Rischiavano di annegare come l’amico: «Mi sono tuffato per aiutare»

NELL’OGLIO. Massimiliano Ghilardi, 53enne di Castelli Calepio, il 14 agosto aveva salvato uno degli amici di Samadou Guebrè, annegato a soli 21 anni nelle acque del fiume che separa Palazzolo da Cividino.

«Ho fatto quello che potevo fare». Massimiliano Ghilardi, 53 anni di Cividino di Castelli Calepio, ricorda così il pomeriggio della vigilia di Ferragosto, quando si è buttato nelle acque dell’Oglio, nei pressi della diga di Palazzolo, per riportare a riva uno dei tre amici che si erano trovati in difficoltà dopo essersi immersi nel fiume. Se per un 16enne e un 22enne di Seriate l’intervento di Ghilardi e di altri passanti era stato provvidenziale, per Samadou Guebrè, 21enne di Albano Sant’Alessandro, non c’era stato nulla da fare: il giovane originario del Burkina Faso era stato ripescato senza vita dai Vigili del fuoco cento metri più a valle e, proprio domenica 24 agosto, è stato sepolto nel paese natale dopo l’espatrio della salma.

La testimonianza del bergamasco

«Ero al parco Metelli di Palazzolo con mia moglie, avevamo portato “Mia”, la nostra Golden retriever, a rinfrescarsi in un punto del fiume dove l’acqua è bassa – racconta il 53enne –. Stavamo per tornare a casa quando abbiamo sentito alcune grida. In quella zona ci sono tanti ragazzi che fanno pic-nic lungo la riva del fiume o fanno il bagno: all’inizio ho pensato che stessero scherzando. Poi le urla sono aumentate e allora ho capito che c’era qualcuno in difficoltà».

La corsa e poi il tuffo per cercare di aiutarlo

Massimiliano Ghilardi si è messo a correre verso la diga, seguendo le grida: «Ho visto un ragazzo in acqua, continuava a finire sotto con la testa e mi sono buttato per raggiungerlo. La corrente non era forte, ma era finito in una buca profonda circa due metri e mezzo. Quando mi sono avvicinato mi ha spinto sott’acqua e riuscivo a spingermi in superficie con i piedi. Per tirarlo fuori ho chiesto aiuto ad alcuni giovani a riva, che hanno formato una catena con dei tronchi».

Il cugino in salvo, ma del terzo giovane non c’era traccia

«Piangeva, era spaventato e stremato, e una volta a riva mi ha detto che c’era anche un altro giovane. Ho saputo solo dopo che era annegato»

Nel frattempo, sull’isolotto di pietre vicino alla riva era già stato portato in salvo da alcuni palazzolesi anche il cugino del giovane. Dell’amico 21enne, invece, non c’era traccia. «Piangeva, era spaventato e stremato – conclude Ghilardi, ricordando quel drammatico pomeriggio –, e una volta a riva mi ha detto che c’era anche un altro giovane. Ho saputo solo dopo che era annegato: uscendo dalla caserma carabinieri avevo incontrato i genitori, cercavano il parco Metelli e li ho accompagnati dove poi avrebbero dovuto identificare la salma del figlio».

Il grazie del Comune di Castelli Calepio

«Ci sentiamo onorati per il suo gesto, esempio di coraggio e solidarietà»

Ieri, dopo aver saputo del gesto del concittadino, l’amministrazione di Castelli Calepio lo ha ringraziato pubblicamente: «Il gesto di Massimiliano Ghilardi ha salvato la vita al giovane – ha sottolineato il sindaco, Adriano Pagani –. Purtroppo un altro amico era già irrimediabilmente scomparso nelle acque del fiume.Già conosciuto nelle frazioni di Cividino e Quintano per il costante impegno di volontario all’oratorio, ci sentiamo onorati per il suo gesto, esempio di coraggio e solidarietà».

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