Villongo piange Alessandro Cadei, morto in bici sotto il pullman: «Sempre disponibile e sorridente»

L’INCIDENTE. Il dramma sabato 29 aprile sulla provinciale 89 a Gorlago: vani i soccorsi per il pensionato di 73 anni. Il ricordo della figlia Michela: «Papà era davvero una brava persona, disponibile con tutti e sempre sorridente». Disperato l’autista, un 54enne diretto a Palosco.

Stavano tornando verso casa dopo una mattinata in bicicletta sulle strade del lago d’Iseo e di quello di Endine. Un giro abituale, fatto tantissime volte. Purtroppo a Gorlago sabato 29 aprile un terribile incidente non ha lasciato scampo ad Alessandro Cadei, pensionato di 73 anni di Villongo, dove viveva in via Dei Ronchi 15. È morto sul colpo per i gravi traumi riportati alla testa. Cadei era uno dei sei componenti di una comitiva di cicloamatori di Villongo: la tragedia attorno alle 11,30 lungo la provinciale 89 che collega la Val Cavallina con la pianura, nel tratto che attraversa l’abitato di Gorlago.

L’incidente

Il settantatreenne stava pedalando insieme agli altri amici: erano tutti in fila indiana sul bordo della carreggiata, in direzione di Montello. Lui era il quarto della fila e chiudeva il primo gruppetto. Dietro, altri due ciclisti che hanno poi assistito al terribile investimento. Sulla stessa corsia stava infatti sopraggiungendo un pullman, guidato da un uomo di 54 anni di Palosco, dipendente di una società che ha sede nello stesso paese. Non c’erano passeggeri a bordo: il conducente era appena stato a Trescore nell’officina di un elettrauto e stava tornando verso la sede.

Mentre il pullman era in fase di sorpasso della fila di biciclette, sembra che Cadei sia finito su un tombino e o forse su un tratto irregolare dell’asfalto. È caduto dalla bici, non verso il marciapiede ma verso il centro della carreggiata, dove arrivava il pullman (che stava effettuando il sorpasso dei ciclisti). Il pensionato è rimasto schiacciato dalla ruota posteriore dello stesso veicolo. Un impatto tremendo. Il settantatreenne è morto sul colpo per l’urto violento che ha spaccato in due il casco del ciclista. L’autista ha tentato di evitare l’investimento, ma non ce l’ha fatta. Si è poi fermato per prestare i soccorsi. La dinamica e le cause sono ancora al vaglio della polizia locale dell’Unione dei Colli, intervenuta per i rilievi.

Autista sotto choc

L’autista era sotto choc: è stato sottoposto, come da routine, all’alcoltest ed è risultato negativo. Ora è disperato: «Non mi sembra ancora vero quello che è successo – ha detto tra le lacrime –. L’avevo visto dallo specchietto, ora è tutto surreale». Sul posto è poi arrivato anche il suo titolare, assieme ad alcuni altri dipendenti. Gli agenti hanno raccolto il racconto dei testimoni per definire la dinamica dell’accaduto. Tra loro anche Paolo Maffeis, amico del defunto, che ha assistito alla scena: «Ho visto tutto: Cadei stava pedalando davanti, era distante circa dieci metri. Siamo partiti questa mattina (ieri,ndr) alle 8,30 e abbiamo fatto il giro dei laghi di Iseo e di Endine. Siamo una comitiva di amici e da sempre ci ritroviamo, soprattutto il sabato. Abbiamo fatto anche diversi pellegrinaggi sulle due ruote, insieme al parroco. L’autobus era in fase di sorpasso: forse per un tombino e l’asfalto irregolare o per lo spostamento d’aria causato dal pullman, c’è stato l’urto. Eravamo in sei, ma divisi in due gruppi: Alessandro era davanti a me ed era l’ultimo del primo gruppo. Io e un altro eravamo dietro. L’ho visto cadere ed è stato schiacciato dalla ruota posteriore del bus, non c’è stato niente da fare. Abbiamo chiamato subito il 112».

Sul posto l’elisoccorso da Brescia e un’ambulanza: il personale medico ha constatato il decesso. La salma, trasferita per il momento alla casa del commiato di San Paolo d’Argon, è a disposizione dell’autorità giudiziaria, che ha disposto l’autopsia. I due mezzi incidentati sono stati posti sotto sequestro dalla polizia dei Colli. La strada è rimasta chiusa al traffico fino alle 16.

Vedovo, lascia due figli

Alessandro Cadei aveva appena compiuto 73 anni, era in pensione da una decina di anni dopo una vita professionale nell’edilizia. Lascia nel dolore i figli Michela e Roberto. «Aveva lavorato come muratore – ricorda la figlia Michela – e da quando era in pensione si dedicava alla sua passione per la bicicletta e faceva anche volontariato al centro anziani di Villongo. La nostra mamma Maria Grazia era morta nel febbraio del 2013. Papà era davvero una brava persona, disponibile con tutti e sempre sorridente». Soltanto quando la magistratura darà il nulla osta, dopo l’autopsia (che presumibilmente sarà eseguita martedì mattina), Cadei potrà essere portato a casa, dove sarà allestita la camera ardente, e potrà essere fissato il funerale.

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