
Cronaca / Val Calepio e Sebino
Venerdì 30 Maggio 2025
Solto Collina, si dimette il sindaco Esti Il Consiglio vota comunque la sfiducia
Arriva il Commissario. Il primo cittadino e i tre rimasti con lui hanno rimesso il mandato. Il messaggio sui social: «Le defezioni nella lista hanno compromesso la serenità di governo». Gli altri: non in grado di reggere il confronto.
Ennesimo coup de théâtre nella vita amministrativa di Solto Collina: quando mancavano poche ore al Consiglio comunale che prevedeva all’ordine del giorno una variazione di bilancio, il consuntivo del 2024 e la mozione di sfiducia al sindaco Maurizio Esti (presentata da 5 consiglieri comunali su 9), il primo cittadino e i tre consiglieri rimasti con lui (Sabrina Amaglio, Maurizio Badon e Michele Canobbio) hanno protocollato in municipio le loro dimissioni. Questo però non ha messo al riparo il sindaco dalla sfiducia che, votata dai cinque (Tino Consoli, Davide Romeli, Filippo Cassarino, Marina Gabanelli e Fabrizio Minelli) che l’avevano presentata a fine aprile, porterà nelle prossime ore al commissariamento del Comune. Ma la serata è tutta da raccontare.
I cinque consiglieri di opposizione hanno saputo delle dimissioni attorno alle 20, quando sul profilo Facebook «Comune di Solto Collina» (gestito dagli esponenti di Rinnovamento per Solto, la lista che aveva vinto le elezioni nel 2022) è comparso un messaggio (poi improvvisamente cancellato attorno alle 20.15, e definitivamente pubblicato verso le 21) in cui Esti, Amaglio, Badon e Canobbio annunciavano di aver presentato «con grande rammarico» le proprie dimissioni. «Dopo quasi tre anni di lavoro incessante – si legge ancora nel loro messaggio - ci siamo trovati di fronte ad una situazione che non ci ha più permesso di operare con l’efficacia e la stabilità necessarie. Le defezioni a vario titolo avvenute nel tempo tra i componenti della nostra lista di maggioranza hanno progressivamente compromesso la coesione e la serenità di governo dell’Amministrazione comunale».
Nel messaggio, quel che rimane(va) della maggioranza ha duramente contestato anche l’ex vicesindaco Tino Consoli, a cui due mesi fa Esti aveva dimezzato le deleghe, e il consigliere Davide Romeli, uscito dalla maggioranza a metà marzo per formare un gruppo autonomo: i due «hanno deciso di ignorare il mandato democratico conferito dai cittadini e sovvertire una maggioranza legittimamente eletta dai suoi votanti, causando un’instabilità tale da rendere non più possibile la prosecuzione del nostro progetto amministrativo». Nessuno di loro si è presentato per partecipare al Consiglio comunale. All’ingresso del municipio i cinque consiglieri rimasti hanno incassato la notizia e sono saliti in aula, dove il segretario, statuto alla mano e con il supporto della Prefettura, ha fatto l’appello, ha constatato la presenza del numero legale e dato il via ai lavori. Subito si è posto il problema di chi dovesse presiedere la seduta: la scelta, votata dall’assemblea, è caduta sul consigliere più anziano, Tino Consoli. Poi Filippo Cassarino ha chiesto l’inversione dell’ordine del giorno, per partire dalla mozione di sfiducia. Si è così aperta la discussione durante la quale Romeli e Consoli hanno ribadito la propria posizione.
«Mi erano state affidate le deleghe a scuola e cultura – ricorda Romeli – due settori in cui ho avuto il piacere di mettermi a servizio del mio paese e della mia comunità provando fino alla fine a interrompere una logica di contrapposizione che è dannosa per tutti». Consoli ha aggiunto: «L’assenza di Esti stasera non è casuale: ha dimostrato di non essere in grado di reggere il confronto con le altre persone. Il suo errore è stato quello di non capire che la maggioranza si era spaccata continuando a offendere i suoi consiglieri più attivi».
Fabrizio Minelli ha confermato: «Ribadisco pubblicamente che la mia forte opposizione non ha nulla di personale, ma si basa su un giudizio politico e amministrativo molto netto: Esti e chi è rimasto con lui non sono in grado di guidare un Comune». «In questi anni – ha concluso Cassarino – i nostri concittadini hanno dovuto assistere al totale svuotamento politico e amministrativo del Consiglio comunale, ad una totale mancanza di dialogo, a un’eccessiva litigiosità, a comportamenti che hanno leso l’immagine del nostro paese. Dimettendosi oggi pomeriggio, hanno provato a sparigliare le carte ma si sono dimostrati ancora una volta inadatti ad amministrare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA