
(Foto di San Marco)
IL RICORDO. Chi entra e chi esce dalla casa del commiato di Sarnico non si capacita della morte di Frisca Lisa Laygo, travolta da un motoscafo a Predore.
«Era in salute, le piaceva fare nuoto e ogni tanto andavamo al lago proprio per questo», la ricorda il marito Giancarlo Lanza. E così hanno fatto anche martedì pomeriggio, quando si è consumata la tragedia che ha strappato la vita alla 64enne di Predore, travolta da una imbarcazione a motore che stava facendo manovra per salpare dal pontile del bar-ristorante «Molo 31». Il marito era in acqua poco distante e quando si è reso conto di cosa era successo ha cercato di soccorrerla insieme ad altri due bagnanti, ma le sue ferite erano troppo gravi. «Era la nostra forza, non so come faremo senza di lei». Cerca di essere forte Domenico Lanza, il figlio 27enne della coppia. Ma il dolore per la perdita della madre è grande.
Durante le visite alla casa del commiato e alla veglia di preghiera serale guidata dal parroco di Predore, don Ivan Dogana, in molti hanno ricordato la disponibilità e la creatività di Frisca Lisa Laygo, «gli origami, i libretti che faceva per la scuola e l’aiuto che aveva dato in oratorio», ma anche «il pozzo che aveva realizzato per raccogliere le offerte per l’attività missionaria di padre Danilo Fenaroli».
L’incontro con il marito era avvenuto in un aeroporto: «L’ho conosciuta a 20mila chilometri di distanza da qui, era una bella ragazza e si era seduta proprio accanto a me, nonostante ci fossero altri posti liberi. Il destino forse, e ora ci è stata portata via. Pensare che all’inizio avevamo altri programmi, poi all’ultimo si era deciso di andare al lago».
L’incontro risale a una trentina di anni fa e all’epoca, per tenersi in contatto, non c’erano i social network e gli smartphone. Così si erano scambiati i dati: un telefax al giorno per due anni. Originaria delle Filippine – da dove era tornata l’1 agosto dopo un viaggio tra i parenti – Frisca Lisa Laygo si era trasferita a Predore, dove ha sempre vissuto con il marito e il figlio. «Senza di lei è come aver perso il nostro motore». Ieri in paese, tra il cordoglio e lo sgomento, l’hanno ricordata così: «Lei una persona squisita, erano una famiglia riservata, ma molto unita».
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