Dolore a Dalmine: «Grazie Eugenio, per decenni colonna delle Acli»

IL LUTTO. Eugenio Santini era un punto di riferimento per l’associazione. È morto nei giorni scorsi in ospedale.

È stato per decenni la colonna delle Acli a Dalmine, di cui è stato presidente a mandati alterni fino al 2019. Una persona disponibile e sempre pronta a dare consigli, pragmatica e generosa. Si è spento nei giorni scorsi al Papa Giovanni XXIII di Bergamo Eugenio Santini. Aveva 81 anni, sessanta dei quali spesi sul campo, con impegno e presenza costante nel mondo Acli. Una figura di riferimento per molti dei frequentatori del bar «Spritz» in via Dante, che nel periodo in cui Eugenio ha ricoperto l’incarico di presidente era un circolo dell’Acli con mescita.

Poi, nel 2020, in pieno Covid, Eugenio aveva dovuto affrontare un lungo ricovero di cinque settimane all’ospedale di Como. Da quel momento in avanti ha sempre convissuto con una salute un po’ precaria. A inizio agosto era stato ricoverato alla clinica San Francesco e qualche giorno fa, in seguito a un aggravamento delle sue condizioni, è stato trasportato d’urgenza al Papa Giovanni, dove purtroppo è morto. I funerali si sono tenuti nella parrocchia di Brembo di Dalmine.

Il ricordo

Il circolo Acli «La Scatola» di Dalmine gli ha dedicato un post su Facebook: «Per decenni sei stato la colonna delle Acli a Dalmine. Con la tua presenza inossidabile, con il tuo pragmatismo ed il tuo sorriso. Grazie per i caffè offerti al Bar Spritz e per i racconti passati, sempre spassosi. Per aver creduto nei servizi, aprendo anche a Dalmine una sede del nostro Patronato e del Caf. Per aver resistito quando il Circolo era in affanno - continua il post -. Per la fiducia piena e grata che hai sempre accordato a chi ti ha succeduto».

«Una memoria storica non solo di Dalmine ma di quello che le Acli hanno rappresentato come movimento di formazione per i giovani nei decenni»

Anche Roberto Cesa, presidente delle Acli di Bergamo, lo ricorda con affetto: «È stato il mio predecessore a Dalmine. Ci ha veramente accompagnato e ha tenuto in piedi la baracca finché non si è raggruppato un gruppo di giovani che ha dato il ricambio generazionale che lui ha cercato di costruire negli anni. Non solo ci ha lasciato spazio ma ci ha anche spronato a prendercelo e ci ha dato massima fiducia.Era una presenza fissa al circolo Acli, tutte le volte ci fermavano a parlare e mi chiedeva come andavano le cose all’interno dell’associazione. Era un piacere ascoltarlo, raccontava sempre storie anche spassose e leggere sulla bellezza dello stare insieme. Una memoria storica non solo di Dalmine ma di quello che le Acli hanno rappresentato come movimento di formazione per i giovani nei decenni».

Grazie a lui il bocciodromo di Dalmine

Tra le grandi passioni di Eugenio, quella per le bocce: «Il bocciodromo di Dalmine - dice Fabiana Perico, titolare del bar «Spritz» - era nato soprattutto grazie a lui e si trovava proprio dietro al mio bar. Posso considerare Eugenio il mio braccio destro - aggiunge -: ho intrapreso la mia attività a 40 anni, una svolta nella mia vita, e lui mi ha dato le giuste indicazioni, mi è sempre stato vicino nei consigli, anche a livello personale».

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