«Il mio Marco andava al lavoro
anche quando aveva la febbre»

Lo strazio della moglie di Oldrati, Rosanna Allieri: «Nel pomeriggio avevamo in programma di andare a Sotto il Monte»

«Mi stavano aspettando i carabinieri fuori casa, volevano dirmi quello che era successo a Marco, mio marito. Erano le 13,30. Io ero fuori casa, a quell’ora ma mi ha chiamato mio cognato per dirmi di tornare presto. Non ci credo, non mi sembra vero».

Rosanna Allieri è la moglie di Marco Oldrati, l’operaio di 52enne che ha perso la vita ieri mattina nel tragico infortunio sul lavoro accaduto in un cantiere di Tradate, nel Varesotto. La donna è ancora incredula: la terribile notizia l’ha raggiunta a distanza di alcune ore dal decesso del marito, muratore dipendente della ditta Demco di Seriate, in cui lavorava da circa 12 anni. «Non mi sembra ancora vero – ripete la donna guardando affranta la fotografia del marito –, oggi pomeriggio (ieri, ndr) dovevamo andare insieme a Sotto il Monte, da Papa Giovanni. Lui lo faceva di frequente, andava anche da solo, in moto. Lì, mi diceva, trovava una grande pace, amava andare nel paese del papa buono».

Marco Oldrati era iscritto all’Aido, quindi i suoi organi verranno donati.

Marco Oldrati era originario della Selva di Zandobbio, era nato il 12 gennaio del 1969. Era conosciuto nella zona. Da quando si erano sposati, lui e Rosanna vivevano in un appartamento all’ultimo piano del condominio di via Rimembranze a San Paolo D’Argon, sopra il bar «La vie est belle». Dalla loro unione sono nate due figlie, Chiara, di 18 anni e Arianna di 20. «Le ragazze sono state informate dell’infortunio mortale - continua la moglie di Oldrati –. Marco era legatissimo alle sue figlie. Da quanto ci hanno riferito i carabinieri è caduto da un trabattello, da un’altezza di circa quattro metri (probabilmente due, come emerso in giornata dagli accertamenti, ndr). Si è schiacciato la gabbia toracica. È stato portato all’ospedale di Varese, in camera mortuaria. Verrà fatta l’autopsia» racconta ancora incredula la signora Rosanna. «Due cugini sono andati sul posto per recuperare i suoi effetti personali». Dopo l’esame autoptico il corpo verrà restituito alla famiglia e potrà essere fissata la data del funerale.

«Eravamo sposati dal 1992 – racconta la moglie di Marco Oldrati –, io sono nativa di Montello, lui della Selva di Zandobbio, e ci siamo trasferiti in questa casa a San Paolo d’Argon. Ora qui tutto parla di lui. Questa mattina è uscito di casa prestissimo, alle 5, non sempre lavorava il sabato. Oggi sì, ma sarebbe tornato e oggi pomeriggio avremmo fatto il nostro giro. Non mi ha svegliata quando è partito, perchè dormivo ancora. Non ci siamo nemmeno salutati. L’ho salutato l’ultima volta ieri sera prima di andare a dormire».

Marco Oldrati lavorava da oltre 12 anni per la Demco di Seriate: «Era un grandissimo lavoratore – prosegue la moglie –, andava al lavoro anche quando non stava bene, con la febbre. Faceva anche delle trasferte all’estero. Da alcuni giorni lavorava in questo cantiere nel Varesotto. Ma avrebbe dovuto finire presto, diceva che non mancava molto. Ora aveva fatto tutti gli esami medici che erano stati chiesti per poter lavorare in una centrale nucleare dismessa a Caorso, in provincia di Piacenza. Gli esami erano andati bene. Avrebbe dovuto iniziare la settimana prossima».

Tra le sue passioni c’era il calcio. «Faceva parte di una squadra di amici, del paese, giocavano a calcio a cinque. Anche venerdì sera era andato a giocare con loro a Costa di Mezzate – conclude la moglie –. Invece non è più tornato dal cantiere». Un altro morto sul lavoro, un’altra vita spezzata a causa di un infortunio, un’altra famiglia travolta dal dolore.

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