Telgate, in centinaia ai funerali dell’operaio morto contro un rimorchio

L’addio. Il parroco su Giorgio Vavassori, mancato mercoledì in seguito allo schianto nel cortile della ditta dove lavorava: «Era quasi una centralina del buon umore». Il ricordo di don Brozzoni: «La tua semplicità ha toccato il nostro cuore».

«Avremmo voluto farlo domenica, ma lo facciamo in maniera anticipata: un momento di festa di compleanno, perché Giorgio rinasce a vita nuova. La morte non è morte ma rinascita, la nascita alla vita piena». Ha esordito così il parroco di Telgate, don Jean Mario Rizzi, che venerdì 1° marzo, insieme a centinaia tra parenti, compaesani, amici e colleghi riuniti nella parrocchia di San Giovanni Battista, ha dato l’ultimo saluto a Giorgio Vavassori, l’operaio di Telgate che mercoledì mattina è morto in seguito a uno scontro tra il suo scooter e un rimorchio nel cortile della «Ario srl» di Pontoglio, dove lavorava da anni.

Avrebbe compiuto 62 anni domenica, ma in un attimo si è spento. Per questo, le parole del Vangelo di Luca lette durante il funerale – «Tenetevi pronti, perché nell’ora che non immaginate viene il Figlio dell’Uomo» – «mai come in questa occasione appaiono nella loro verità», ha detto il parroco. Perché, ha aggiunto, «il tratto che ha colpito tutti della sua morte è stato innanzitutto quel carattere improvviso: tutto è successo nel giro di qualche minuto, in un lampo». Alla comunità di Telgate, Giorgio ha regalato tanti sorrisi, con il suo carattere semplice e affabile. Per chi lo incontrava al bar e scambiava qualche parola con lui, Giorgio era «quasi una centralina del buon umore», ha concluso don Rizzi. Un ricordo commosso è quello di don Emilio Brozzoni, in passato curato a Telgate e fondatore della comunità Nazareth e dell’Aeper: «Sei cresciuto con un umore semplice, sereno, amabile. Eri disponibile e attento con tutti, e tutti ti volevano bene. Grazie perché la tua semplicità ha toccato il nostro cuore, perché senza tante parole ci hai regalato il meglio della tua vita».

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