L’agonia della fauna e degli alberi senz’acqua

La siccità Fontanili e Fosso bergamasco in secca: morie di pesci e anfibi. L’avifauna emigra. «Autunno» anticipato per le piante: le foglie ingialliscono.

Fontanili senz’acqua, lo storico Fosso bergamasco asciutto ormai da mesi, fauna morta o che emigra alla ricerca di acqua. E poi boschi in grandissima sofferenza, con i primi segnali che arrivano dalle foglie imbrunite. Sono le conseguenze su flora e fauna della perdurante siccità e del gran caldo di queste settimane.

Un’emergenza che, oltre a colpire l’agricoltura e a mettere in difficoltà gli acquedotti di tutta la provincia, sta colpendo duramente anche l’ambiente naturale. Esemplificativo il caso di Covo, sul cui territorio ci sono cinque fontanili. «Di questi quattro sono in secca - dice il sindaco Andrea Capeletti, agronomo - . I fontanili sono alimentati da falde freatiche ma soprattutto da falde artesiane, ovvero quelle che prendono acqua grazie a tubi che scendono diversi metri in profondità: l’acqua risale per pressione, se l’acqua è poca non riesce più a risalire. Come sta succedendo ora».

Moria di gambero rosso

«Il danno all’ambiente è molto grave: pesci e anfibi che popolavano i corsi sono morti, dai tritoni alle rane, molta avifauna non trovando acqua, anatre, gallinelle d’acqua e trampolieri, per fare un esempio, sono emigrati altrove. L’unica nota positiva forse è la moria di gambero rosso americano, specie non autoctona. E quei pochi pesci che erano rimasti sono stati predati nelle pozze di acqua dove si erano concentrati».

Secco anche lo storico Fosso bergamasco, il canale artificiale di origine tardo medievale che nella nostra pianura collega l’Adda al Serio per poi riprendere e collegare quest’ultimo al fiume Oglio. «A memoria non ricordo una situazione del genere - continua il sindaco -. Il Fosso è ormai in secca da mesi. Alimentato da fontanili e, a nord dalle rogge, ora è completamente asciutto. Generalmente ha andamenti alterni, ci sono stati anche periodi critici, in articolare nel tratto a nord, ma un minimo di acqua c’era sempre stato, anche per l’irrigazione. Ora nulla». «D’estate - continua il sindaco di Covo - solitamente avevamo il problema contrario: ovvero, soprattutto nella zona di Cortenuova, il Fosso straripava allagando i cascinali».

Soffrono fontanili e e avifauna della pianura, soffrono anche foreste e boschi di tutta la provincia come già successo nel 2003, l’ultimo anno che in genere si ricorda una siccità prolungata di tali dimensioni.

«Sta succedendo quanto accaduto già nel 2003 - racconta Enfissi -. Un’estate molto calda accompagnata da pochissime precipitazioni con l’acqua che non viene trattenuta nel terreno. Una situazione di stress per le piante con il rischio di caduta anticipata delle foglie».

«Stop alla fotosintesi»

Le prime avvisaglie dello stress a cui gli alberi sono sottoposti arrivano dalle foglie: iniziano a ingiallire e imbrunire e poi cadranno se continueranno queste condizioni meteo. Di fatto non porteranno a termine il normale ciclo vegetativo estivo. Una sorta di «autunno» anticipato. A illustrare il fenomeno, i segnali inviati dalla natura su quanto sta succedendo, è il direttore tecnico del Consorzio forestale dell’alta Valle Brembana, Stefano Enfissi, dottore forestale.

«Sta succedendo quanto accaduto già nel 2003 - racconta Enfissi -. Un’estate molto calda accompagnata da pochissime precipitazioni con l’acqua che non viene trattenuta nel terreno. Una situazione di stress per le piante con il rischio di caduta anticipata delle foglie».

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«Il caldo e il sole vanno bene – prosegue – ma essendoci pochissima acqua il “motore” delle piante si ferma. Si ferma la fotosintesi e di fatto le foglie anticipano la chiusura del ciclo vegetativo. Ora le piante, tutte, dalla montagna alla pianura, sono in forte sofferenza. Nel 2003, verso agosto, le foglie degli alberi avevano iniziato a ingiallire, a imbrunire. Proprio nel momento in cui avrebbero dovuto essere nel pieno della fotosintesi. Se perdura la siccità succederà anche quest’anno. Le prime avvisaglie si stanno avendo, con qualche foglia ingiallita sulle dorsali dei nostri boschi». «Il bosco - continua Enfissi - non è comunque a rischio - va per così dire in autodifesa: cadranno le foglie, la fotosintesi si fermerà, la pianta non crescerà più. Ma passerà l’inverno in attesa della nuova stagione di crescita. Solo il ciclo vegetativo non sarà stato terminato».

Foreste e boschi in grandissima sofferenza, così come i pascoli: «Anche qui è emergenza - conclude il tecnico –. Stiamo assistendo a un caldo sicuramente fuori misura: i pascoli sono bruciati, anche quelli esposti a nord. Una secchezza estrema che sta mettendo in difficoltà gli alpeggi».

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