La Bergamasca piange Fabio. Il ricordo: «Per le scalate si preparava sempre al meglio»

LA TRAGEDIA SUL MONTE BIANCO. La famiglia di Fabio Medici, il 49enne morto sul Monte Bianco, si è riunita nel dolore, a Lurano, nella casa dove vive ancora l’anziana madre, Serafina, sotto choc per quanto accaduto al suo unico figlio.

Zanica

«Fabio era una persona eccezionale, schietta, disponibile e affidabile, da sempre innamorata della montagna. Quando lo vedevamo nelle foto che faceva mentre era impegnato nelle scalate appariva talmente sicuro che dicevamo: non gli potrai mai accadere nulla. E invece». Queste le parole pronunciate dai famigliari di Fabio Medici, l’alpinista di 49 anni di Zanica morto domenica mattina dopo essere stato investito da un seracco mentre era sul Monte Bianco con un amico, bergamasco 30enne di Lurano.

Tutti quanti lunedì 25 agosto si sono riuniti a Lurano nella casa di famiglia del quarantanovenne dove vive ancora l’anziana madre, Serafina, sotto choc per quanto accaduto al suo unico figlio. Da tutti i familiari Medici viene ricordato come una persona «con la testa sulle spalle».

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«Aveva la testa sulle spalle»

«Lui quando doveva fare una scalata si preparava al meglio e non lasciava nulla caso. E si preoccupava ancora di più se doveva fare una scalata insieme a qualcun altro» il ricordo. Era anche un alpinista che amava le sfide: «Più una sfida era difficile – continuano i famigliari – più si impegnava per affrontarla, ma sempre con la testa sulle spalle. E alla fine arrivava sempre dove voleva arrivare».

Con la moglie Emanuela Ganz, Medici era appena tornato da una vacanza in Trentino e sabato era appunto partito per salire sul Mont Maudit, sul massiccio del Monte Bianco, con l’amico.

Il tragico incidente

Superato un pendio intorno alle 5,30, stavano passando sotto le pendici del Mont Blanc du Tacul quando sopra le loro teste, a circa 4.000 metri di quota, hanno improvvisamente sentito la rottura di un seracco

I due alpinisti bergamaschi avevano raggiunto il rifugio Torino, a circa 3.300 metri, sabato da cui poi domenica 24 agosto erano partiti intorno alle 3 di mattina per salire sul Mont Maudit: «Fatta la prima parte di salita – racconta un famigliare – legati in cordata, hanno scavallato sul versante nord del Mont Blanc du Tacul e si sono ricongiunti con la traccia che arriva dal rifugio Des Cosmiques. Superato un pendio intorno alle 5,30, stavano passando sotto le pendici del Mont Blanc du Tacul quando sopra le loro teste, a circa 4.000 metri di quota, hanno improvvisamente sentito la rottura di un seracco. A questo punto hanno tentato di tornare sui loro passi, ma resisi conto che non ne avrebbero avuto il tempo, hanno adottato le modalità di autoprotezione previste in questi casi: si sono accovacciati mettendosi in posizione di sicurezza». Purtroppo, dopo il distacco del seracco, una massa di ghiaccio e neve ha investito Medici, risparmiando invece il compagno che, quando ha riaperto gli occhi, ha visto il 49enne a pochi metri.

Da 25 anni viveva a Zanica

Il quarantanovenne era originario di Lurano ma si era trasferito a Zanica circa 25 anni fa. A Lurano tornava ogni giorno perché da quando aveva 18 anni lavorava come operaio alla Pneumax. E finito il lavoro, si recava solitamente a trovare la madre. La salma dell’alpinista si trova composta nella camera mortuaria di Sallanches. «Ci hanno detto che, se non ci sarà qualche impedimento burocratico, il feretro potrà arrivare nella giornata del 26».

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