Il giallo di Grumello: «Gridava al telefono il giorno prima»

Le indagini Un vicino ha sentito una chiamata «agitata» di Anselmo Campa: il suo smartphone sotto esame. Forse usato un martello. Venerdì avrebbe dovuto firmare dal notaio la cessione delle sue quote in ditta per 600 mila euro.

Gli ultimi contatti telefonici di Anslemo Campa sono sotto la lente degli inquirenti che indagano sul suo omicidio. Per capire se quanto avvenuto presumibilmente martedì sera (19 aprile) nell’appartamento di via Nembrini 56 a Grumello del Monte sia stato l’epilogo di un’aggressione casuale – durante un furto degenerato – o, più verosimilmente, di un episodio mirato a uccidere l’imprenditore cinquantaseienne: in particolare al vaglio c’è una telefonata di lunedì sera, dunque ventiquattr’ore prima del delitto (Campa è poi stato trovato senza vita da quattro amici mercoledì attorno alle 21, dunque ulteriori 24 ore dopo) .

Alla stessa ora di due giorni prima Campa aveva gridato al telefono, mentre era in casa: lo ha sentito un vicino indiano, che ha l’appartamento confinante con il suo. Non ha capito il contenuto della telefonata, ma si è reso conto che l’imprenditore appariva irato e urlava. «Non l’avevo mai sentito gridare così, era sempre tranquillo», ha precisato il vicino. Quella telefonata c’entra qualcosa con la drammatica morte dell’imprenditore? Procura e carabinieri per ora non si sbilanciano: le indagini non escludono alcuna pista. Settimana prossima sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Campa: l’esame chiarirà l’orario preciso della sua morte e le cause. L’esame esterno ha rilevato almeno una profonda ferita al capo, forse inferta con un oggetto – che non è stato ritrovato né in casa né nelle vicinanze – con una parte acuminata, come per esempio un martello.

«Non l’avevo mai sentito gridare così , era sempre tranquillo»

Dall’appartamento – dove l’imprenditore viveva da solo dopo la separazione, tre anni fa, con la seconda moglie Sara Belotti e la partenza per l’Egitto, tre mesi fa, della figlia maggiore Federica (la coppia ha anche un’altra figlia dodicenne che vive con la madre, sempre a Grumello) – pare non mancasse nulla (vari cassetti e ante erano aperti) e in tasca Campa aveva portafogli (con pochi euro perché solitamente pagava con le carte) e smartphone (sul display c’erano le svariate chiamate perse degli amici che lo cercavano da martedì sera). In casa c’erano anche le chiavi della sua Range Rover Velar, parcheggiata fuori dal palazzo fino a venerdì mattina, quando i carabinieri l’hanno fatta rimuovere per le analisi di rito.

Dall’appartamento pare non mancasse nulla e in tasca Campa aveva portafogli e cellulare

Il luogo dell’omicidio di Grumello del Monte

Da circa sette mesi l’imprenditore non frequentava più l’azienda «TTG Srl» di Cologne, nel Bresciano, aperta dal padre e della quale deteneva le quote di maggioranza, mentre il resto appartiene alla sorella Donatella e al marito di quest’ultima. Proprio venerdì – come tra l’altro lo stesso Campa aveva raccontato nei giorni scorsi agli amici del bar Circolino – l’imprenditore si sarebbe dovuto presentare dal notaio per formalizzare la cessione delle sue quote alla sorella e al cognato.

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Quote per un valore di 600 mila euro, dei quali aveva già ricevuto un acconto di centomila euro. Le sue quote gli sarebbero state dunque liquidate e l’imprenditore avrebbe incassato un tesoretto, frutto di una vita dedicata all’azienda, dalla quale però di recente si era allontanato, pare anche a seguito di un provvedimento di interdizione al lavoro conseguenza del fatto che ogni tanto il cinquantaseienne alzava un po’ il gomito. Ma all’appuntamento di venerdì Campa non si è potuto presentare perché è stato ucciso tre giorni prima. Tuttavia un collegamento tra questi fatti – così come con la telefonata di lunedì sera – resta al momento soltanto una suggestione: nessuno risulta infatti indagato, né sono trapelati specifici sospetti in tal senso.

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