Sanità a Bergamo, senza medico di base oltre 35mila pazienti

I NUMERI. Dato in crescita rispetto a marzo 2024: 5mila in più. Le alternative non bastano. «Professione con poco appeal».

Se fosse una città, sarebbe la seconda della Bergamasca. È la «comunità» – diffusa a macchia di leopardo, ma con alcuni addensamenti noti ed evidenti – dei cittadini senza medico di base: sono oltre 35mila, una platea in ulteriore espansione rispetto ai circa 30mila che si contavano a marzo 2024, poco meno di un anno e mezzo fa. Vero, in campo ci sono delle alternative (su tutte gli Amt, gli «ambulatori medici temporanei», oltre alla Continuità assistenziale, l’ex guardia medica), ma specie per i più fragili, coloro che fanno i conti con le cronicità o magari sono meno avvezzi a utilizzare alcune modalità «smart» della sanità, la questione resta calda.

«Quello che più preoccupa, culturalmente, è constatare che le specialità più ambite sono quelle che comportano meno responsabilità e maggiori guadagni. Una volta si parlava di vocazione medica, però è anche vero che sono scelte che impattano sulla vita»

Calda, sì, e oggettivamente non risolvibile in tempi stretti, nonostante gli sforzi messi in campo. «È una situazione imposta dai numeri dei medici di medicina generale attualmente disponibili – rileva Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo –. L’anomalia non è tanto nel numero complessivo dei professionisti, ma è nella carenza in alcune specialità, come la medicina di famiglia. Quest’inversione di tendenza potrà avvenire solo quando si metterà mano a incentivi concreti, non solo di tipo economico, ma anche relativi a carichi di lavoro, burocrazia e organizzazione, oppure quando ci sarà, intorno al 2029-2030, una pletora (cioè l’eccesso di laureati in uscita dai corsi di Medicina per via del progressivo ampliamento del numero chiuso, ndr) indirizzata anche verso le attività meno favorevoli». Il contrario di ciò che avviene oggi, con una forza magnetica esercitata da alcune specialità remunerative perché con ampi margini di libera professione, mentre le attività più gravose vivono un fuggi-fuggi. «Quello che più preoccupa, culturalmente, è constatare che le specialità più ambite sono quelle che comportano meno responsabilità e maggiori guadagni – ragiona Marinoni –. Una volta si parlava di vocazione medica, però è anche vero che sono scelte che impattano sulla vita»

Asst Bergamo Est

La fotografia di marzo 2024 segnalava nel territorio dell’Asst Bergamo Est un totale di poco più di 5mila pazienti orfani; ora, stando all’aggiornamento dell’azienda, sono circa 10mila (su un totale di 380mila abitanti), con un sostanziale raddoppio. La mancanza di medici di medicina generale è una delle sfide più rilevanti per questo territorio, ricordano dall’Asst, ribandendo una attenzione «costante e orientata a individuare e attuare tutte le soluzioni possibili», sia attraverso il reclutamento di nuovi professionisti, sia mediante iniziative come gli Amt, che consentono di «non lasciare soli» i cittadini in situazione di difficoltà. La carenza, acuita dai pensionamenti, viene tamponata da 12 Amt dislocati tra Gromo, Castione della Presolana, Ardesio, Clusone, Calcinate, Gandino, Palosco, Trescore Balneario, Sovere, Bossico, Rogno e Valbondione». L’Asst ha anche introdotto, lo scorso aprile, l’app gratuita «Elty» che consente ai cittadini senza medico di prenotare visite, consultare referti, e richiedere ricette e che si affianca al call center unico (035/3063565, attivo dal lunedì al sabato dalle 8 alle 14); i medici impegnati in questi ambulatori sono anche dotati di strumenti digitali avanzati per la gestione delle prescrizioni e delle comunicazioni con i pazienti, in integrazione con il Fascicolo sanitario elettronico. Dall’Asst ribadiscono così un «costante impegno» nel reclutamento di nuovi professionisti e nel rafforzare la collaborazione con i medici di medicina generale. «Non sono carenze che si risolvono in pochi mesi – riconosce Gabriele Cortesi, presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asst Bergamo Est oltre che sindaco di Seriate -, la situazione è più acuta nei territori di montagna. Detto ciò, l’Asst è orientata a trovare anche delle risposte innovative, perché quelle tradizionali oggi non bastano».

Asst Bergamo Ovest

Messo a confronto con un anno fa, lo scenario dell’Asst Bergamo Ovest è lineare: al 31 luglio 2025 si contavano poco più di 24mila pazienti orfani, ad aprile 2024 erano circa 23.400. Il progresso diventa però sensibile se si traccia un parallelo con i momenti più critici: al 1° gennaio 2024, ad esempio, i cittadini senza medico erano ben 32mila. «La situazione ci viene descritta in miglioramento, anche se nonostante i bandi e l’impegno per il reclutamento non si riescono ancora a saturare tutti i problemi – osserva Juri Imeri, presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asst Bergamo Ovest e primo cittadino di Treviglio –. Emerge però anche un elemento: le ore di Amt non vengono utilizzate tutte (cioè potrebbero essere gestiti più utenti di quanti effettivamente si presentano agli ambulatori, ndr), e al tempo stesso ci sono dei medici titolari che hanno ancora dei posti liberi. La comunicazione è stata ampiamente migliorata, ma probabilmente ci sono dei cittadini che comunque non richiedono il medico».

Asst Papa Giovanni

Le aree vallari restano quelle meno attrattive per i dottori, che faticano a insediarsi per via della vastità del territorio, delle distanze e del traffico»

A marzo 2024 veniva definita «residuale» la scopertura nel territorio dell’Asst Papa Giovanni, e ancora oggi infatti i numeri sono contenuti: sono in tutto 1.500 i cittadini senza medico, concentrati tutti nelle valli. «Nell’Ambito di Bergamo non ci sono pazienti orfani, mentre nell’Ambito della Valle Imagna sono circa 1.000 su 52mila residenti e nell’Ambito della Valle Brembana sono 500 su 39mila residenti – riferisce Gianbattista Brioschi, presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asst Papa Giovanni e consigliere ad Almenno San Bartolomeo –. Con gli Amt e la continuità assistenziale la situazione è comunque sotto controllo, per dare assistenza anche a chi è sprovvisto di medico di base. Le aree vallari restano quelle meno attrattive per i dottori, che faticano a insediarsi per via della vastità del territorio, delle distanze e del traffico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA