Teleriscaldamento ko: niente acqua calda per 250 famiglie a Credaro

Il disagio. Coinvolti i residenti nella zona di San Fermo allacciati ad una centrale di gestione privata. Il Comune ha «tamponato» con un generatore.

La soluzione tampone s’è trovata subito, con un generatore di Anpas trasportato d’urgenza da Castione attorno alle 23,30 di mercoledì sera. Ma il problema è tutt’altro che risolto, e il Comune di Credaro ci sta lavorando senza sosta da giorni. Circa 250 famiglie credaresi si sono viste interrompere la fornitura di acqua calda nel tardo pomeriggio di mercoledì: si tratta dei residenti della zona San Fermo, tutti allacciati ad una centrale di teleriscaldamento privata che serve – oltre ad abitazioni civili – anche la scuola elementare e alcuni edifici di proprietà comunale.

La fornitura di energia, indispensabile per il funzionamento della centrale e la trasmissione dell’acqua calda, è stata interrotta mercoledì, pare per morosità: un’interruzione che il presidente dell’Associazione piccoli proprietari case (Appc) Bergamo e Brescia, Vincenzo Vecchio, ha già denunciato al prefetto in una nota ufficiale in cui si citano «problemi di equilibrio economico» dell’attuale (così come dei precedenti) gestore del servizio, a danno di circa 700 abitanti.

La fornitura di energia, indispensabile per il funzionamento della centrale e la trasmissione dell’acqua calda, è stata interrotta mercoledì, pare per morosità

Il Comune è intervenuto nel giro di poche ore dalla sospensione dell’acqua calda, facendo arrivare in zona un generatore a gasolio di proprietà di Anpas: una misura tempestiva che ha permesso ai residenti di non vedersi privati del servizio se non per un lasso di tempo estremamente breve, ma che non può che essere una soluzione tampone. «La priorità per noi è stata quella di garantire un servizio indispensabile per la famiglie – dice la sindaca Adriana Bellini, in prima linea già mercoledì sera per l’arrivo del generatore -. Grazie al dispositivo prestato da Anpas e alla disponibilità del Municipio, che sta sostenendo la fornitura del gasolio, i disagi per la comunità sono stati minimi. È chiaro a tutti che va trovata una soluzione permanente al problema: sono personalmente in contatto con il prefetto perché si possa lavorare insieme, nel tentativo di dare una risposta ai cittadini privati di un servizio che, pur non essendo di stretta competenza comunale, rimane un servizio indispensabile di pubblica utilità». E non è la prima volta che la centrale di teleriscaldamento in questione fa parlare di sé: voluta in seguito ad una lottizzazione privata risalente agli Anni 2000, è stata gestita da diverse società che nel corso degli anni si sono succedute, non senza problemi e disagi. Episodi di interruzione del servizio si sono già verificati, in diverse occasioni.

«Lo scorso luglio eravamo stati informati circa la possibilità di un ulteriore passaggio di gestione della centrale, passaggio che ci aveva fatto ben sperare – ricostruisce Bellini -. Lunedì invece la notizia che l’avvicendamento è sfumato. Ora il Comune, che ricordo essere totalmente estraneo alla gestione di questo servizio voluto dai privati lottizzanti della zona, sta verificando la disponibilità di società strutturate e consolidate a prendere le redini del servizio. Una verifica in corso e che speriamo si possa chiudere a breve».

Un’operazione a cui l’Amministrazione sta lavorando senza sosta. Anche perché: se è vero che il generatore ha tamponato i disagi delle famiglie, e che per gli alunni della scuola elementare il disagio per ora è stato minimo – il riscaldamento non può essere acceso prima del 22 ottobre –, la fornitura di acqua calda con un generatore a gasolio non può essere né una misura sostenibile né un espediente a lungo termine. «Una soluzione definitiva va trovata, a stretto giro» chiosa la sindaca.

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