
La salute / Bergamo Città
Venerdì 03 Ottobre 2025
Lesioni cerebrali gravi: cure tra scienza
e umanità
DA SAPERE. La riabilitazione ha un ruolo primario. Permette, dove ciò sia possibile, di ripristinare la coscienza della persona.

Sono pazienti complessi, con funzioni vitali, motorie, cognitive, comportamentali e relazionali fortemente compromesse. A seguito di traumi cranici, anossia cerebrale, ictus, infezioni, emorragie o tumori cerebrali, possono trovarsi in stato vegetativo o di minima coscienza. In questi casi la riabilitazione rappresenta il percorso fondamentale per recuperare, per quanto possibile, capacità e autonomia, migliorando la qualità della vita del paziente e della sua famiglia. Da oltre quarant’anni l’Istituto clinico Quarenghi si dedica alla cura e alla riabilitazione di persone con gravi danni cerebrali. Recentemente, è stato riconosciuto da Regione Lombardia come Centro di riferimento per la Neuroriabilitazione con l’assegnazione di posti letto dedicati. «La nostra struttura conferma e potenzia il processo di specializzazione con la capacità di prendere in carico casi complessi», afferma il direttore sanitario Alberto Angelini, mettendo in evidenza gli aspetti che lo rendono possibile.
«Al centro ci sono pazienti con traumi cranici a seguito di incidenti, o che hanno avuto una mancanza di ossigeno al cervello durante un infarto, con esiti da ictus, infezioni, emorragie o tumori cerebrali. All’ingresso in struttura, la persona può trovarsi in uno stato vegetativo o di minima coscienza»
Dottor Angelini, partiamo dall’inizio. Che cosa si intende per gravi cerebrolesioni acquisite?
«Parliamo di pazienti con traumi cranici a seguito di incidenti, o che hanno avuto una mancanza di ossigeno al cervello durante un infarto, con esiti da ictus, infezioni, emorragie o tumori cerebrali. All’ingresso in struttura, la persona può trovarsi in uno stato vegetativo o di minima coscienza. Nel primo caso non è in grado di eseguire ordini semplici, apre gli occhi solo spontaneamente e può essere necessaria l’alimentazione artificiale, a causa di gravi difficoltà di deglutizione. Nel secondo caso, il paziente mostra reazioni sporadiche a stimoli ambientali. In entrambe le circostanze, inoltre può essere presente difficoltà respiratoria, tale da rendere necessario l’uso di cannula tracheale. Le funzioni motorie, cognitive, comportamentali e relazionali risultano profondamente compromesse».
Che ruolo ha la riabilitazione e quali prospettive di miglioramento sono attese?
«La riabilitazione ha un ruolo fondamentale: permette, ove possibile, di ripristinare la coscienza della persona, prevenire complicanze secondarie e terziarie, sostenere il recupero motorio e cognitivo e migliorare la postura e le capacità di movimento, con l’obiettivo di aumentare progressivamente l’autonomia. Un altro aspetto importante è la possibilità di intervenire sulla deglutizione e sull’alimentazione, per recuperare, anche solo in parte, queste funzioni. Si tratta di un percorso lungo e articolato, in cui ogni traguardo raggiunto diventa la base per definire l’obiettivo successivo».
«La riabilitazione ha un ruolo fondamentale: permette, ove possibile, di ripristinare la coscienza della persona, prevenire complicanze secondarie e terziarie, sostenere il recupero motorio e cognitivo e migliorare la postura e le capacità di movimento, con l’obiettivo di aumentare progressivamente l’autonomia»
Quale approccio ha consolidato l’Istituto in 40 anni di esperienza in questo campo?
«L’Istituto ha sviluppato e consolidato un approccio multidisciplinare, in cui le competenze di ogni professionista si inseriscono in un percorso di cura condiviso. L’equipe riabilitativa è formata da fisiatra, neurologo, fisioterapista, neuropsicologo, logopedista, terapista occupazionale, dietista, infermiere e operatore socio sanitario. In stretta sinergia, accompagnano il paziente lungo tutto il processo: dalla definizione e monitoraggio del progetto riabilitativo alla sua attuazione, attraverso attività mirate al recupero motorio e cognitivo, come memoria e attenzione. L’intervento è finalizzato a favorire il miglioramento della mobilità, della postura, della deglutizione e del linguaggio, consentendo alla persona di acquisire le abilità necessarie per affrontare la quotidianità con maggiore autonomia. Il supporto è rivolto anche ai familiari, a cui garantiamo l’assistenza psicologica. Più in generale, da sempre adottiamo un approccio fortemente orientato alla medicina umanistica».
Come viene intesa la medicina umanistica ?
«Consideriamo il paziente non come malato, ma come persona. Ciò significa, rapportarsi all’individuo non solo in riferimento alla sua patologia, ma con una visione ampia, considerando la sua storia, le sue caratteristiche, i suoi obiettivi, i suoi limiti e le sue possibilità. E questo vale anche per la sua famiglia: è bene ricordare, infatti, che nel caso di una grave cerebrolesione non si ammala soltanto la persona: a essere coinvolta è l’intera famiglia, che vive insieme al paziente il peso del cambiamento e della sofferenza».
L’istituto ha un’importante dotazione tecnologica, che contributo dà in casi di gravi cerebrolesioni?
«La robotica rappresenta oggi un supporto prezioso nei percorsi di neuroriabilitazione. Strumenti come Erigo permettono una verticalizzazione precoce anche in pazienti in stato di minima coscienza, favorendo la ripresa della stazione eretta. Accanto alle tecnologie, però, assume grande importanza anche l’ambiente: momenti di vita quotidiana condivisi nel nostro giardino riabilitativo sul fiume, entrando in contatto con il verde, l’aria aperta e i suoni della natura, come lo scorrere dell’acqua, sono esperienze che contribuiscono a stimolare il paziente e a dare sollievo alla famiglia».
Storicamente l’Istituto Clinico Quarenghi ha sempre preso in carico pazienti con gravi cerebrolesioni, ora ha ottenuto il riconoscimento da parte di Regione Lombardia.
È per noi motivo di orgoglio, oltre che di soddisfazione, essere compresi nella rete della riabilitazione regionale. Ora il nostro Istituto non solo si colloca, nello scenario italiano, come punto di riferimento nazionale nel trattamento di pazienti complessi nel campo della riabilitazione neurologica, ortopedica, cardiologica e respiratoria. Oggi, per la nostra storia, per la nostra esperienza e per la nostra competenza siamo riconosciuti anche come centro deputato a offrire prestazioni altamente qualificate a pazienti gravemente compromessi. Trattamenti che storicamente abbiamo sempre erogato, ma che Regione Lombardia certifica ulteriormente, attestando il rispetto di livelli di cura ancora più elevati».
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