Val Brembana, sanzioni ai sindaci. «Pronti a restituire la fascia a Mattarella»

Verbali della Digos per il corteo pro-ospedale. Lobati: notifiche siano sospese, confidiamo nel prefetto: «Assurdo, lì per dovere». Ora rischiano fino a 4 mila euro.

«Ci sembra un provvedimento assurdo, iniquo e ingiusto: non eravamo accanto ai nostri concittadini per piacere, ma per dovere. Per questo chiediamo la sospensione immediata delle notifiche dei verbali e siamo pronti a intraprendere un’azione legale comune: si è passato il segno e confidiamo nel prefetto, altrimenti siamo pronti ad andare a restituire al Presidente Matarella la fascia tricolore che indossavamo il 7 agosto in strada. Perché queste sanzioni sono una violenza al Tricolore».

È il presidente della Comunità montana della Valle Brembana Jonathan Lobati, sindaco di Lenna, ad aprire la conferenza stampa, nella sera di lunedì 23 agosto alla «Green House» di Zogno, nella quale i sindaci della valle hanno espresso il loro enorme disappunto per aver appreso che la Digos della questura (che ieri non è voluta intervenire sul tema) sta notificando multe tra i mille e i 4 mila euro (la cifra precisa dovrà definirla il prefetto: lo prevede la legge) a chi di loro aveva preso parte alla manifestazione a favore dell’ospedale di San Giovanni Bianco, tre sabati fa. Il verbale ieri è stato notificato a Lobati e al sindaco di Taleggio Gianluca Arnoldi, mentre altri primi cittadini sono stati contattati telefonicamente per fissare l’incontro per la consegna del verbale. In tutto in strada lo scorso 7 agosto, accanto a un migliaio di abitanti della valle, c’erano 31 amministratori, tutti con la fascia tricolore.

«Chiediamo l’immediata sospensione delle notifiche a noi sindaci e soprattutto che in questa situazione non vengano coinvolti nella maniera più assoluta i cittadini – ha evidenziato Lobati –: noi siamo sempre stati rispettosi delle istituzioni e questa presa di posizione ci ha davvero spiazzato». Nel verbale viene contestato di aver «impedito la libera circolazione di veicoli sulla strada ordinaria denominata SS470, ostruendo la stessa con il proprio corpo». Ieri alcuni sindaci – tra cui quello di Averara, Mauro Egman – sono arrivati in ritardo alla conferenza stampa per via del traffico: così non è mancata, da parte loro, l’amara ironia sulla contestazione della questura per aver bloccato la viabilità «dalle ore 8,45 alle 10» (stando al verbale), quando appunto la viabilità è, da anni, uno dei problemi della valle. «Fare il sindaco – ha aggiunto Lobati – significa rappresentare i propri cittadini e difendere i loro diritti. Il mio posto era su quella strada, a quell’ora, tra la gente e con la fascia tricolore. Vengono usati due pesi e due misure, si vedano i festeggiamenti per gli Europei e il recente rave party nel Viterbese».

«Queste sanzioni sono una beffa – gli ha fatto eco il collega di San Giovanni Bianco, Marco Milesi – e di sicuro non fermeranno la nostra azione comune che ci ha spinto in strada, ovvero garantire i servizi del nostro ospedale». «Ci sentiamo doppiamente pugnalati, perché i rapporti con la Digos sono sempre stati ottimi in passato – ha ricordato Vittorio Milesi, sindaco di San Pellegrino –, mentre stavolta subiamo delle contestazioni da parte di personale della polizia che nemmeno indossava la mascherina. Serve maggiore buonsenso e dobbiamo invitare qui in valle il Presidente Mattarella».

«Un’istituzione non può essere così cieca da contestare a un’altra istituzione di aver interrotto il servizio stradale – ha aggiunto il sindaco di Serina, Giorgio Cavagna – e farlo al sindaco di Taleggio, valle che si è spopolata proprio per la viabilità mancante. Siamo di fronte a un vero atto intimidatorio. Come dire: certi argomenti è meglio non toccarli. Io la fascia l’ho già consegnata una volta, perché è assurdo che la dobbiamo indossare solo nelle ricorrenze per tenere discorsi inevitabilmente demagogici. Sono pronto a rifarlo».

Un tema evidenziato tra gli altri dal sindaco di Averara è quello dello spopolamento della valle, mentre tutti i presenti hanno ribadito l’importanza di un presidio sanitario operativo 365 giorni l’anno e 24 ore su 24, con l’invito in valle anche alla vicepresidente della Regione e assessore al Welfare Letizia Moratti per spostare sul fronte politico la discussione – ora tecnica, ma infruttuosa a dire dei sindaci – sul futuro dell’ospedale. «Pensavo che le istituzioni superiori dovessero essere un aiuto per quelle più piccole – ha lamentato il sindaco di Foppolo, Gloria Carletti – e invece anche io oggi ho ricevuto la convocazione per la notifica del verbale solo per aver difeso i diritti dei miei concittadini». «Siamo di fronte a uno scontro tra istituzioni e fa davvero male», ha rilevato il presidente dell’Ambito e consigliere comunale di Val Brembilla, Patrizio Musitelli. Di fatto tutti sulla stessa linea d’onda i sindaci presenti (c’erano anche Carmelo Goglio, di Olmo al Brembo, Fabio Bonzi, di Dossena, Andrea Locatelli, di Camerata Cornello, ed Ersilio Gotti, di Ubiale Clanezzo), che hanno ribadito come tutti i 37 primi cittadini della valle siano uniti e fermamente intenzionati – ancora di più dopo quanto sta avvenendo – a portare avanti la battaglia per la salvaguardia dell’ospedale.

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