazione oncologica bergamasca –: con la presenza in corsia dei nostri volontari, sostenendo servizi specifici o, come in questo caso, donando apparecchiature di ultima generazione che possano aiutare il personale sanitario nella diagnosi e nell’analisi dei tumori. Si tratta di traguardi ambiziosi che possiamo raggiungere grazie al sostegno di numerosi benefattori, siano essi privati cittadini, aziende, o fondazioni». Il gioco di squadra è appunto la cifra distintiva di questa solidarietà: «Nel caso di R-Ebus, abbiamo potuto contare sul contributo della Fondazione Banca Popolare di Bergamo che ha sposato da subito questo progetto e, concretamente, ci ha aiutato a trasformarlo in realtà – spiega Radici –. La nostra associazione è attenta ai bisogni dell’ospedale e dei suoi pazienti e continuerà sulla strada della fattiva e reciproca collaborazione».

A rappresentare la Fondazione Banca Popolare di Bergamo, in occasione della donazione del macchinario, c’era il presidente Armando Santus. «Ringrazio l’Associazione oncologica bergamasca, i suoi volontari e tutti i sostenitori che hanno voluto contribuire a questo ulteriore avanzamento tecnologico per l’attività clinica rivolta al tumore al polmone – commenta Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst “Papa Giovanni” –. È un’attività clinica su cui stiamo investendo molto, certi che diagnosi sempre più accurate e precoci siano la chiave per attivare rapidamente i percorsi di cura per i nostri pazienti e aumentare in modo significativo la possibilità di guarigione».

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