Finto controllo con armi soft-air, i due arrestati: «Era uno scherzo, non volevamo rapinare nessuno»

Interrogati dal gip. Convalidato l’arresto per i due giovani che hanno inscenato un posto di blocco nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 ottobre a Martinengo. Disposto l’obbligo di dimora e il divieto di uscire nelle ore notturne.

Convalidato l’arresto per i due giovani che hanno inscenato un finto posto di blocco nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 a Martinengo. Dopo l’interrogatorio di giovedì 27 ottobre il gip ha disposto l’obbligo di dimora nei loro rispettivi comuni di residenza – in provincia di Cremona e in provincia di Bologna – e il divieto di uscire dalla loro abitazione nelle ore notturne, in attesa dell’inizio del processo. Accusati di tentata rapina aggravata, il pm aveva richiesto la misura di custodia cautelare in carcere. «Era tutto uno scherzo, non volevamo rapinare nessuno e siamo pentiti per quello che è successo»: si sono giustificati così i due giovani, difesi dall’avvocato Paolo Sperolini del Foro di Cremona.

Bardati con falsi abiti militari e impugnando delle armi da soft-air, i due, all’una di notte, nel parcheggio di via delle Maschere Bergamasche avevano fermato un uomo, avventore di un bar nelle vicinanze, con la scusa di un controllo antidroga. Indossavano giubbotti antiproiettile con la scritta «Esercito», caschetti militari e, per rendere tutto più vero, delle radiotrasmittenti. Il finto fucile era pure scarico, ma il colpo sparato con la pistola scacciacani per intimorire il malcapitato, che nel frattempo aveva compreso la falsa identità dei due e stava per intraprendere una rissa, è stato sufficiente per allertare i residenti della zona, che hanno subito chiamato le forze dell’ordine, quelle vere: i Carabinieri della stazione di Urgnano e della Radiomobile di Treviglio, arrivati sul posto con tre pattuglie, li hanno così arrestati.

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