
La salute / Bergamo Città
Lunedì 06 Ottobre 2025
Un bergamasco su tre è malato cronico: più 18% dal 2019
L’ANALISI. Dall’ipertensione al diabete, fino alle cardiopatie. Zucchi (Ats): «Incidono l’invecchiamento e la migliore capacità diagnostica di oggi».
Più di un bergamasco su tre ci convive, e il trend è fisiologicamente destinato all’aumento. L’ampia galassia delle cronicità – quei problemi di salute che impongono un trattamento continuo – è punteggiata da un ampio ventaglio di patologie, e soprattutto riguarda una fetta importantissima della popolazione: 417.522 persone in tutta la provincia di Bergamo, pari al 36,4% dei residenti. Dall’ipertensione al diabete, dalle cardiopatie all’asma, dall’ipotiroidismo alla broncopneumopatia cronica, e poi via via sino alle situazioni meno diffuse.
Il 52,8% è donna (perché le donne hanno un’aspettativa di vita maggiore), e tra i generi la «forbice» anagrafica è limitata (60,7 anni l’età media dei cronici maschi, 62,6 anni per le donne)
I numeri
A scattare una fotografia ampia e nitida è l’Ats, con i dati aggiornati a fine 2024, da cui emerge l’identikit del cronico: l’età media è di 61,7 anni (più si diventa anziani e più il rischio cresce, ma alcune malattie si sviluppano sin dalla nascita o dall’infanzia), e il 38,1% di questi ha due o tre patologie simultanee. Il 52,8% è donna (perché le donne hanno un’aspettativa di vita maggiore), e tra i generi la «forbice» anagrafica è limitata (60,7 anni l’età media dei cronici maschi, 62,6 anni per le donne).
«Siamo in linea rispetto alle altre aree della Lombardia», premette Alberto Zucchi, direttore del Servizio epidemiologico aziendale dell’Ats Bergamo, prima di allargare lo sguardo. I numeri sono destinati a salire, sarà così anche nel corso del 2025 ed è stato così se si guarda al recente passato: nel 2019, ad esempio, i cronici in Bergamasca erano 354.596, in cinque anni l’incremento è stato del 18% (circa 63mila in più). «Succede – specifica Zucchi – perché il fenomeno è correlato all’invecchiamento della popolazione, ma anche perché progressivamente migliora la capacità di intercettare queste situazioni e si registra anche un’anticipazione diagnostica, cioè i pazienti vengono seguiti sempre prima, così da costruire un miglior percorso terapeutico».
Alta complessità, cresce la platea
«Fondamentale il dialogo tra i professionisti della salute che seguono lo stesso paziente nei suoi diversi problemi specifici»
All’interno di questa platea c’è una porzione ancora più fragile: sono circa 11mila i «pazienti ad alta complessità», quelli con oltre tre patologie croniche simultanee (l’età media è di 72,7). «Questo gruppo – aggiunge Zucchi – richiede un coordinamento intensivo tra medici specialisti, medici di medicina generale e altri servizi territoriali, ad esempio le Case di comunità, con un approccio multidisciplinare che eviti la frammentazione delle cure». È questa una delle chiavi decisive, e a tal proposito oggi si parla di «medication review»: è la «deprescrizione», quell’approccio che porta a un cambio di prospettiva. «L’individuo con più malattie – approfondisce Zucchi - se viene visto dai singoli specialisti senza un raccordo tra loro, può prendere dalle 10 alle 20 pastiglie al giorno, ed è un tema rilevante, perché le interazioni dei farmaci possono avere effetti avversi. Se invece la presa in carico è integrata, permette una rivalutazione periodica e critica della terapia farmacologica per ridurre questi eventuali problemi». In altri termini, è fondamentale il dialogo tra i professionisti della salute che seguono lo stesso paziente nei suoi diversi problemi specifici».
La mappa provinciale
La mappatura dell’Ats mette in luce i disturbi più diffusi: sono 56.944 le persone che soffrono di diabete (l’età media è 71,2 anni, gli uomini rappresentano il 57,8% dei pazienti), lo scompenso cardiaco tocca 8.572 bergamaschi (77,6 anni in media, nel 52,7% uomini), le malattie cardiovascolari contano ben 241.601 pazienti (69,8 anni l’età media, l’equilibrio di genere è quasi perfetto: 50,6% di uomini contro il 49,4% di donne), quelle pneumologiche riguardano 64.735 assistiti (e l’età si abbassa a 45,3 anni, anche in questo caso senza particolare differenza tra i sessi) e quelle neurologiche altri 16.060 cittadini (64 anni in media, le donne rappresentano il 53,1% delle prese in carico).
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