
(Foto di Cesni)
DEMOGRAFIA. I dati di Anghinoni, riconfermato presidente dei negozianti. «I proprietari abbassino gli affitti, piuttosto che lasciare i locali vuoti».
Treviglio
Il futuro del commercio trevigliese incrocia tecnologia ed esperienza. All’intuito dei negozianti, forgiato da anni dietro al bancone, si affiancano moderni strumenti di analisi che suggeriscono la rotta tra le trasformazioni del mercato. È l’analisi di Gabriele Anghinoni, confermato alla guida dei commercianti trevigliesi – 150 gli aderenti all’associazione – per il quarto mandato consecutivo. «Ero pronto a passare la mano – assicura –, ma mi è stato chiesto di restare, di fatto da candidato unico». Un segnale di continuità che si affianca a un rinnovamento nel consiglio.
Ai confermati Matteo Testa (vicepresidente), Stefano Brivio e Francesca Ciocca si aggiungono le new entry Luca Cesni, Francesco Galimberti, Luca Carioli, Samuele Anghinoni e Paolo Belloli. La tecnologia, in questo scenario, è alleato prezioso a servizio del commercio.
Si traduce nella capacità di mappare con precisione la provenienza della clientela che, al di là dei confini trevigliesi, abbraccia in modo importante anche Caravaggio, Cassano d’Adda, la zona di Pandino e Rivolta d’Adda. A rivelarlo, un’analisi dei flussi di telefonia mobile finanziata dal Distretto del commercio, presieduto dallo stesso Anghinoni: «Ci ha confermato che le scuole attirano moltissime persone in città in settimana, pubblico di cui beneficia anche il commercio che a Treviglio tra visitatori, lavoratori ed abitanti registra un flusso costante di 60mila persone al giorno», praticamente il doppio dei 31.440 residenti al 31 dicembre 2024. Da qui, la sfida cruciale di «attrarre visitatori e clienti anche nel weekend, un obiettivo perseguito insieme al Comune attraverso iniziative come sagre, sbarazzo, serate di shopping ed eventi». Un ruolo importante in questa strategia «è giocato anche dall’offerta culturale».
L’importanza del Distretto emerge come un elemento centrale nella visione di Anghinoni: «Ha permesso di partecipare a bandi, portando risorse significative per il territorio». Non solo fondi per rinnovare i negozi, «ma anche un manager del Distretto e un’agenzia di comunicazione per la gestione dei social media, sul quale tutti possiamo contare». In un mercato in rapida evoluzione, caratterizzato da una clientela dai gusti mutevoli, emergono nuove dinamiche. «Abbiamo notato che i nuovi clienti sono gli stranieri di seconda generazione. Magari i loro genitori erano considerati avere capacità di spesa minore, invece oggi ricevono buoni stipendi, hanno un buon tenore di vita e questo si traduce in una spesa vivace nei nostri negozi», precisa Anghinoni.
Fare gruppo aiuta ad affrontare difficoltà inedite e non. Tra queste, la concorrenza dei centri commerciali: «Anche loro, però, stanno affrontando nuove dinamiche e oggi nelle gallerie si vendono anche servizi». Un po’ come nelle vie del centro di Treviglio, dove aumentano i centri estetici, le agenzie di lavoro, le assicurazioni, a discapito di negozi di vendita al dettaglio, edicole, bar. Invece l’e-commerce desta meno preoccupazione, almeno in alcuni settori: «Ricerche di mercato nazionali indicano che nell’abbigliamento solo il 27% dei clienti si rivolge al web e solo il 16% per l’arredamento. Il negozio fisico piace ancora, sebbene in ambiti come la tecnologia l’incidenza dell’online sia più marcata», precisa ancora Anghinoni. La questione del caro affitti appare invece ineludibile. Treviglio si conferma una piazza costosa e la ricetta del presidente dei commercianti è chiara: «Forse un proprietario dovrebbe considerare l’opzione di affittare a cifre più contenute, piuttosto che lasciare il locale sfitto». Ma resta il fatto che «se dovessi aprire oggi un negozio, lo aprirei a Treviglio», rivendica il presidente del commercianti, «città viva che ha ferrovia, autostrada e scuole. E resterà sempre viva se sapremo nutrirla con gli eventi».
La città intanto si prepara alla primavera 2027, anno delle elezioni comunali che chiuderanno il decennio targato Juri Imeri: «Non molti decenni fa ci si divideva, c’erano gli artigiani che votavano un candidato e i commercianti che ne preferivano un altro», ricorda Anghinoni. «Oggi è cambiato tutto, vogliamo un sindaco che creda nel commercio e lo si può trovare sia a sinistra che a destra. Incontreremo tutti i candidati, per assicurarci che, chiunque vinca, abbia chiaro il ruolo sociale del commercio e il valore del distretto».
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