Croce Rossa, Sos dalla Bassa: «Senza nuovi volontari il servizio è a rischio»

Soccorso Il Comitato di Caravaggio, competente anche per i territori di Calvenzano, Misano, Mozzanica, Pagazzano e Fornovo, sta soffrendo una pesante carenza di volontari disposti a svolgere il servizio del 118. Vengono garantite 28 ore settimanali. «Ma non c’è stato ricambio generazionale, siamo pochi».

La Croce Rossa di Caravaggio, competente anche per i territori di Calvenzano, Misano, Mozzanica, Pagazzano e Fornovo, sta soffrendo una pesante carenza di volontari disposti a svolgere il servizio del 118. È questa la conclusione più rilevante che il presidente del Comitato Carmine Musio si sente di trarre dal bilancio dell’attività del 2021 appena redatto. Ed è anche ciò che più spaventa in prospettiva futura, anche in considerazione del fatto che la Croce Rossa di Caravaggio si è impegnata con l’Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) a svolgere il servizio di intervento per le emergenze per 28 ore settimanali: «E se a qualcuno dei nostri volontari – spiega ancora Musio – viene un raffreddore, siamo subito in grande difficoltà a sostenere questo impegno».

In un anno 80 mila km

Alla fine del 2021 gli uomini e le donne a servizio della Croce Rossa di Caravaggio erano 136. Complessivamente hanno percorso 80mila chilometri, con 750 servizi per il 118 e circa 1.000 trasporti sociali (quelli rivolti alle persone che devono recarsi in una struttura sanitaria per una visita o una prestazione). Solo però la metà dei volontari sono qualificati come «operativi» per le emergenze. E purtroppo, secondo il presidente del Comitato, non si vede un ricambio in atto attraverso nuovi ingressi. Il motivo, a suo dire, è soprattutto l’epidemia di Covid «che ha spaventato molte persone, tenendole così lontano dall’idea di svolgere un servizio come il nostro che viene fatto, ricordiamolo, in regime di volontariato. Quindi tanti non se la sentono di rischiare gratis».

Ciserano, con il Covid più adesioni

Questa, ovviamente, non è una circostanza generale che riguarda tutti gli enti di soccorso della Bergamasca. Ci sono anche le eccezioni come la Croce Bianca di Ciserano per la quale, secondo il suo presidente Giancarlo Mazza, il Covid ha avuto invece l’effetto opposto, alzando la considerazione dell’importanza di quanto svolto dagli enti di soccorso. E, di conseguenza, spingendo più persone del normale ad intraprendere quanto necessario per entrare a farne parte. Sono nove i volontari della Croce Bianca di Ciserano, fra i 18 e i 25 anni, che hanno appena concluso con successo il previsto corso da 120 ore per svolgere il servizio del 118 e che, quindi, potranno entrare a breve nei turni. Purtroppo il medesimo tipo di corso non ha avuto lo stesso risultato per la Croce Rossa di Caravaggio: «Non c’è stato decisamente l’effetto sperato – sostiene ancora Musio – e quindi siamo al punto di partenza. Ora stiamo pensando ad iniziative per promuoverci sul territorio, far conoscere quello che facciamo e spronare quindi più persone a entrare nelle nostre file. Purtroppo il Covid ci ha impedito negli ultimi anni di organizzare appuntamenti di questo tipo che contiamo di riproporre nell’anno in corso».

Nuovi corsi

Nuovi corsi partiranno comunque a breve. Il problema è che, se andrà tutto bene, si calcola che nuovi volontari potranno essere pronti solo per la fine dell’anno, un po’ troppo in là per affrontare la carenza di personale che è invece attuale. Positivo è invece il bilancio economico della Croce Rossa di Caravaggio tanto che il comitato, usando proprie risorse in cassa, ha in previsione di acquistare una nuova ambulanza che andrà a sostituire una delle tre già in dotazione dotata di strumentazione medica ritenuta ormai superata. Gli altri mezzi a disposizione sono due autovetture e cinque veicoli attrezzati per i trasporti sociali che, invece, possono contare su un numero soddisfacente di volontari autisti: «Ciò grazie alla squadra di pensionati che fanno parte del nostro comitato – conclude Musio – se vogliamo però che la Croce Rossa di Caravaggio abbia un futuro, serve un ricambio generazionale».

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