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Venerdì 26 Dicembre 2025
Per le malattie reumatiche il movimento è una terapia
REUMATOLOGIA. I pazienti dovrebbero svolgere sia esercizi di tipo aerobico sia di rafforzamento muscolare, puntando ad almeno un’intensità moderata.
Oltre 5 milioni di italiani soffrono di malattie reumatiche ma meno del 20% pratica attività fisica regolare. Ma l’attività fisica e lo sport sono consigliabili ai pazienti reumatici ? Assolutamente sì, i pazienti reumatici non solo possono ma devono svolgere attività fisica regolare. L’esercizio fisico è infatti una componente chiave nella gestione di queste patologie. Su questo ambito ha posto particolare attenzione l’Eular, l’ente che riunisce le Società scientifiche europee dedicate alla Reumatologia, e che da tempo ha promosso delle linee guida sul tema. L’obiettivo principale delle linee guida è offrire raccomandazioni basate sull’evidenza per supportare i pazienti affetti da malattie reumatiche e i professionisti sanitari a integrare le modifiche dello stile di vita nella gestione della malattia. Sono state prese in esame sette malattie reumatiche: Osteoartrosi, Artrite reumatoide, Spondilite anchilosante, Artrite psoriasica, Lupus eritematoso sistemico, Sclerosi sistemica e Gotta.
Programmi personalizzati
Come spiega Massimiliano Limonta, responsabile della Reumatologia dell’Asst Papa Giovanni, «l’esercizio fisico è raccomandato a tutti i pazienti, indipendentemente dal tipo o dalla gravità della malattia, va però personalizzato e integrato nel piano terapeutico complessivo. L’intensità dell’attività motoria e la sua frequenza vanno adattate allo stato clinico del paziente e alle diverse fasi della patologia reumatica, così da ridurre la sintomatologia dolorosa, migliorare la funzionalità articolare e prevenire la progressione strutturale della malattia reumatica». Riprendendo le raccomandazioni dell’Eular, Massimiliano Limonta sottolinea che «il beneficio dell’esercizio fisico è comunque globale e comprende riduzione del rischio cardiovascolare, diabete, obesità, depressione»: per questo, «le persone con malattie reumatiche dovrebbero essere incoraggiate a esercitarsi regolarmente, e la decisione sul tipo di attività fisica appropriata dovrebbe essere discussa e condivisa con il paziente». I benefici dell’esercizio fisico sono generalmente più evidenti nel breve termine (6-12 mesi), gli effetti sia sul dolore che sulla funzionalità articolare si mantengono se l’attività è continuativa. Di contro, la sedentarietà è dannosa e associata a peggioramento dei sintomi, riduzione della forza muscolare e aumento del rischio cardiovascolare. Nell’Osteoartrosi, nell’Artrite reumatoide e nelle Spondiloartriti l’esercizio fisico costante riduce l’attività di malattia e rallenta la disabilità. Le raccomandazioni Eular evidenziano che i pazienti con malattie reumatiche dovrebbero svolgere sia esercizi di tipo aerobico che di rafforzamento muscolare , puntando ad almeno un’intensità moderata.
Almeno 150 minuti a settimana
Un programma tipico potrebbe prevedere esercizio aerobico per almeno 150 minuti alla settimana (al 64%-76% della frequenza cardiaca massima) ed esercizi di potenziamento muscolare 2 volte a settimana (al 50%-69% dello sforzo massimo individuale in una singola ripetizione). L’esercizio fisico è sicuro in tutte le fasi della malattia se supervisionato e adattato. «Va posta molta attenzione all’educazione del paziente, e al ruolo chiave del fisioterapista sia nelle fasi iniziali sia nel follow-up del paziente – rimarca Limonta -, anche per ridurre il rischio di errori, abbandono precoce o traumi». È meglio praticare sport da soli o in gruppo? Secondo le raccomandazioni dell’Eular, «vi sono alcune evidenze che l’esercizio supervisionato possa essere più efficace rispetto all’esercizio individuale. Tuttavia, questo non dovrebbe scoraggiare le persone dallo svolgere esercizi a casa se non sono in grado di spostarsi, poiché praticare un’attività ritenuta piacevole e compatibile con i propri impegni di vita è associato a una maggiore aderenza».
Un programma tipico potrebbe prevedere esercizio aerobico per almeno 150 minuti alla settimana (al 64%-76% della frequenza cardiaca massima) ed esercizi di potenziamento muscolare 2 volte a settimana (al 50%-69% dello sforzo massimo individuale in una singola ripetizione
Attività mirate
Limonta sottolinea che a seconda delle diverse patologie reumatiche si possono individuare attività più adatte. Per le malattie degenerative come l’artrosi, «sono da preferire esercizi a basso impatto, come Tai Chi, Pilates, Yoga dolce»: l’obiettivo è mantenere flessibilità e tono muscolare. In caso di reumatismi extra-articolari, ad esempio la fibromialgia, si consigliano stretching, yoga, pilates, ginnastica in acqua che danno vantaggi su postura, dolore cronico e qualità del sonno. Per le malattie infiammatorie (artrite reumatoide o spondiloartriti), è preferibile che l’attività venga svolta solo in fase di remissione o di bassa attività di malattia ed è decisivo evitare sport traumatici: gli esercizi ideali comprendono nuoto, cyclette, camminata veloce; nei giovani pazienti affetti da Spondiloartriti sono da preferire esercizi senza carico, preferibilmente in acqua (il nuoto è ideale per flessibilità e resistenza); negli anziani un’attività blanda ma costante, con focus su equilibrio e prevenzione delle cadute. In caso di comorbidità cardiovascolari vanno favoriti esercizi aerobici progressivi (camminata, cyclette, jogging leggero), che garantiscono benefici anche sul rischio di aterosclerosi.
Alcuni esempi
Limonta porta anche alcuni esempi pratici. Per una persona con Spondilite anchilosante sono suggerite almeno 3-4 ore settimanali di nuoto e una camminata sostenuta (5-6,4 km/h) con l’obiettivo giornaliero di almeno 8.000 passi; un programma di questo tipo garantisce diminuzione del dolore e dell’infiammazione, migliora la postura, il tono muscolare e la resistenza, porta effetti positivi cardiovascolari e metabolici. In conclusione l’attività fisica è indicata in tutte le malattie reumatiche, lo sport può essere considerato una terapia non farmacologica di comprovata efficacia , è necessario personalizzare e monitorare l’esercizio fisico e soprattutto non forzare l’attività in caso di dolore; il dolore deve sempre essere rispettato.
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