Telemedicina: ecco come cambierà l’assistenza

IL CONVEGNO. Se ne parlerà martedì 17 ottobre dalle 14 in un incontro con gli esperti nell’Aula Magna in Sant’Agostino.

La telemedicina in futuro avrà un ruolo sempre più strategico soprattutto nell’ambito dell’assistenza domiciliare, attraverso servizi quali il teleconsulto, la televisita, la teleconsulenza sanitaria, il telemonitoraggio e la teleassistenza. I professionisti sanitari potranno operare efficacemente in ogni processo individuale e multi-disciplinare e al contempo verrà migliorata l’accessibilità dei pazienti alle cure e alle prestazioni soprattutto in considerazione del fatto che nel 2026 si prevede che l’assistenza domiciliare dovrà coprire almeno il 10% della popolazione degli over 65. Ne parliamo con la dott.ssa Patrizia Rocca, responsabile della struttura di Telemedicina dell’Asst Bergamo Est .

Che cos’è la telemedicina e quali sono i vantaggi del suo utilizzo?

«La Telemedicina, è prendersi cura da remoto, annullare la distanza tra chi eroga un gesto di cura in ambito socio-sanitario e chi lo riceve, mettere in connessione il cittadino con il gruppo di professionisti, medici-infermieri-fisioterapisti, assistenti sociali, che lo stanno curando. La “casa” dove il cittadino vive diventa il primo luogo di cura, non solo perché non ci si deve postare, ma perché tramite semplici strumenti si può monitorare lo stato di salute e di benessere di una persona. Significa creare una rete virtuale, ma non questo meno reale, tra tutti gli attori coinvolti nel progetto di salute».

Alcuni esempi pratici?

«Il medico con la Televisita entra in casa del suo paziente e lo schermo del computer non è più un ostacolo ma una porta che si apre ad una nuova opportunità di cura. Grazie al Teleconsulto medici di diverse specialità e di altri ospedali, fisicamente lontani, le competenze si avvicinano per affrontare situazioni cliniche complesse. L’ ambulatorio del medico di medicina generale sul territorio grazie alla telemedicina si mette in rete con l’ospedale generando una alleanza per il bene della comunità. Il telemonitoraggio, cioè la possibilità che il cittadino con semplici strumenti (un orologio, un saturimetro, una bilancia, un cerotto che legge l’attività elettrica del nostro cuore) invii i suoi dati sanitari all’infermiere in ambulatorio, permette di monitorare lo stato di salute e l’infermiere può accompagnare e assistere molti più pazienti da lontano e diventare una presenza continua e preziosa anche per le loro famiglie. I Pazienti che attualmente abbiamo in cura con la telemedicina hanno imparato a gestire questa tecnologia e il sentirsi costantemente controllati li rende più sicuri, li aiuta a stare più attenti al proprio stile di vita, … e a non dimenticarsi più le pastiglie».

Come è nata e come si sta sviluppando la telemedicina nella sua azienda?

«La storia della telemedicina nella nostra azienda affonda le sue radici nel territorio in cui viviamo e nella passione e professionalità di chi ogni giorno vuole dare una risposta concreta al bisogno di salute dei nostri cittadini. Per ognuno di noi questa ha rappresentato una sfida, affrontata con coraggio e determinazione, e vinta grazie all’impegno e all’umanità di ogni singolo professionista. La telemedicina si sta sviluppando non solo e non tanto come innovazione tecnologica che abbatte la distanza tra le persone, ma come l’opportunità di ridisegna una sanità più vicina a tutti, più sostenibile per dare una riposta più tempestiva al bisogno di salute dei nostri cittadini. Non sta sostituendo l’attività in presenza né sta colmando tutte le criticità che ogni giorno affrontiamo, ma ci sta aiutando a dialogare insieme per trovare soluzioni concrete e innovative. Sta stimolando al cambiamento, al miglioramento, creando nuove alleanze».

Quali sono le prospettive future concrete della Telemedicina?

«Una rete virtuale risponde alle stesse regole di una rete fisica. Per funzionare e resistere nel tempo ha bisogno di corde solide, ossia di professionisti sanitari sempre più preparati e formati (e di questi sono pieni i nostri ospedali e i nostri territori), ma anche dei nodi tra le corde e un nodo si forma quando due o più corde cedono le proprie estremità per annodarsi con quelle vicine. Il futuro della Telemedicina, ma credo anche della Sanità, sia quella di introdurre delle figure professionali, e queste già stanno nascendo grazie all’impulso che il Pnrr ha dato, che facilitino la creazione di nodi. E noi tutti, cittadini, dovremmo diventare una corda al pari di quelle sanitarie, serve il contributo di tutti. Ne parleremo martedì 17 ottobre dalle 14 nell’Aula Magna di Sant’Agostino dell’Università degli Studi di Bergamo durante un convegno aperto a tutti, non solo agli addetti ai lavori, previa iscrizione, dal titolo: “Telemedicina: dalla normativa alla normalità”. Un percorso innovativo che mette in gioco competenze professionali e personali e stimola un approccio metodologico olistico proprio del One Health. Si poserà lo sguardo sullo sviluppo della telemedicina a livello nazionale per poi focalizzarsi sul territorio lombardo e infine sulla realtà della Asst Bergamo Est, in particolare sui processi di sanità digitale implementati al servizio della presa in carico, monitoraggio e cura del cittadino, mostrando il modello di ricerca e sviluppo adottato in collaborazione con l’Università di Bergamo. Tutte le info sul www.asst-bergamoest.it e sulle pagine Facebook e LinkedIn Asst Bergamo Est. Per ricevere la registrazione dell’evento: [email protected]».

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