Corruzione, il presidente Toti ai domiciliari. Nell’inchiesta anche due fratelli che vivono a Boltiere

L’INCHIESTA. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti coinvolto in un’inchiesta su concessioni portuali e finanziamenti elettorali. Nella lista degli indagati anche i fratelli Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, domiciliati a Boltiere.

Corruzione è il capo d’imputazione a carico del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, tra i nomi contenuti all’interno dell’inchiesta anche l’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale ad di Iren Paolo Emilio Signorini, oltre all’imprenditore Aldo Spinelli, ex presidente del Genoa Calcio.

Indagato anche Francesco Moncada , consigliere di amministrazione di Esselunga S.p.A.. Moncada, sottoposto al divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale con l’accusa di corruzione. Stessa misura per Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, figlio di Aldo Spinelli, e per Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova, accusato di corruzione nei confronti di Signorini, ex presidente del porto.

Arresti domiciliari anche per Matteo Cozzani, capo di gabinetto e braccio destro del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. È accusato di corruzione elettorale, aggravato dalla circostanza di cui all’art. 416-bis.1 c.p. perché, per l’accusa, avrebbe agevolato l’attività di Cosa Nostra. In particolare avrebbe agevolato il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova. È accusato anche di corruzione per l’esercizio della funzione.

Tra gli inquisiti, in diversi filoni d’inchiesta guidati da sei diversi pubblici ministeri e coordinati dal capo della procura Nicola Piacente, ci sono anche Venanzio Maurici, Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa residenti ad Boltiere: i tre sarebbero il collegamento nell’ambito della criminalità organizzata.

Angelo e Maurizio Testa sarebbero stati identificati come rappresentanti della comunità riesina (Riesi, comune siciliano di 10mila abitanti) di Genova e sarebbero accusati del reato di corruzione elettorale (art. 86 dpr 570/1960), aggravato dall’art. 416-bis.1 c.p. perchè commesso per agevolare l’attività dell’associazione mafiosa di Cosa Nostra, in particolare il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova. I due sono stati raggiunti da un provvedimento di arresti domiciliari nella loro residenza di Boltiere. I gemelli Testa, originari di Riesi, in Sicilia, sono trapiantati da molti anni nella Bassa Bergamasca, sono entrambi dirigenti di Forza Italia nei comuni di Dalmine e Boltiere.

Sorte: «Fiduciosi nell’innocenza dei fratelli Testa»

«Fiducia nella magistratura. Forza Italia è un partito garantista e siamo fiduciosi che possano dimostrare la loro estraneità. Sono persone che hanno 50 anni di attività politica alle spalle e che tutti conoscono in provincia di Bergamo e in Lombardia». Così all’Ansa il coordinatore lombardo di Forza Italia, il deputato bergamasco Alessandro Sorte, commentando l’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il governatore della Liguria Giovanni Toti e che vede coinvolti, con appunto obbligo di dimora a Boltiere, anche Arturo Angelo Testa e Maurizio Testa, entrambi esponenti di Forza Italia in Lombardia. Arturo Testa, inoltre, lavora nel gruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Lombardia per il consigliere Jonathan Lobati.

Le accuse al presidente Toti

Al Presidente della Regione Liguria si contesta di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte di più impegni:

- quelli di «trovare una soluzione» per la trasformazione della spiaggia di Punta Dell’Olmo da «libera» a «privata»;
- agevolare l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali; velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova S.r.l. (controllata al 55% dalla Spinelli.) pendente innanzi al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, approvata il 2.12.2021;
- assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta rispettivamente in data 7.6.22 e in data 19.12.22);
- assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade ;
- agevolare l’imprenditore nella pratica del «tombamento» di Calata Concenter (approvata dal Comitato di Gestione in data 29.7.2022).

Le accuse ai fratelli Testa

In occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020 I fratelli Testa sono accusati di aver promesso posti di lavoro ed il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e comunque siciliani verso la lista «Cambiamo con Toti Presidente», nonché verso l’indagato Stefano Anzalone ed alcuni altri candidati della lista (che non sono indagati).

A Italo Cozzani, Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa è contestata l’aggravante di cui all’art. 416-bis.1 c.p., per aver commesso il reato di corruzione elettorale al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova. Lo stesso reato di corruzione elettorale (art. 86 DPR 570/1960) è stato contestato a Italo Maurizio Testa, Arturo Angelo Testa, in concorso con Stefano Anzalone, quale candidato al Consiglio regionale per la Lista «Cambiamo con Toti Presidente», con la promessa di posti di lavoro a più persone per far convogliare i voti verso il candidato Anzalone che ai fratelli Testa ha pagato anche le spese di vitto e soggiorno a Genova nel periodo compreso tra il 10 ed il 19 settembre 2020.

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