Comfort Fit, la fibbia «ammortizzata»
coperta da brevetto

L’IDEA. Una cintura può essere uno strumento che stringe e comprime oppure un alleato nella prevenzione quotidiana della propria salute.

È da questo pensiero che è partito Daniel Giaconia, 51 anni all’anagrafe ed operativo da 33 anni nel settore della piccola pelletteria con un laboratorio a Scanzorosciate che oggi impiega dieci persone, quando ha elaborato il brevetto di «Comfort Fit» una nuova cintura pensata per agevolare il movimento corporeo. «La cintura, in particolare quella da uomo, è uno di quegli accessori che ha vissuto poche evoluzioni negli secoli, - spiega Giaconia, - io stesso ne percepivo la costrizione addominale prima di imbattermi in alcuni studi internazionali che confermavano questa mia sensazione».

Tre diversi ricercatori hanno cercato di dimostrare come l’utilizzo costante della cintura possa incentivare il reflusso gastroesofageo, alterare la postura e aumentare la pressione diastolica

Le ricerche a cui si riferisce il titolare di Belfort sono state realizzate nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Corea, da tre diversi ricercatori che hanno cercato di dimostrare come l’utilizzo costante della cintura possa incentivare il reflusso gastroesofageo, alterare la postura e aumentare la pressione diastolica. «Quando la persona, anche se molto magra, è in piedi la pressione non è eccessiva; quando si siede viene provocata una tensione che può diventare dannosa, anche se una persona non ha la pancia» chiarisce Giaconia.

L’effetto elastico

Da qui nasce l’idea di «Comfort Fit», una cintura la cui fibbia nasconde un ammortizzatore che garantisce un effetto elastico non percepibile dall’esterno. «Il primo pensiero è all’eleganza - chiarisce l’imprenditore, - nessuno deve percepire che la cintura si stia espandendo, ma nei fatti questo avviene e il movimento risulta decisamente più comodo». Il progetto è nato dopo un anno di lavoro, necessario ad elaborare il meccanismo a scomparsa e trovare un materiale tanto elastico da non rompersi. «Al professor Kenneth McColl, autore di uno degli studi, abbiamo inviato la nostra cintura e ci ha consigliato di lavorare anche a un pantalone con lo stesso meccanismo» conclude Giaconia.

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