Ferita da un petardo la notte di Capodanno. «Sarei potuta morire,ora voglio giustizia»

L’appello di una ventinovenne finita in ospedale. La notte di San Silvestro a Pisogne raggiunta da un botto «Ero in piazza: ho sentito il dolore lancinante al braccio».

«Potevo morire, ora chiedo solo che i responsabili siano individuati». A parlare è una ventinovenne di Sovere che rischia di non poter più usare come prima il braccio sinistro dopo essere rimasta ferita da un petardo la notte di San Silvestro a Pisogne.

È ricoverata a Esine, dove è stata operata e, dal suo letto di ospedale, chiede a gran voce di sapere chi, poco dopo la mezzanotte del 1° gennaio, ha lanciato un petardo, forse modificato oppure contenuti in una bottiglia di vetro, che le ha trapassato la pelle, i muscoli e le ossa.

La giovane di Sovere aveva deciso di festeggiare a Pisogne l’arrivo del 2022 in compagnia di alcune amiche. Pochi minuti dopo la mezzanotte, però, per lei gli auguri di un buon anno erano già svaniti, evaporati: «Erano passati forse cinque minuti dalla mezzanotte e, approfittando di un attimo di calma, visto che a me i botti e i fuochi d’artificio fanno paura, stavo attraversando la piazza per raggiungere un bar. All’improvviso ho sentito un forte boato esplodere vicino a me e poi un dolore lancinante risalirmi lungo il braccio sinistro».

I carabinieri di Pisogne e della compagnia di Breno stanno indagando per capire cosa sia successo: forse un botto è stato lanciato a mezz’aria dentro a una bottiglia di vetro, forse un razzo è stato sparato con una traiettoria troppo bassa, forse un petardo è stato modificato con parti di vetro e di plastica dura.

«Non so cosa sia successo, ma qualunque cosa fosse – ricorda la giovane di Sovere – quel petardo maledetto mi ha sbriciolato un osso, tranciato parte dei muscoli, leso i nervi e i tendini». I primi a soccorrerla sono stati i gestori di un bar che hanno chiesto l’intervento del 118: con un’autoambulanza la giovane bergamasca è stata portata in ospedale a Esine dove i medici l’hanno subito operata. Adesso è ricoverata nel reparto di ortopedia e potrebbe subire altri interventi: la speranza è di poter riacquistare la piena funzionalità del braccio e i medici stanno monitorando l’evoluzione delle sue condizioni. «Praticamente mi manca un pezzo di osso e, pur essendo passata ormai una settimana, ancora non sono certa di riavere la piena funzionalità del braccio – spiega –. Mi piace andare a cavallo, camminare in montagna e vorrei che tutto tornasse come prima».

La consapevolezza che sarebbe potuta andare peggio – «Se la scheggia mi avesse colpito al volto, o al collo, sarei morta», ammette – non basta a restituirle la serenità perduta. Ora chiede a gran voce giustizia e che i responsabili siano individuati. La donna e le amiche che erano con lei lanciano un appello affinché testimoni oculari si facciano avanti, oppure i filmati dei tanti telefonini che in quel momento stavano riprendendo i festeggiamenti siano consegnati ai carabinieri per individuare chi ha lanciato quel petardo che le ha rovinato il nuovo anno e forse cambiato la vita per sempre. I carabinieri stanno visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza installate in piazza a Pisogne. Se invece qualcuno avesse materiale utile alle indagini lo può fornire portandolo direttamente in caserma a Pisogne.

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