Malattie del cuore, ne soffrono in 240mila. «Infarti, trend in diminuzione dal 1999 a oggi»

SALUTE. In 144mila alle prese con l’ipertensione. Infarto, in media 236 decessi all’anno negli uomini e 196 nelle donne. Zucchi (Ats): «Fondamentale la prevenzione sin da giovani, puntando su comportamenti e su stili di vita corretti».

Sono 240mila i bergamaschi colpiti da patologie cardiache. Alberto Zucchi, direttore del Servizio epidemiologico aziendale Ats di Bergamo, ha tracciato il quadro epidemiologico delle malattie cardiache nella nostra provincia, con gli ultimi dati a disposizione riferiti al 2021. «Le analisi condotte parlano di 144mila bergamaschi con evidenza di ipertensione arteriosa nel 2021: probabilmente sono molti di più, se si aggiungono quelli che non si controllano e non sanno di averla - ha spiegato –. I casi di malattia cardiaca ischemica erano 26mila, quelli di scompenso cardiaco 16mila. Oltre 25mila le persone con miocardiopatia aritmica, quasi 22mila con la non aritmica».

La prevenzione al centro

Intervenuto durante il convegno «Aver cura del proprio cuore per tutta la vita», promosso dall’associazione Cuore Batticuore di Bergamo in occasione del 40º anniversario di fondazione, Alberto Zucchi ha presentato le analisi condotte insieme ai suoi collaboratori Silvia Tillati e Giuseppe Sampietro. «Le patologie cardiache rappresentano le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità nel mondo e anche in Italia – ha illustrato –. Sono in gran parte prevenibili, poiché oltre a fattori di rischio non modificabili, come età, sesso e familiarità, ce ne sono alcuni modificabili, legati a comportamenti e stili di vita: proprio per questo è necessario lavorare sulla prevenzione, partendo già dall’adolescenza e dai giovani adulti. Nella Bergamasca, in media per gli anni 2018, 2019 e 2021, si sono riscontrati 236 decessi negli uomini e 196 nelle donne per infarto miocardico acuto (trend in diminuzione dal 1999 ad oggi). Per quanto riguarda lo scompenso cardiaco 134 decessi nei maschi e 194 nelle femmine. Le strutture di ricovero nella Bergamasca che trattano la casistica delle malattie cardiache esprimono mediamente un ottimo livello di assistenza». Ma quali sono le aree più o meno colpite della provincia? «Le maggiori evidenze di ipertensione arteriosa si sono registrate a Bergamo, nella Media Pianura e in Val Seriana/Val di Scalve, tutti ambiti con oltre 19mila casi nel 2021. Mentre nell’Isola/Valle San Martino abbiamo riscontrato più di 4.500 miocardiopatie non aritmiche».

L’associazione Cuore Batticuore

Il convegno di sabato 29 aprile alla Comunità missionaria del Paradiso è stato l’occasione per rinnovare l’impegno dell’associazione Cuore Batticuore di Bergamo, da quarant’anni in prima linea per ridurre i danni umani e sociali delle malattie cardiovascolari. Nata nel 1983 su intuizione del cardiologo Dante Mazzoleni, ora questa realtà del terzo settore (con sede in via Garibaldi) conta circa 500 soci, cardiopatici ma non solo. «Ci impegniamo nella prevenzione, promuovendo buoni stili di vita, dagli incontri sull’alimentazione ai gruppi di cammino» ha spiegato Reno Morazzini, presidente di Cuore Batticuore.

Il convegno di ieri, partecipato da oltre un centinaio di persone, è stato ricco di approfondimenti ed interventi. Il cardiologo Dante Mazzoleni, responsabile scientifico di Cuore Batticuore, ha presentato i fattori di rischio e la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari. La biologa Annise Butta ha spiegato come nutrirsi bene per mantenere la salute del cuore; Armanda Ferrarini, dirigente scolastica del «Mamoli», e Paolo Lia, infermiere scolastico, hanno parlato della salute a scuola. Antonio Pitì, direttore area medica ed unità operativa complessa di Cardiologia Asst Bergamo Est, ha illustrato come riconoscere e affrontare l’infarto. Il cardiologo Giuseppe Occhi, fondatore dell’associazione Cuore Nuovo, ha detto come vivere bene dopo un infarto grazie alla prevenzione secondaria. Il dottor Gianmario Bortolotti ha parlato della meditazione mentre Michele Senni, direttore della Cardiologia 1 e del Dipartimento cardiovascolare dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha approfondito l’approccio cardiorenometabolico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA