Treni, su 1.432 cancellazioni una su 3 «colpa» del gestore

TRENORD. Dati gennaio-marzo, il Pd: serve cambio di rotta. La Regione: il 52% delle corse saltate imputabile a cause esterne, in orario l’86% dei convogli.

Di chi è la colpa, quando un treno viene soppresso? Risposta a volte non semplice, visto il complesso mosaico ferroviario lombardo. Ma ci sono dei dati per provare a decifrarlo, partendo dal fatto che tra gennaio e marzo 2025 su 7 linee bergamasche (Bergamo-Brescia, Bergamo-Milano via Carnate, Bergamo Treviglio, Brescia-Treviglio-Milano, Cremona-Treviglio, Varese-Treviglio, Novara-Treviglio) si sono contate 1.432 soppressioni totali o parziali, pari a circa il 4% sul totale delle corse programmate: 738 treni, il 52% del totale, sono saltati per «cause esterne», dagli scioperi agli investimenti di persone, dall’intervento delle forze dell’ordine al maltempo, fino ad altre motivazioni meno frequenti; 486 cancellazioni, il 34%, sono state invece responsabilità dell’«impresa ferroviaria», cioè di Trenord tipicamente per un guasto del treno, e le altre 206, il 14% del totale, sono attribuite al «gestore dell’infrastruttura», e quindi Rfi per via di problemi ai binari, alle stazioni o ai passaggi a livello. Se invece si escludono le «cause esterne» o comunque di forza maggiore, di queste 694 cancellazioni – quelle per cui vi sono «cause imputabili» al gestore di rete o del servizio – il 70% è stato dovuto a Trenord e il 30% a Rfi.

Il bilancio dell’assessorato

A fornire il bilancio è l’assessorato regionale ai Trasporti e Mobilità sostenibile, sulla base dei dati di Trenord, in risposta a un’interrogazione presentata da Davide Casati e Jacopo Scandella, consiglieri regionali del Partito democratico.

Il responso della Regione entra poi nel dettaglio delle performance delle direttrici bergamasche: «Nel primo trimestre 2025, sulle linee indicate si sono registrati circa 29mila treni circolanti, dei quali oltre 25mila sono arrivati in orario o con ritardi contenuti entro i 5 minuti: la puntualità reale entro i 5 minuti, cioè l’indicatore di puntualità percepito dal viaggiatore, è conseguentemente pari all’86,46% – spiegano da Palazzo Lombardia -. Sempre nei primi tre mesi dell’anno, con riferimento agli indicatori di puntualità ai 7 minuti e ai 15 minuti, sulle linee citate si è rispettivamente registrata una puntualità del 91,7% (oltre 26.500 treni) e del 97% (oltre 28mila treni)». Gli indici di puntualità delle tratte bergamasche sono lievemente superiori rispetto al trend complessivo regionale: nel 2024, infatti, la tabella di marcia di Trenord sul totale di direttrici segnalava l’80% di puntualità entro i 5’ di ritardo, l’87% entro i 7’ di ritardo e il 95% entro i 15’ di ritardo.

I commenti politici

Critico il commento di Casati e Scandella: «L’inefficienza di Trenord impatta in modo negativo sull’intera mobilità ferroviaria regionale – commentano gli esponenti bergamaschi del Pd -. Non solo infatti, come evidenziato dallo stesso assessore ai Trasporti Lucente nella risposta a una nostra recente interrogazione, al netto delle soppressioni imputabili a cause esterne, il 70% delle cause di soppressioni dipende da Trenord. Questo la dice lunga sui grandi margini di miglioramento che ci sono a livello di efficienza aziendale in capo a Trenord: una situazione sempre più ingiustificabile visto che ci sono in servizio ben 214 nuovi treni». «Gli alibi sono finiti – concludono Casati e Scandella -: l’assessorato ai Traporti non può mettere la testa sotto la sabbia nemmeno nella relazione con Rfi e il ministero, date le maggiori risorse assegnate a Trenord, deve pretendere un cambio di rotta perché la Lombardia non merita un trasporto pubblico inefficiente».

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