Aperta Villa Carona, l’hotel a 4 stelle nato dal sogno di un imprenditore svedese

Il debutto. Inaugurato l’albergo ricavato nella casa dei dipendenti Enel, chiusa da 40 anni. Il costruttore è Eddy Demir, classe 1968, di origini turche

Giovanni Ghisalberti

«Questo sogno è stato possibile grazie a Tina ed Eddy che hanno creduto in Carona, in me e nelle nostre montagne. Vi sarò sempre grata per quello che potremo ora mostrare alle persone che verranno qui. Perché io penso veramente che Carona sia un luogo magico».

Un’emozionata Loredana Salvetti, ha inaugurato venerdì 27 gennaio il nuovo hotel Villa Carona, un quattro stelle ricavato nella vecchia casa dei dipendenti della centrale idroelettrica dell’Enel, abbandonata da 40 anni. Dispone di una ventina di camere con area wellness che sarà aperta però solo nei prossimi mesi. A gestirlo saranno Loredana con il compagno, lo chef Igor Bana, titolari della «Locanda dei Cantù», sempre a Carona.

Un debutto in grande stile, con ospiti - ovviamente - dalla Svezia e dalla valle. Ma dove il protagonista è stato volutamente un po’ dietro le quinte. A tagliare il nastro con Salvetti, il sindaco Aldo Ruffini, il presidente della Comunità montana Val Brembana Jonathan Lobati e l’assessore regionale al Turismo Lara Magoni, e il progettista, l’ingegnere Enrico Salvetti, segno del legame che la famiglia svedese, protagonista dell’operazione, vuole avere con il territorio.

Lui è Eddy Demir, classe 1968, la moglie si chiama Tina, tre figli. Famiglia cristiana ma di origini turche, arrivò in Svezia quando aveva sette anni. Da ragazzo costruiva capanne nelle vacanze estive, ora è uno degli imprenditori edili più noti di Svezia, costruttore pluripremiato e autore di progetti importanti nelle principali città svedesi. Da otto anni, dopo aver conosciuto Loredana Salvetti, ha messo gli occhi su Carona e la Val Brembana.

«Qui ci sentiamo tranquilli e sicuri - ha detto Tina rivolgendosi agli invitati -. Questo è l’atmosfera giusta, il luogo giusto per interrompere i pensieri di ogni giorno e ricaricare le nostre forze».

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