Delitto di Grumello, via al processo. Tra i 4 testimoni anche la figlia della vittima. Battaglia sull’aggravante

Grumello del Monte. Davanti alla Corte d’Assise di Bergamo lunedì 27 marzo è iniziato il processo per l’omicidio di Anselmo Campa, ucciso a 56 anni il 19 aprile 2022. Verrà sentita anche la figlia della vittima ed ex fidanzata dell’imputato reo confesso. Punto chiave del dibattimento sarà l’aggravante dei futili e abietti motivi.

Verrà sentita anche Federica Campa, figlia della vittima ed ex fidanzata dell’imputato, al processo per l’omicidio di Anselmo Campa, che ha preso il via lunedì 27 marzo davanti alla Corte d’assise di Bergamo presieduta da Giovanni Petillo (a latere Laura Garufi). La ventiduenne, una delle quattro parti civili, sarà chiamata a raccontare i traumi psicologici causati dal delitto del padre. In totale sono quattro i testimoni che verranno ascoltati in aula: nel giro di un altro paio di udienze il dibattimento potrebbe arrivare a sentenza.

«Ucciso per 7.000 euro»

Alla sbarra c’è Hamadi El Makkaoui, 24 anni, detto Luca, operaio di origini marocchine di Castelli Calepio, accusato di aver ucciso a martellate l’imprenditore 56enne perché pretendeva la restituzione di circa 7.000 euro che il giovane aveva versato per l’acquisto di un’auto. Secondo la prospettazione del pm Maria Esposito, i soldi sarebbero serviti a soddisfare i suoi vizi, e cioè gioco d’azzardo e consumo di sostanze stupefacenti. Futili e abietti motivi è l’aggravante contestata, che in teoria gli potrebbe costare l’ergastolo e che in pratica gli ha finora impedito di accedere ai riti alternativi con annessa riduzione della pena.

L’aggravante dei futili motivi

È su questa aggravante che si gioca il processo, dal momento che El Makkaoui (attualmente in carcere e ieri presente in aula) è reo confesso. Ha ammesso di essere stato lui, il 19 aprile del 2022, a uccidere Campa all’interno dell’abitazione dell’imprenditore a Grumello del Monte. All’origine del delitto – come ricostruito durante l’indagine dei carabinieri – ci sarebbe la richiesta di ottenere immediatamente 500 dei circa 7.000 euro che El Makkaoui aveva versato per una Renault Clio, utilitaria che Campa gli aveva dato in uso e della quale aveva poi preteso la restituzione. Alla richiesta del giovane, il 56enne avrebbe risposto negativamente, in maniera anche sgarbata e con degli insulti: questo suo comportamento avrebbe di conseguenza scatenato la furia omicida. L’operaio lo aveva quindi colpito ripetutamente con più di venti martellate alla testa.

Già in udienza preliminare, a febbraio, i difensori, gli avvocati Robert Ranieli e Giorgio Conti, avevano chiesto al gup la modifica dell’imputazione mettendo in dubbio la sussistenza dei futili e abietti motivi, in ragione di problemi di ludopatia e di tossicodipendenza dei quali, secondo la tesi difensiva, l’imputato sarebbe stato afflitto. Essendo El Makkaoui obnubilato dal gioco e dalla droga, la pretesa delle somme non avrebbe per lui costituito un futile né un abietto motivo, ma un modo per soddisfare le proprie esigenze patologiche: questo, in sostanza, il ragionamento dei legali.

Due psicologi tra i testimoni

Ieri in aula l’avvocato Ranieli ha così chiesto e ottenuto di sentire a processo due psicologi. Il primo, il dottor Paolo Mazzoleni Terracini, è consulente tecnico della difesa e parlerà, contro esaminato da accusa e parti civili, del profilo ludopatico dell’imputato. Il secondo è uno psicologo del carcere e relazionerà in merito al comportamento tenuto da El Makkaoui in carcere e alla partecipazione alle attività organizzate dalla casa circondariale. Ad assistere all’udienza di ieri tra il pubblico c’era una suora che fa volontariato in carcere e che sta seguendo l’imputato. La deposizione di Federica Campa, chiesta dal suo avvocato di parte civile Ennio Buffoli, attiene al profilo civilistico, in relazione a eventuali risarcimenti. E sul tema dei traumi psicologici subiti dalla figlia, la Corte d’assise ha ammesso un altro teste, sempre richiesto dall’avvocato Buffoli: la psicoterapeuta Sarah Viola.

Le quattro parti civili

Oltre a Federica Campa, come parti civili si sono costituite la ex moglie della vittima, Sara Belotti, in rappresentanza della figlia minorenne (avvocato Giorgio Tramacere); e la sorella e la madre di Anselmo: Donatella Campa (avvocato Carla Valtellini) e Maddalena Bellini (avvocato Luigistelio Becheri). Processo aggiornato al 22 maggio per sentire i quattro testimoni. Il 12 giugno è prevista la discussione della parti, mentre per l’udienza seguente, non ancora fissata, è attesa la sentenza.

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