Memorie partigiane a Fonteno: una strada ricorderà la battaglia, ecco il tracciato

Storia Totem, pannelli e foto a ricordo dello scontro nel 1944. L’inaugurazione del percorso il 23 luglio. Magistrati (Anpi): è un progetto della comunità.

Il 31 agosto del 1944, a Fonteno e nei dintorni i partigiani della 53° brigata Garibaldi e della Francesco Nullo affrontarono forze nazifasciste che li superavano in uomini e armamenti. Ci furono scontri a fuoco, perdite, prigionieri. Alla fine l’abilità di manovra, la conoscenza del terreno e l’appoggio della popolazione locale segnarono per la Resistenza il successo più significativo della guerra di Liberazione bergamasca. In ricordo di quel giorno, l’Anpi di Bergamo, con le sezioni di Valle Calepio-Val Cavallina, Endine Gaiano e Lovere, hanno disegnato il Sentiero partigiano «Strada della Battaglia di Fonteno», un itinerario che ripercorre i luoghi e gli eventi di 78 anni fa.

La nuova via verrà inaugurata il 23 luglio e collegherà otto stazioni di sosta corredate da totem, pannelli con testi in italiano e in inglese, targhe, sagome e fotografie storiche. La cerimonia vedrà la partecipazione del presidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo e avrà inizio verso le 10 a Fonteno, con la scopertura delle prime due stazioni in piazza Onagro Parroci. Da lì si procederà per Cascina Fudrighì, Colletto, il Colle di Caf, il Monumento delle Brigate partigiane sul monte Torrezzo e il Casì de Torès. Infine alle 15, in piazza IV novembre a Valmaggiore di Endine Gaiano, verrà scoperta la stazione finale, dedicata agli sforzi delle donne a sostegno dei gruppi partigiani.

Il 31 agosto 1944 i tedeschi comandati da Fritz Langer si riversarono a Fonteno per vendicarsi della cattura di due ufficiali e del l’interprete. Presero in ostaggio la popolazione e, con il sostegno di compagnie fasciste, passarono all’offensiva. Mentre i partigiani di Giorgio Paglia respingevano gli assalti, il comandate Giovanni Brasi «Montagna» e altri garibaldini catturarono le formazioni tedesche. Verso sera si arrivò a un accordo: i prigionieri furono liberati in cambio del cessate il fuoco, del rientro alle basi dei combattenti fascisti ancora attivi e della promessa (non mantenuta) di non operare rastrellamenti.

Come sottolineato martedì alla Fondazione Serughetti La Porta di Bergamo (dove Anpi ha presentato l’iniziativa), i primi passi della Strada risalgono al 2020. Tiziano Belotti, il presidente di Anpi Valle Calepio-Val Cavallina e curatore del Sentiero, ha ricordato che molto si deve all’ispirazione del partigiano Vincenzo Beni e del testimone della battaglia Francesco Nezosi, entrambi scomparsi durante gli anni della pandemia. Inoltre hanno garantito il loro sostegno numerosi enti locali e culturali: i comuni di Endine Gaiano, Adrara San Rocco, Fonteno e Trescore Balneario, la Comunità montana dei Laghi bergamaschi, la Fondazione istituti educativi di Bergamo e Arci Lombardia.

«Lo definirei un progetto della comunità – ha detto Mauro Magistrati, presidente Anpi Bergamo – diamo la possibilità di stabilire contatti con la storia della Resistenza, andando nei luoghi dove fu combattuta. In più abbiamo riservato una grande attenzione all’ambiente. Diceva Italo Calvino che “la Resistenza rappresentò la fusione di paesaggio e persone”. Credo che la Strada della Battaglia restituisca bene anche questo aspetto dell’esperienza partigiana».

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