
Cronaca / Valle Brembana
Domenica 19 Ottobre 2025
Meno negozi e più servizi, in Valle Brembana decolla il turismo
IL REPORT. Tendenza alla contrazione per commercio e ambulanti. Ospitalità, + 20,4% in 5 anni. «Puntare su viabilità e destagionalizzazione».
Il commercio in Valle Brembana continua a mostrare un volto complesso e in trasformazione, tra la tenuta di chi resiste e la spinta di nuovi settori che si affermano. I dati elaborati da Confcommercio Bergamo e Camera di Commercio di Bergamo raccontano una valle che, pur tra difficoltà strutturali e demografiche, conferma una straordinaria capacità di resilienza.
Le cifre e le analisi saranno presentate lunedì 20 ottobre negli uffici di Confcommercio a Zogno (via Alpini 11) nel corso dell’iniziativa «Il valore dell’incontro: voce al territorio», alla presenza del presidente Giovanni Zambonelli, che dopo l’aperitivo conviviale (ore 12,45) e il confronto collettivo, incontrerà gli imprenditori in colloqui individuali fino alle 16.
Oltre mille attività del terziario
Il quadro generale in valle attualmente evidenzia oltre mille attività del terziario attive, pari al 4,4% della rete complessiva orobica, distribuite nei 37 Comuni, abitati da 39.720 persone. La media valle, con Zogno, San Pellegrino, San Giovanni Bianco, Sedrina, Ubiale e Dossena, rappresenta il cuore pulsante del sistema economico: da sola concentra 523 attività di servizi, quasi la metà del totale, e oltre 22mila abitanti. Accanto a essa, le aree dell’alta valle e le valli laterali mostrano una rete produttiva più rarefatta ma ancora vitale: Val Serina (6 Comuni, il più popoloso è Serina) con 176 imprese (16,2% della rete), alta valle centrale (9 Comuni e il principale è Piazza Brembana) con 156 (14,3%), alta valle orientale (6 Comuni e il più popolato è Branzi) con 97 (8,9%), Val Brembilla con 74 (6,7%), alta valle occidentale (6 Comuni, il più grande Santa Brigida) con 45 (4,1%) e infine la Val Taleggio con 20 attività (1,8%).
L’andamento: economia che cambia pelle
Il commercio alimentare ha perso 16 imprese (-10,8%) in cinque anni, con un calo più marcato negli ultimi due (-7,7%). Sul versante opposto si consolida la crescita dell’ospitalità: +10 attività (+20,4%) negli ultimi cinque anni
L’andamento del quinquennio tra 2020 e 2024 descrive però un’economia che cambia pelle. Il commercio tradizionale arretra, mentre crescono i servizi turistici e alle persone. Nel dettaglio, il commercio alimentare ha perso 16 imprese (-10,8%) in cinque anni, con un calo più marcato negli ultimi due (-7,7%). Il non alimentare registra una flessione minima (-1 impresa, -0,4% in cinque anni), ma con un peggioramento recente (-4 imprese negli ultimi due anni). Anche il commercio ambulante è in difficoltà, con una contrazione del 14,3% dal 2020 al 2024. Sul versante opposto si consolida la crescita dell’ospitalità: +10 attività (+20,4%) negli ultimi cinque anni, con un’ulteriore piccola espansione nell’ultimo biennio. Anche la ristorazione e i pubblici esercizi crescono (+0,7%), segnale che il turismo e l’enogastronomia continuano a rappresentare un traino per l’economia locale.
Fusini: «La Val Brembana dimostra anno dopo anno un grande processo di resistenza e resilienza»
In parallelo, avanzano in modo deciso (come in tutta la bergamasca) le attività di servizi alle imprese e alle persone, aumentate del 22,4% (+57 attività) in 5 anni.
L’analisi di Confcommercio
«La Val Brembana dimostra anno dopo anno un grande processo di resistenza e resilienza – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Confcommercio Bergamo –. In un territorio che si spopola e in cui i redditi medi tendono a diminuire, lo sforzo dei residenti è notevole. Il commercio tende a resistere maggiormente più ci si allontana dal fondovalle, perché rappresenta prima di tutto un servizio essenziale per la comunità e un’opportunità di lavoro per chi lo esercita». Le differenze territoriali sono evidenti, come spiega ancora Fusini: «Le località sciistiche come Foppolo, Carona e San Simone mantengono una densità commerciale più alta, legata alla stagionalità turistica, mentre i centri dell’alta valle centrale – Piazza Brembana e Piazzatorre – garantiscono servizi a una residenzialità prevalentemente estiva e di fine settimana. Val Serina, con la sua lunga tradizione di accoglienza e l’attività invernale della Conca dell’Alben, si distingue per vivacità e attrattività».
Tra la neve e l’estate, con il nodo viabilità
A pesare, tuttavia, resta il nodo della viabilità. «La variante di Zogno – osserva Giovanni Pietro Carminati, vicepresidente del gruppo Mobili-Arredamenti di Confcommercio Bergamo – ha portato benefici a Zogno e Ambria, ma non ha risolto del tutto le criticità legate ai lunghi incolonnamenti a monte e a valle. È necessario continuare a investire sulle infrastrutture per garantire la tenuta del sistema economico e occupazionale». Carminati evidenzia inoltre «l’importanza di sostenere il turismo della neve nei comprensori di Foppolo, Piazzatorre e Alben, potenziare l’offerta estiva e favorire progetti di incoming e destagionalizzazione, anche attraverso la riqualificazione del patrimonio immobiliare».
Il quadro che emerge è quello di una valle che, pur colpita da una progressiva rarefazione del commercio di prossimità, trova nuova linfa nei servizi e nel turismo, confermandosi laboratorio di resilienza e di equilibrio tra tradizione e cambiamento. Una valle che tiene, ma chiede strade migliori, più investimenti e una visione di sviluppo che ne valorizzi le diverse anime: quella produttiva, quella turistica e quella, sempre viva, della comunità che resiste nelle sue botteghe, nei suoi alberghi e nei suoi piccoli esercizi.
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