San Simone: tutto ancora fermo, sfuma finanziamento regionale di due milioni

Valleve. Comune e proprietà non trovano l’intesa sul progetto di rilancio per la stazione chiusa ormai dal 2017. Gandolfi: «Un peccato, persa l’occasione per intercettare fondi pubblici».

A un anno di distanza dall’annuncio dell’accordo da parte del Comune di Valleve, il progetto di rilancio della stazione sciistica di San Simone (Valleve) è ancora fermo. E ora rischia di perdere il finanziamento possibile, da due milioni di euro, della Regione Lombardia. A inizio febbraio 2022 il Consiglio comunale guidato dal sindaco Gianfranco Lazzarini aveva illustrato quelli che erano i termini di un accordo che sembrava poter rilanciare la storica stazione sciistica dell’alta Valle Brembana, nata nel 1951 grazie alla famiglia Bono e chiusa dal 2017 dopo il fallimento dell’ultima gestione, quella della Brembo Super Ski (la società dei Comuni di Foppolo, Carona e Valleve).

L’accordo promosso dal Comune

L’accordo prevedeva che la proprietà (la San Simone Evolution di Franco Quarti) avrebbe dovuto cedere per vent’anni, in comodato d’uso gratuito, al Comune, gli impianti di risalita (due skilift e tre seggiovie). Grazie ai due milioni di euro della Regione (con il bando Arest, Accordo di rilancio economico e territoriale) il Comune avrebbe potuto dare il via a un progetto (che complessivamente costava quattro milioni di euro), e prevedeva, oltre alla rimessa in sesto delle seggiovie, anche il completamento dell’impianto di innevamento programmato, un parcheggio autobus (nell’attuale area camper), il collegamento estivo con la Valle di Mezzoldo, tramite la messa in sicurezza del passo San Simone, (anche con paravalanghe per l’inverno), un punto di primo soccorso. Per ridisegnare anche tutta la stazione è stato coinvolto in un primo tempo l’architetto Giovan Battista De Vecchi, uno degli autori del piano di sviluppo di San Pellegrino, e in seconda battuta lo studio dell’archistar Michele De Lucchi. Il progetto prevedeva che, una volta rimessa in funzione la stazione, il Comune avrebbe poi cercato un gestore che, a sua volta, avrebbe pagato l’affitto in tre quote: al Comune, alla proprietà Quarti e ai proprietari dei terreni. Le posizioni di Comune e privato però sono rimaste inconciliabili. Da una parte la San Simone, che premeva per un progetto sostenibile e di ampio respiro della località (la visione immaginata da De Vecchi), dall’altra il Comune, che aveva intravisto nel bando Arest la possibilità di una via d’uscita da una situazione fin troppo ingarbugliata e decisamente non alla portata di un paese di 130 abitanti.

Tentativo di mediazione

Anche la Provincia aveva provato a trovare una conciliazione tra le due parti, ma senza successo: «La Provincia, su richiesta dell’amministrazione comunale, ha provato a mettere al tavolo il Comune e l’operatore privato, per cercare di fare interloquire le due parti –ha detto il presidente Pasquale Gandolfi –. Purtroppo le posizioni sono risultate troppo distanti; è un peccato, visto che si è persa l’occasione di “mettere a terra” le risorse di un bando Arest che valevano due milioni di euro». Insomma, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, il tentativo di rilanciare San Simone sembra fallito.Nell’ultima comunicazione protocollata in Comune (e inviata per conoscenza anche a Provincia e Regione) la San Simone Evolution ha ribadito di non essere mai stata coinvolta in un intervento condiviso, come era stato richiesto in un primo incontro con l’amministrazione comunale, e di essersi trovata di fronte a un progetto già definito che non condivide nei contenuti. Per questo si dice disposta a vendere tutta la stazione, purché sia una cessione totale e non parziale, al fine di non intralciare il disegno del Comune.

Futuro incerto

«Da parte del Comune – riassume il vicesindaco di Valleve Marco Cattaneo – c’è sempre stata la massima disponibilità: noi eravamo e siamo pronti a sottoscrivere l’accordo. Siamo disponibili anche all’acquisto, purché a prezzi ragionevoli», dice Cattaneo. Tutta l’operazione è stata seguita in questi mesi anche dal consigliere regionale della Lega Alex Galizzi. «Il tempo stringe – dice –. Da parte della Regione c’è ancora la disponibilità, ma occorre fare presto. Per San Simone questa potrebbe essere l’ultima possibilità di rilancio».

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