San Giovanni Bianco intasata dalle code. La variante? Costava 60 milioni nel 2010

Viabilità. Le gallerie a Zogno in estate hanno spostato le auto in colonna più a monte: anche per due chilometri. Nel cassetto della Provincia l’ipotesi di tre gallerie. Il vicesindaco Milesi: purtroppo non è tra le opere prioritarie.

Stop alle code in salita grazie alla variante in galleria di Zogno. Ma nei weekend le file di auto si sono spostate all’ingresso di San Giovanni Bianco. Ecco così tornare di attualità di progetto di una variante in galleria che superi l’abitato sangiovannese.

Sono trascorsi circa dieci mesi dall’apertura della variante in galleria di Zogno. I benefici si sono avuti soprattutto in salita, con la ormai eliminazione delle code in salita nelle ore serali. Non si può dire la stessa cosa quando la direzione è quella di Bergamo: resta l’imbuto della rotatoria di Arlecchino a Villa d’Almè e spesso le code arrivano ancora al viadotto di Sedrina.

Le code fino a San Pellegrino

Se in direzione dell’alta valle è difficile ora incontrare code all’’ingresso di Zogno, a parte qualche rallentamento alla rotatoria del Sogno, le file di auto - come successo quest’estate durante i sabati - si sono spesso spostate all’ingresso di San Giovanni Bianco. Succede soprattutto nei fine settimana ma a volte anche nelle mattine del giovedì, quando in paese c’è mercato e gli attraversamenti (al ponte Nuovo o in piazza Martiri di Cantiglio) sono frequenti.

Un progetto - anzi, più di uno - per bypassare con una galleria il centro storico di San Giovanni Bianco, esiste da tempo.

Code che spesso si allungano fino alle gallerie Costone 1 e Costone 2, al confine con San Pellegrino. Per attraversare San Giovanni Bianco diventa così necessario anche mezz’ora. Premesso che per la viabilità della Valle Brembana resta sicuramente prioritario trovare una soluzione il prima possibile sulla Villa d’Almè-Paladina, l’attraversamento di San Giovanni Bianco diventerà nei prossimi anni sicuramente uno dei nodi principali da affrontare. Eppure un progetto - anzi, più di uno - per bypassare con una galleria il centro storico di San Giovanni Bianco, esiste da tempo.

Il primo risale addirittura agli inizio degli Anni 90 del secolo scorso ed è firmato Anas. Lo ricorda l’ex sindaco Oscar Mostachetti: «Era una mega opera - dice - dai costi enormi e con un grande svincolo in località Roncaglia. Anas prevedeva una galleria unica di un chilometro. I costi erano già allora enormi».

La strada poi passò di competenza della Provincia e si cercò di ridimensionare il tutto, per contenere i costi.

Il progetto del 2010

Siamo all’incirca al 2010 e - stante proprio la mancanza di fondi - è il Comune di San Giovanni Bianco proprio a prendere l’iniziativa con un progetto di massima supportato da indagini geologiche e trivellazioni in area di Fuipiano al Brembo, per disegnare una possibile strada alternativa alla provinciale.

Furono effettuati anche degli studi geologici e il tutto venne depositato e protocollato in Provincia. I costi ipotizzati allora erano di 60 milioni di euro

«L’idea iniziale è era quella di realizzare la galleria più verso il fondovalle - continua Mostachetti - ma la geologia non era adeguata, così il tunnel venne spostato più a monte rispetto al fiume. Furono effettuati anche degli studi geologici e il tutto venne depositato e protocollato in Provincia. I costi ipotizzati allora erano di 60 milioni di euro».

Il progetto prevedeva l’ingresso in galleria prima dell’edificio delle Tre Croci (prima di Piazzalunga e dell’ex ponte ferroviario sul Brembo), con una rotatoria di raccordo anche con la stazione ecologica.

Dopo circa un chilometro l’uscita sulla Val Grande (poco a monte del ponte per Fuipiano) e rientro in una nuova galleria che sarebbe dovuta passare all’incirca sotto il Centro di formazione professionale della Regione, in località Monterosso, per sbucare di fronte all’ex cementeria. Qui era previsto un ponte sul torrente Enna, lo svincolo sulla provinciale per la Valle Taleggio e di nuovo una nuova galleria fino all’attuale rotatoria del ponte di Arlecchino (che nel disegno originario, ovviamente, non era disegnata, essendo stata aperta alla fine dello scorso anno).

«Lo scorso anno - spiega il vicesindaco Marco Milesi - abbiamo chiesto che fosse finanziata tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e siamo riusciti a inserire la previsione nel Piano provinciale. L’opera è inserita come strategica ma non tra quelle prioritarie entro il 2025».

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