Aggressione di Caravaggio, il giallo del video anonimo: felpa ritrovata

Bassa. Rimane ricoverato in prognosi riservata il 23enne colpito alla testa. La madre: «Si risalga al più presto ai responsabili».

Rimane ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo il giovane di 23 anni, F. F. di Caravaggio, rimasto vittima nei giorni scorsi in paese di un’aggressione i cui contorni sono ancora tutti da chiarire. Venerdì è stato sottoposto a una delicata operazione (la seconda) per la ricostruzione di viso e cranio. «Fortunatamente tutto sembra essere andato bene – rivela la madre Stefania, 44 anni –, ma non si può ancora dire che mio figlio sia fuori pericolo. I dottori, per ora, si limitano a sostenere che è giovane e che, quindi, ha più possibilità di riprendersi. Ma la strada sarà ancora lunga».

Al momento non si sa ancora dove il ventitreenne sarebbe stato aggredito e in che contesto l’aggressione possa essere avvenuta: F. F. è noto al Comune per avere avuto in passato alcune problematiche sociali (sebbene non sia mai stato preso in carica dai servizi). Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Treviglio che, man mano, stanno acquisendo nuovi elementi. Poco giorni fa nella zona della Casa del Fascio di Caravaggio, all’incrocio fra via Bietti e il viale Papa Giovanni, è stata ritrovata la felpa che il ventitreenne indossava il giorno dell’aggressione insieme al marsupio e al telefono cellulare: «L’ha saputo mio nipote – racconta ancora la madre del giovane – ricevendo un video anonimo sul suo profilo Instagram: fatto sicuramente molto strano. Ho allora mandato un amico a prendere il tutto, che poi abbiamo consegnato ai carabinieri». Un altro particolare singolare è che la felpa era pulita. E quindi è stata abbandonata prima che il 23enne incontrasse i suoi probabili assalitori: quel giorno è stato infatti visto aggirarsi di sera in stato confusionale per la città con ferite evidenti alla testa da cui perdeva molto sangue. Alcuni giorni fa è stata anche ritrovata la bicicletta del giovane, anch’essa ora in mano ai carabinieri ai quali inizialmente era risultato che F. F. avesse avuto un incidente. Le sue ferite erano però poi risultate incompatibili con un sinistro: quindi erano poi state avviate le indagini su una possibile aggressione. «Spero che le forze dell’ordine – conclude Stefania – risalgano al più presto a coloro che hanno aggredito mio figlio affinché paghino per quanto fatto».
Pa. Po.

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