
Cronaca / Val Calepio e Sebino
Martedì 13 Maggio 2025
Costa Volpino, il dolore delle mamme si fa arte in una scultura
L’INAUGURAZIONE. Voluta dalle madri che hanno perso un figlio e si incontrano nella «stanza di Lulù», alla Domus civica: «Non si dimentica»
Una Festa della mamma particolare quella celebrata domenica 11 maggio a Costa Volpino dove, all’interno del cimitero del Piano, è stata inaugurata una scultura voluta dalle mamme che hanno perso un figlio o una figlia, ma che non vogliono lasciarsi annientare dal dolore e che in gruppo, tra loro, riconoscendosi, aiutandosi a vicenda, trovano la forza di andare avanti e di non chiudersi alla vita.
Il posto in cui si incontrano si chiama «La stanza di Lulù» ed è nella Domus Civica vicina al municipio: è qui che le loro storie si mescolano e le loro lacrime vengono asciugate. Madri che hanno perso un figlio per malattia e per incidente stradale, ma che continuano a sentirsi mamme nonostante tutto.
«È così – conferma Dina Florio, una di loro – io ho perso Carlo (Tottoli, ndr) tanti anni fa, ma è come se fosse ieri, ed è così per tutte le mamme: non puoi dimenticare, certi ricordi resteranno finché vivremo su questa terra. In una giornata come la Festa della mamma i ricordi tornano a galla ancora più del solito, ci si ricorda da quando è nato fino al giorno in cui se ne è andato».
«È come se fossimo rinate»
I ricordi sono vividi, piantati nella memoria: «Era aprile del 1998, era un periodo che non mi sentivo bene e nelle vacanze di Pasqua avevo deciso di fare qualche controllo, e avevo portato con me anche Carlo. Mio figlio frequentava l’Itis a Lovere, era uno studente brillante, aveva sedici anni e giocava a calcio, sciava, nuotava. Dalle analisi però risultò una diagnosi terribile: aveva la leucemia. Ha lottato per un anno e mezzo, aveva anche ricevuto il midollo osseo da una donatrice tedesca che non ho mai conosciuto, ma le complicazioni e le infezioni non gli hanno dato scampo. Con lui malato ho passato due feste della mamma, oggi sono ancora qui». Il papà di Carlo, Agostino, e il fratello Alessandro, non hanno mai fatto mancare il loro sostegno, ma è grazie alla «Stanza di Lulù» che Dina si sente accolta: «Il gruppo delle mamme – racconta - serve a condividere il trauma vissuto, a dire le emozioni provate e a sostenerci a vicenda. Ogni volta che usciamo da quella stanza è come se fossimo rinate».
Dalle analisi però risultò una diagnosi terribile: aveva la leucemia. Ha lottato per un anno e mezzo, aveva anche ricevuto il midollo osseo da una donatrice tedesca che non ho mai conosciuto, ma le complicazioni e le infezioni non gli hanno dato scampo.
Il gruppo era nato su iniziativa dell’ex assessore Patrick Montani ed è tuttora sostenuto con forza dall’attuale amministrazione: «Sono i gruppi informali – conferma l’attuale assessore ai servizi sociali Simona Figaroli – a comporre una Comunità con la C maiuscola: La Stanza di Lulù accomuna tante famiglie, molte delle quali arrivano anche da lontano, perché esperienze come la nostra sono poco diffuse. Oltre al dolore per la perdita di un figlio, diventa anche un luogo in cui affrontare altri dolori e altre sofferenze».
La scultura realizzata da Luca Carrara
La scultura inaugurata domenica si chiama «L’AlbeLune» ed è stata realizzata dal soverese Luca Carrara: acciaio e pietre formano un albero con tante semi lune, come le vite che non hanno conosciuto lo splendore di una luna piena: «Ho cercato – spiega l’artista – di affrontare il tema così delicato del dolore con il giusto rispetto, ma sono io che ringrazio loro: mi hanno obbligato a compiere un percorso di riflessione nel campo dell’innaturale, quello in cui un genitore perde un figlio, mentre invece dovrebbe essere un figlio ad accompagnare fino all’ultimo il proprio padre o la propria madre».
© RIPRODUZIONE RISERVATA