Addio a don Besenzoni: «Sono lo zingaro di Dio»

Sarnico. Il sacerdote aveva 91 anni e a Zurigo aveva fondato una missione a servizio degli emigranti italiani. I funerali si svolgeranno sabato 26 novembre alle 10.

Don Franco Besenzoni, 91 anni, se n’è andato in silenzio, con discrezione, come avrebbe voluto. Originario di Sarnico, ma nato in Svizzera dove il padre e la madre erano emigrati in cerca di lavoro, si è spento improvvisamente nella prima mattinata di ieri nella sua casa di Sarnico, in via dei Mille, dove era giunto dal Canton Grigioni nella giornata di sabato per trascorrere qualche giorno con la sorella e i nipoti.

In Svizzera dal 1967, don Franco era un sacerdote di frontiera. Ultimo di quella «nidiata» di sacerdoti cresciuti nella parrocchia di Sarnico all’ombra del parroco, monsignor Pietro Bonassi, raccontava spesso: «Ero più piccolo degli altri, alcuni già con una carriera sacerdotale alle spalle. Però per me non è successo quello che avviene nelle famiglie dove, di solito, il più piccolo era il più coccolato. Nel nostro ambiente a quei tempi, era diverso». Ordinato sacerdote a Bergamo nel 1955, ha esercitato la sua missione sacerdotale come curato, prima a Botta di Sedrina, successivamente ad Adrara San Martino. Nel 1967, come fecero i suoi genitori, «emigra» su un altro lago, quello di Zurigo a Horgen, dove ha fondato una Missione cattolica italiana al servizio degli emigranti.

Qui, con costanza e rigore ha trascorso tanti anni della sua vita sacerdotale costruendo per 32 anni percorsi di giustizia e solidarietà, che ha condiviso con tante persone e in particolare con gli emigranti italiani che negli Anni Settanta furono costretti, causa la recessione economica, dovuta alla crisi petrolifera, ad espatriare oltralpe.

«Ultimamente - ricordano i nipoti - diceva spesso che oggi in Svizzera non ci sono più gli emigranti di una volta. Ai tempi, aveva sette parrocchie e seguiva circa 18mila persone. Li aiutava in tutto: faceva studiare i figli, provvedeva a trovare i documenti necessari per tutte le situazioni, insegnava il tedesco, faceva attività teatrale. Insomma, un punto d’appoggio importante per gli italiani che andavano in Svizzera per lavoro».

Don Franco ha portato avanti il suo impegno a favore dei emigranti fino al 2000, quando è andato in pensione. Si era ritirato nella cittadina di Obersaxen, nei Grigioni, ma veniva spesso nel suo paese d’origine per un periodo di riposo. Collaborava con i sacerdoti locali nell’espletamento di tutte le attività liturgiche. «Quando veniva qui nella sua casa di Sarnico - concludono i nipoti - aveva una lista lunghissima delle attività da fare: malati da visitare, in primis, e poi gli anziani della casa di riposo e infine, le confessioni. Don Franco era un uomo sensibile che sapeva ascoltare, faceva del bene senza farlo notare e amava in punta di piedi. Un educatore entusiasta, misurato ed anche sornione. Sapeva correggere senza ferire, consigliare senza essere puntiglioso. Un sacerdote ricco di umanità che ha precorso i tempi, un uomo della nostra terra bergamasca». Don Franco Besenzoni lascia la sorella Giovanna Maria, i nipoti Adriano, Franco e Maria Grazia. I funerali si svolgeranno sabato alle 10 nella chiesa parrocchiale di Sarnico e saranno presieduti dal vicario generale monsignor Davide Pelucchi.

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