Non solo influencer: nasce Michela Meni Studio - Foto

La storia Dal 2012 è seguitissima su Instagram per il suo stile. «Ma volevo un progetto tutto mio, un brand che ora vive online».

Ha un piglio sicuro, sorride sempre con gli occhi e in quei vestiti ci sta dentro benissimo. Le appartengono nel taglio maschile e sicuro, smussato dai dettagli leziosi, uno spacco o una rouche; le assomigliano quei pantaloni morbidi, le gonne pulite e femminili, l’abito chemisier dai dettagli sartoriali.
Michela Meni Studio ha compiuto da poco un anno ma è un percorso scritto da più tempo, da esperienze che si sono susseguite negli anni nella moda, acquisendo così tasselli di esperienza. «È stata un’esigenza fisica quella di creare un brand tutto mio – spiega la bergamasca, 38 anni –, che rispecchiasse la mia idea di moda cresciuta e coltivata negli anni, anni passati a sbirciare e rubare i pezzi trovati negli armadi di mamme e nonne e poi mixati, rimodellati e rieditati».

Lo scorso febbraio nasce il brand michelamenistudio, ma le sue fondamenta ci sono da tempo e attendevano il momento giusto, dopo il corso di Fashion Stylist allo Ied di Milano, e dopo gli anni di sperimentazione della moda come it.girl: «Nel 2012 ho iniziato a collaborare con grazia.it e per me significava raccontare il mio modo di vivere e fare moda: postavo delle foto sul mio profilo Instagram che aveva un link diretto al sito della rivista – spiega -. Ero michela_grazia_it ed era una collaborazione molto libera, perché dovevo essere semplicemente me stessa». Il tutto partendo da una considerazione che alla fine è il suo mood: «Non c’è moda se non è interpretata, non c’è moda senza personalità. I brand sono una vetrina, possono essere la perfezione, ma non si è mai se stessi se non siamo in grado di dare qualcosa di noi a ogni capo, anche iconico che sia».

Michela Meni lo ha fatto su Instagram, diventando il perfetto preludio di quello che ora sono le influencer. Lei lo è stata prima che questo termine non fosse coniato e lo è tutt’ora, ma soprattutto quel percorso le ha portato fortuna, esperienza e una rete di contatti che l’hanno portata a conoscere stilisti, brand emergenti, fotografi e tutto quel mondo del fashion che le ha dato nuove ispirazioni e tasselli di un puzzle che negli anni ha delineato il suo percorso: «Ho iniziato a lavorare come assistente stylist e come content creator per il mondo della moda e del design. «Negli anni, nel frattempo, la figura dell’influencer si è delineata ma io ho iniziato ad avere bisogno di percorrere una strada tutta mia, con la libertà di creare quel progetto che in testa c’è sempre stato e che ora ha preso forma».

«Ho iniziato a mettere insieme i pezzi delle mie esperienze passate e ho lasciato libero sfogo a miei stimoli creativi: da qui il progetto del brand, la sua produzione, il racconto attraverso il Web della mia storia e dei miei capi, il continuo confronto con chi sceglie i miei abiti»

Michela Meni Studio nasce nel febbraio del 2021 e ha preso vita nello spazio dell’ex Tesmec, a Curno, un mondo a sé: stimolante e giovane, dinamico e rilassato allo stesso tempo. «Ho iniziato a mettere insieme i pezzi delle mie esperienze passate e ho lasciato libero sfogo a miei stimoli creativi: da qui il progetto del brand, la sua produzione, il racconto attraverso il Web della mia storia e dei miei capi, il continuo confronto con chi sceglie i miei abiti». Online, proprio attraverso quel mondo che lei conosce bene: da Instragram a un sito e-commerce su michelamenistudio.com per una produzione che ha tessuti limitati e modelli continuativi. «Ci sono il pantalone Timo e la camicia Frida, la gonna Nuccia, la camicia Ermione e il cappotto Mario. I tessuti sono naturali e upcycled, i nomi ai capi sono ricordi e legami con persone che amo. La tendenza è quella di un mood comodo, casual: una moda pratica e minimale, dai tagli femminili con dettagli maschili». 
 Gonne «con gli spacchi al punto giusto – spiega –, camicie over, pantaloni con le pinces, l’amatissimo blazer doppio petto. Un’infinità di tasche e il fazzoletto di stoffa nel taschino che mi fa tanto pensare a mio padre e che mi sta facendo venire una gran voglia di una collezione di fazzoletti, di stoffa, come quelli che rubavo a lui quando ero piccola».

Michela Meni Studio nasce nel febbraio del 2021 e ha preso vita nello spazio dell’ex Tesmec, a Curno, un mondo a sé: stimolante e giovane, dinamico e rilassato allo stesso tempo

Sorride Michela, è un po’ un maschiaccio mentre ride, e lo dice che si sente libera dentro questa avventura: «I tessuti di recupero, le stoffe deadstock o fine serie dei grandi brand della moda mi rimettono in gioco ogni volta, mi chiedono di reinterpretare il modello, di renderlo ogni volta unico, speciale». È così che si sente appagata e sempre davanti a una nuova sfida: «I Social mi mettono in contatto diretto con chi indosserà il capo, con chi lo sceglie in quell’istante. Il progetto sta funzionando e le richieste arrivano dall’Italia ma anche dall’Europa. Sono soddisfatta di questo inizio perché io credo di trasmettere i valori su cui ho lavorato tanto in questi anni: un’onesta intellettuale e commerciale, l’essere sempre me stessa». Tanto che con onestà lo spiega: «Michela Meni è una cosa, Michela Meni Studio è un’altra. Michela non è total look del suo brand: devo sempre aprire quell’armadio meraviglioso di mia madre e prendere spunto, indossare un pezzo di quella storia di famiglia che è poi la mia storia, sono le mie radici, il mio gusto».


La produzione del brand è made in Italy, in laboratori tra la Bergamasca e il Milanese, in Toscana la maglieria con la collaborazione di un’azienda che recupera il cachemire da vecchi maglioni. Il resto è l’immaginare, abbinare e rieditare di Michela: «Penso alla camicia Frida che piace così tanto: è nata da un sovrapporre due camicie e un tirare su e giù maniche e colli – racconta –. Ero al mare con mia madre e mi figlia Anita e ho indossato una camicia alzando le maniche. Poi un giorno in montagna sovrappongo la stessa camicia a un’altra e gioco con i due colli. Ho guardato e riguardato quei movimenti di maniche e colletti che mi ero costruita addosso e mi sono immaginata Frida, con la sua manica trequarti, i sei bottoni, la classicità dell’allacciatura classica e il dettaglio delle mini ruches sul collo e sui polsini».


Michela racconta ed è come se nelle sue parole prendesse sempre più forma il progetto: «Nella consapevolezza di ciò che acquistiamo e che decidiamo di far entrare nella nostra vita: anche per questo le collezioni sono esclusive e composte da un numero limitato di pezzi». Torna il sorriso da maschiaccio: «In testa ora c’è Aldo: è un cappotto e ha il nome del nonno. Sarà al ginocchio, i dettagli inglesi e una lana preziosa. Speciale, come lui».

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