Il Pirlì «riscoperto» a Gaverina, ora è patrimonio Unesco da salvaguardare

Tradizioni bergamasche. Diffuso fino a qualche decennio fa nelle osterie delle valli, dove poi fu sostituito dai flipper. Lodovico Patelli della cooperativa L’Innesto ne trovò un esemplare in una vecchia soffitta. Da lì la sua valorizzazione.

C’è anche un po’ di Gaverina Terme nella prima iscrizione italiana al cosiddetto «Registro delle buone pratiche» della «Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale» dell’Unesco. Il «Pirlì», antico gioco in legno diffuso nella Bergamasca che ricorda vagamente il flipper e i birilli, rientra tra i sei divertimenti lombardi inclusi nel «programma condiviso per la salvaguardia di giochi e sport tradizionali» del «Tocatì», il Festival internazionale dei giochi di strada di Verona. È a quest’ultimo nel suo insieme che è andato il riconoscimento, sancito nella 17° sessione del Comitato per il Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco riunitosi a Rabat (Marocco). Gli altri cinque giochi della Lombardia sono il «Fiö d’lä lippä» di Mede (Pavia), la «Sburla la Roda» di Fossacaprara (Cremona), la «Morra» di Barbariga, le «Bisse» di Desenzano del Garda e la «Bala Creela» di Gianico (tutte e tre di Brescia).

«Del pirlì si ha testimonianza già ai primi dell’Ottocento: era diffuso fino a qualche decennio fa nelle osterie delle valli bergamasche, dove poi fu sostituito dai flipper – spiega Lodovico Patelli, presidente della cooperativa sociale “L’Innesto” di Gaverina Terme, che da anni ne promuove la conoscenza, la tutela e la pratica comunitaria –. Abbiamo iniziato a riscoprirlo dal 2000 in poi, dopo che trovai alcuni pezzi di un esemplare nella soffitta di una vecchia osteria a Gaverina. Lo rimisi in sesto e con la cooperativa ci attivammo per farlo conoscere sempre di più come elemento della nostra tradizione, anche nel contesto del festival Tocatì di Verona. La decisione dell’Unesco è un fatto di grande importanza, un valore per il nostro territorio».

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