Luce e gas, anche i Comuni in affanno per le maxi bollette. Sos al governo: «Servono aiuti»

I sindaci segnalano rincari fino al 140%. «C’è il rischio di non riuscire a chiudere i bilanci». L’Anci bussa al governo per chiedere sgravi ad hoc.

Non sono solo famiglie e imprese a dover fare i conti con i vertiginosi aumenti delle bollette. Lo stesso problema sta investendo gli enti locali, per i quali, dall’illuminazione pubblica al riscaldamento degli edifici, fino al carburante dei mezzi, i costi energetici rappresentano una voce non certo secondaria dei bilanci. E infatti la preoccupazione esplode. «Già a dicembre, quando abbiamo visto il trend, come Anci Lombardia e nazionale abbiamo segnalato il problema al governo in conferenza Stato-Regioni – conferma il vicepresidente di Anci Lombardia Lucio De Luca –. E in questi giorni ci stiamo muovendo per chiedere un intervento dell’esecutivo».

Appalti e servizi

Le ricadute, oltre all’ovvio e primario timore di non riuscire a chiudere i bilanci, sono concrete e ad ampio raggio: «È un tema che inciderà moltissimo anche sui bandi del Pnrr, molti costi cambieranno – prevede De Luca –. E poi c’è tutto il capitolo degli appalti in essere, anche per i servizi. I trasporti scolastici o l’assistenza domiciliare affidati un anno fa, per fare un esempio, erano stati calcolati su valori completamente diversi: il problema potrebbe riguardare a cascata anche le cooperative che se ne occupano». L’elenco potrebbe continuare, rendendo comprensibile il mal di testa di molti amministratori.

Il fabbisogno stimato dall’Anci a livello nazionale per far fronte ai rincari è di 550 milioni di euro sul 2022. Col nuovissimo decreto sostegni «ter» sono previsti degli sgravi (1,2 miliardi in tutto) per gli impianti di pubblica illuminazione e superiori ai 16 Kw/h, per i primi tre mesi dell’anno. Una misura «tampone», che però riguarderà anche le attività produttive e arriverà direttamente in bolletta, rendendo quindi difficile capire quale sarà l’effettiva ricaduta sui Comuni (e infatti la richiesta dell’Anci era di ristori «ad hoc» da ripartire tra i municipi).

«È chiaro che si debba fare di più, anche se sappiamo che non è semplice – commenta Stefano Locatelli, vicepresidente nazionale di Anci –. L’unica soluzione sembra uno scostamento di bilancio. Lavoriamo insieme per questo, altrimenti i Comuni rischiano di dover tagliare dei servizi».

Numeri da capogiro

Intanto, ci si trova a predisporre i bilanci di previsione in una situazione di pesante incertezza, per dirla con un eufemismo: «Oggi viaggiamo su aumenti del 30% secco. Per Treviglio, tra gas e corrente, potrebbe voler dire dai 300 ai 350mila mila euro in più in un anno», riassume il sindaco Juri Imeri. Proprio pochi giorni fa, nel corso di una riunione tra i sindaci dell’Ambito trevigliese, la questione è emersa con forza, con preoccupazioni condivise da molti amministratori. Gabriele Riva, primo cittadino di Arzago, ha messo a confronto la bolletta di dicembre 2020 con quella dello stesso mese del 2021, trasecolando di fronte a cifre più che raddoppiate. «A parità di consumi, per l’elettricità siamo passati da 16mila a 35mila euro – spiega –. Una situazione assolutamente ingestibile». Col rischio, per i Comuni, di dover tagliare dei servizi o aumentare aliquote,il che vorrebbe dire, evidenzia Riva, «andare a cercare risorse aggiuntive nelle tasche di cittadini e imprese che a loro volta già subiscono questi rincari. Sarebbe paradossale. So che l’Anci sta portando queste istanze al governo, spero che nel giro di breve tempo ci siano risposte chiare». Numeri da capogiro anche a Caravaggio: «Per il gas siamo passati dai 45.500 euro del dicembre 2020 ai quasi 80mila dello stesso mese 2021 – snocciola il sindaco Claudio Bolandrini –, mentre per l’energia elettrica siamo saliti da 19mila a 47mila euro. E temo che sul 2022 sarà anche peggio, c’è una preoccupazione condivisa tra i sindaci sul riuscire a chiudere i bilanci».

«Facciamo squadra»

Timore, quello sulla sostenibilità dei conti, rilanciato da Fornovo dal vicesindaco Fabio Carminati, che ha visto sul solo metano un aumento del 140%. «Sono numeri non sostenibili per i Comuni, ho chiesto a tutti i colleghi dell’Ambito di fare squadra per palesare agli enti competenti questo problema. Il tempo c’è per rimediare, ma è necessario fare qualcosa».

Dalla pianura alla montagna, la situazione non cambia, anzi: il freddo invernale alle quote medio-alte incide già di suo sulle bollette. «Da una prima stima – dice Jonathan Lobati, sindaco di Lenna –, l’extra-costo dovuto al rincaro delle bollette andrà dai 7 ai 12mila euro. Si tratta di una cifra ingente per un Comune come il nostro. Ora faremo ulteriori verifiche, ma poi andremo a battere cassa a chi di dovere, perché è impensabile mettere le mani nelle tasche dei cittadini. In questo periodo sono stati distribuiti tanti soldi, alcuni anche con leggerezza; ora serve intervenire su questo tema. La situazione è sicuramente seria e riguarda anche gli altri Comuni della valle, siamo tutti nelle stesse condizioni».

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