Autostrade care, Brebemi sul podio: incassi da record

Trasporti. Aiscat: aumentare i pedaggi fermi dal 2018. La palla al governo. L’infrastruttura della pianura al terzo posto in Italia per costi dopo A5 e Teem.

Le concessionarie autostradali italiane per mezzo dell’Aiscat (associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori) alzano la voce e chiedono un aumento dei pedaggi «che – come evidenziano – dal 2018 non subiscono incrementi diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente». La questione è al momento al vaglio del governo. L’eventuale concessione del rialzo dei pedaggi non dovrebbe riguardare però le autostrade lombarde di più recente realizzazione, Teem A58, Pedemontana Lombarda e, per quanto riguarda la Bergamasca, Brebemi A35 che, al momento, risultano comunque essere fra le più care autostrade d’Italia.

La classifica

Lo si evince dalla classifica stilata da Willmedia (piattaforma specializzata nell’elaborazione di dati): è stato preso in considerazione il costo per ogni 10 chilometri delle arterie autostradali che attraversano la penisola. Il posto più alto del podio è occupato dalla A5 Torino Monte Bianco (3,45 euro). Subito dopo, al secondo e terzo posto, troviamo le tangenziali di Milano A51-A52 e la A58 Teem (2,54 euro); al terzo posto la Brebemi A35 (2,35 euro) che attraversa la pianura bergamasca.

Per questa autostrada il 2022 è stato un anno molto positivo: ha superato i livelli di traffico prepandemia e, per la prima volta dalla sua apertura, avvenuta nel 2014, chiuderà l’anno in corso con un incasso superiore ai 100 milioni di euro (per l’esattezza siamo intorno ai 110 milioni). «I motivi di questo risultato – spiega il presidente della società concessionaria Brebemi-Aleatica Francesco Bettoni – sono che la conoscenza dell’autostrada è aumentata; la garanzia sui tempi di percorrenza; la bassa incidentalità. E, infine, che lungo il tracciato dell’autostrada si sono insediate diverse logistiche e aziende che hanno generato inevitabilmente traffico ma anche occupazione». La crescita di traffico più evidente riguarda proprio i mezzi pesanti. Da gennaio a novembre di quest’anno i chilometri percorsi da camion paganti il pedaggio sono stati 152.183.180 in aumento dell’7,2% sul 2021 ma, soprattutto, del 20,3% rispetto al 2019. Per quanto riguarda i veicoli leggeri il dato del 2022 è di 325. 910. 104 chilometri, in aumento del 15,2% rispetto al 2021 e di sostanziale pareggio rispetto al 2019. Della Brebemi-Aleatica è al momento in corso da parte di Cal Spa (concessioni autostrade lombarde), l’aggiornamento del piano economico finanziario previsto ogni cinque anni.

I pedaggi

A proposito di Piani economico finanziari, Aiscat ricorda che sono «attualmente a stadi di approvazione differenti e che eventuali incrementi di pedaggio dipenderanno dalle molteplici componenti di gestione e investimento che caratterizzano ciascuna attività concessoria rispetto alle altre: i piani di ammodernamento e potenziamento messi in campo da varie concessionarie, costituiscono un elemento imprescindibile per la sicurezza e la sostenibilità della rete autostradale che deve essere considerato una priorità, anche tenendo conto del generalizzato aumento dei costi delle materie prime».

Secondo l’ad di Cal Gianantonio Arnoldi non è previsto un aumento delle tariffe: «L’aggiornamento – spiega Arnoldi – dovrà necessariamente tenere conto delle perdite che l’A35 ha subito fra il 2020 e il 2022 a causa della pandemia Covid (che per le autostrade aveva significato un calo del traffico fino a oltre l’80%, ndr). Sarà quindi necessario un riequilibrio che non si tradurrà, però, in una crescita del pedaggio bensì in un allungamento della concessione. Ovviamente tutto dovrà essere alla fine autorizzato dal Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile)». Se la richiesta fatta dalle concessionarie autostradali attraverso l’Aiscat sarà accolta dal governo sarà invece sicuramente aumentato il pedaggio dell’A4 Milano-Venezia, sia nel tratto Torino-Milano, gestito da Satap, che in quello Milano-Brescia gestito da Autostrade per l’Italia (che nella classifica della autostrade più care occupa il settimo posto con 1,60 euro).

In quanto consisterà questo aumento non è ancora noto. La scorsa estate l’ad di Aspi Roberto Tomasi aveva sostenuto l’esigenza, a fronte della crescita dei costi energetici e dei materiali, di un aumento di circa l’1,5%: «Gli incrementi tariffari medi proposti dalle concessionarie – rileva l’Aiscat – sono comunque assai inferiori rispetto a quelli già concessi in altri Paesi europei dotati di sistemi concessori e regolatori simili: ne è un esempio la Francia con un più 4,7% e la Spagna più 4%».

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