Sebino balneabile, ma la sua salute merita solo un voto 6

IL CONVEGNO. Monitoraggi Arpa: «Condizioni sufficienti». Serve agire sulla depurazione, ma dalla Valle Camonica. Uniacque: «Dalla Bergamasca nessun refluo nel lago».

Sarnico

Se si guarda alla balneabilità, tutte le spiagge del Sebino risultano eccellenti. Ma se si prende in considerazione lo «stato ambientale del lago d’Iseo», il giudizio formulato dai monitoraggi condotti dall’Arpa tra il 2014 e il 2019 e poi tra il 2020 e il 2022 (i prossimi risultati saranno quelli dello studio condotto tra 2020 e 2025) è ben diverso. Lo stato ecologico del Sebino è solo «sufficiente», mentre il suo stato chimico è «buono». La sfida? Migliorarne lo stato di «salute» intervenendo sui fattori esterni, in primis la depurazione delle acque.

Il convegno

È quanto emerso, in estrema sintesi, dal convegno organizzato sabato 24 maggio a Sarnico dal dipartimento Ambiente, territorio e Protezione civile di Forza Italia Bergamo proprio per fare il punto con un panel di esperti e di tecnici. Presenti diversi esponenti del partito, tra cui il coordinatore regionale Alessandro Sorte, Loris Rodigari, Jonathan Lobati, Umberto Valois e Massimo Cocchi. «Il lago d’Iseo non gode di uno stato particolarmente ottimale, diciamo che è sufficiente – ha sottolineato Lucia Lo Palo, presidente di Arpa Lombardia –. Ci sono realtà che erano messe anche peggio e ora sono ottimali, come il lago di Varese. La sfida è grande, ma possiamo migliorare. Non solo per l’attrattività turistica, ma per il rapporto tra ambiente e salute».

Temperatura in aumento

Come spiegato in un intervento video da Pietro Genoni, responsabile dell’Unità organizzativa laghi dell’Arpa, «lo stato ambientale dei corpi idrici viene definito dallo stato ecologico e dallo stato chimico». Nel primo caso sono monitorati fitoplancton, parametri come trasparenza, ossigeno e fosforo, e inquinanti specifici tra metalli, solventi e pesticidi. Nel secondo caso «vengono ricercate ogni due anni tutte le sostanze previste dalla normativa». La raccolta dei campioni viene effettuata sei volte l’anno lungo la colonna d’acqua, fino alla massima profondità, che per il Sebino è intorno ai 250 metri. «Storicamente il Sebino ha un problema di eutrofizzazione, dovuto al carico di nutrienti – ha proseguito –. E negli ultimi anni ha le caratteristiche di un lago meromittico». In pratica la temperatura delle acque è in graduale aumento e lo strato più denso presente sul fondo non si rimescola più con quello superficiale, tanto che gli ultimi completi rimescolamenti delle acque sono avvenuti vent’anni fa. «Negli strati profondi, quindi, è scomparso l’ossigeno e sono aumentati i nutrienti». Così tra la Corna Trentapassi e il Corno fra Tavernola e Predore (è anche l’area con le profondità maggiori) si è formata una «zona anossica».

«Oggi nel lago d’Iseo non dovrebbero più arrivare reflui dalla Bergamasca. Il condizionale è d’obbligo, perché purtroppo a volte ci troviamo ancora a che fare con degli scarichi abusivi»

«Intervenire sulle acque reflue»

Per il Sebino, il Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po stabilisce il «conseguimento del buono stato ecologico oltre il 2027» e il «mantenimento del buono stato chimico». In che modo? «Migliorando il sistema di collettamento e di depurazione delle acque reflue», suggerisce Arpa. Ma su questo Uniacque, che gestisce il servizio idrico integrato in Bergamasca, si è già portata avanti. «Dal 2018 abbiamo messo in atto interventi per 8 milioni di euro – ha sottolineato l’ad Pierangelo Bertocchi –, sia sul lago che in Valle Seriana e in Valle di Scalve. Oggi nel lago d’Iseo non dovrebbero più arrivare reflui dalla Bergamasca. Il condizionale è d’obbligo, perché purtroppo a volte ci troviamo ancora a che fare con degli scarichi abusivi». E in più c’è il capitolo bresciano, dato che l’alta Valle Camonica non è ancora collettata e i reflui, dall’Oglio, arrivano nel lago.

Sul tema è intervenuto, in collegamento, anche il ministro all’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin: «Per conservare i nostri laghi dobbiamo intervenire sulle acque reflue, ma anche valorizzare l’acqua per lo sviluppo turistico e le economie locali. I laghi sono una salvaguardia a fronte del cambiamento climatico».

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