I soccorsi con la speleologa verso l’uscita dalla grotta: «Situazione difficile ma Ottavia è tosta» - Il video del salvataggio

IL SALVATAGGIO. L’infortunio a un chilometro dall’ingresso della grotta fra il Sebino e la Val Cavallina nel pomeriggio di domenica 2 luglio. Le squadre si danno il cambio da domenica pomeriggio: le operazioni rese più difficili dalle piogge di ieri sera.

Era scesa nelle grotte dell’Abisso Bueno Fonteno per nuove esplorazioni, ma si è fatta male a una gamba: una speleologa bresciana, Ottavia Piana, 30 anni di Adro, non è più riuscita a muoversi e per lei si è messa in moto un’imponente macchina dei soccorsi. Non è in pericolo di vita, ma tirarla fuori sta richiedendo più tempo di quanto inizialmente ipotizzato: le operazioni di recupero potrebbero richiedere ancora alcune ore. Per la giovane speleologa un’altra notte - la seconda - è passata nella grotta sul lago d’Iseo.

Intorno alle 11.30 di martedì 4 luglio è partita dal campo base l’ultima squadra, tutta di soccorritori bergamaschi, pronta a portare finalmente fuori la giovane ferita. «Stiamo lavorando tutti per tirare fuori Ottavia: la situazione è tosta ma anche lei lo è. Siamo ottimisti» dice Ilaria Bonacina, speleologa delle Nottole Bergamo prima di rientrare nella grotta.

Il ritorno alla luce è previsto tra le 12 e le 14 di oggi: la speleologa poi verrà issata sull’Elisoccorso e trasportata direttamente in ospedale per le cure di cui ha bisogno.

Ecco il video delle ultime fasi del salvataggio:

Le ultime fasi del salvataggio della speleologa intrappolata a Fonteno. Video

Ottavia Piana era partita da casa domenica mattina (2 luglio): socia del gruppo Speleo Cai di Lovere, è istruttrice di esplorazioni in grotta sotto terra, ed è entrata nell’Abisso Bueno Fonteno altre numerose volte, come testimoniano i suoi reportage presenti sul sito dell’associazione Progetto Sebino (che dal 2005 porta avanti le ricerche nel sistema carsico che si estende fra il lago di Iseo e la Val Cavallina e che con i suoi 20 chilometri di gallerie già tracciate è oggi uno dei più estesi d’Italia).

Si era data appuntamento con altri 4 speleologi e aveva raggiunto l’ingresso della grotta, in una delle valli dei colli di Fonteno: da qui ci si infila in uno stretto cunicolo prima di ritrovarsi in un continuo alternarsi di maestose grotte, pareti a strapiombo, fiumi e piscine sotterranee: questo mondo è la grande passione di Ottavia.

Il blocco di roccia staccato

Domenica pomeriggio però, mentre era impegnata a risalire una parete, il blocco di roccia a cui era agganciata si è staccato di colpo e le è caduto su un ginocchio, causandole un grosso ematoma molto doloroso. «Il punto in cui è avvenuto l’incidente – ricostruisce Claudio Forcella, presidente di Progetto Sebino – si chiama Spalmer: si trova a circa 150 metri di profondità, a poco più di un chilometro dall’ingresso». Il dolore le impediva di muoversi e di risalire così due amici sono rimasti con lei mentre gli altri due hanno raggiunto l’uscita per dare l’allarme. Domenica nel tardo pomeriggio è quindi scattato l’intervento della delegazione speleologica del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico Lombardia, il che ha sede a Stezzano e che è coordinato da Corrado Camerini di Brescia, medico e speleologo: da quasi due giorni squadre di sei/otto volontari provenienti anche dal Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Piemonte, si danno il cambio per riportare in superficie la trentenne bresciana. «Non è in pericolo di vita, assolutamente – garantisce Forcella –, ma le operazioni di recupero sono molto lunghe e difficoltose: l’ambiente di per sè è ostile, ci si muove spesso in cunicoli larghi meno di mezzo metro: stavolta bisogna anche far passare una barella con sopra una persona».

I soccorsi in azione a Fonteno: speleologa intrappolata nelle grotte a 150 metri di profondità

Il dolore alla gamba e i soccorsi

Le operazioni sono andate avanti per tutto il giorno: sotto terra è sceso anche personale sanitario, fra cui la prima a raggiungere la ferita è stata una dottoressa di Varese che le ha portato gli antidolorifici necessari a placare il dolore. Fra l’ingresso dell’Abisso Bueno Fonteno e l’unico slargo disponibile per parcheggiare nella valle, è stata tirata una provvisoria e rudimentale linea telefonica, unico strumento per poter comunicare fra i due punti visto che i telefonini non funzionano.

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La pioggia rallenta l’intervento

In serata si è capito che Ottavia Piana uscirà dal sottosuolo soltanto nella tarda mattinata di martedì 4 luglio. Punto di riferimento per gli speleologi e i vigili del fuoco di Clusone è il campo sportivo di Fonteno, dove le squadre si danno appuntamento per portare aggiornamenti e decidere come proseguire il recupero. Verso le 21 di ieri ha iniziato a piovere e questo rallenterà ulteriormente le operazioni di risalita: l’acqua si infila nella grotta e investe con i suoi getti la cordata impegnata a tornare in superficie. Da un momento all’altro, si aspetta che il telefono posizionato nella valle inizi a suonare portando buone notizie.

Le condizioni ambientali rendono le manovre molto complesse, anche perché la pioggia di stanotte ha parzialmente interessato anche l’interno. L’incremento della portata d’acqua sui salti verticali ha reso impraticabile la zona sopra il pozzo da 50 m. In questo momento ha ripreso a piovere ma la progressione è in una zona meno interessata dallo scorrere dell’acqua. La barella è in trasporto lungo il meandro che precede i saltini prima dell’uscita. Le condizioni dell’ infortunata sono stabili, medico e infermiere sono costantemente in contatto con la barella.

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