«Gridava aiuto, ma non potevo fare nulla». Mohamed muore a 18 anni nell’Oglio

CALCIO. È annegato nella zona Palada, sotto gli occhi di un amico. In Italia da un anno, Mohamed Alì Samy Sayed si era trasferito nella Bergamasca tre mesi fa. Lavorava alla Md.

Si era trasferito da Milano a Calcio da appena tre mesi per cercare un’opportunità di lavoro nella logistica. E infatti aveva trovato impiego al centro di distribuzione Md di Cortenuova. Per Mohamed Alì Samy Sayed, 18 anni, di origine egiziana, venerdì doveva essere un giorno di riposo dai turni quotidiani in magazzino. Ma la giornata di svago è finita in tragedia. Vista la giornata calda il diciottenne ha deciso di tuffarsi insieme ad un amico nel fiume Oglio, nella zona denominata Palada. Purtroppo dopo alcune bracciate si è trovato in difficoltà e non è più riuscito a rimanere a galla.

Tutto è accaduto intorno alle 15,20. Alla zona dell’annegamento si arriva percorrendo la sterrata via Roncaglie che porta in uno spiazzo verde dove la gente del posto è solita riunirsi per fare delle grigliate. Da qui si raggiunge un punto dell’Oglio, all’altezza della presa di una roggia, dove le acque del fiume sono divise da due salti: uno per la presenza di una piattaforma in cemento, e un altro per una striscia di rocce. Ed è proprio in questo punto che il diciottenne si è tuffato: «Volevamo raggiungere l’altra sponda del fiume e poi tornare – racconta (in lingua egiziana tradotta da un amico) il giovane che si trovava con lui –. Mohammed ha avuto problemi nel ritorno. Non riusciva più a nuotare e così ha cominciato ad andare sott’acqua. Gridava aiuto, ma io non potevo fare nulla».

Appena uscito dal fiume l’amico ha dato subito l’allarme. Sul posto sono intervenuti oltre ai mezzi del 118, i carabinieri della stazione di Calcio, i vigili del fuoco di Romano, il nucleo Saf (speleo alpino fluviale di Bergamo), il nucleo sommozzatori di Milano e i sommozzatori volontari di Treviglio.

Le ricerche di Mohammed sono durate poco: messi i gommoni nel fiume, il corpo senza vita del giovane è stato trovato dal Saf di Bergamo in un’insenatura della striscia di roccia per poi essere portato a riva.

La voce della disgrazia ha fatto subito il giro nella numerosa comunità egiziana nella zona e tanti sono accorsi alla Palada. Mohammed aveva raggiunto l’Italia un anno fa da solo, senza alcun famigliare stretto. I genitori sono rimasti in Egitto, in una città a circa mezzora da Il Cairo. Prima aveva vissuto a Milano a casa di uno zio per poi, appunto, trasferirsi tre mesi fa a Calcio dove, purtroppo, ha trovato la morte. La sua salma verrà subito rimpatriata in Egitto per la cerimonia funebre.

A quanto risulta al sindaco Elena Comendulli, lungo le sponde dell’Oglio non sono in vigore divieti di balneazione: «Ciò però – spiega – non significa certo che non ci siano tratti pericolosi. Proprio come la Palada dove, vista la sua pericolosità, noi del territorio sappiamo che è meglio bagnarsi solo i piedi. Purtroppo il povero diciottenne annegato abitava qua a Calcio da troppo poco tempo per conoscere il rischio a cui stava andando incontro tuffandosi».

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