Sacchi e cisterne in spalla per i lavori alla cappelletta del Cesulì

Casazza I volontari guidati dagli alpini hanno portato il materiale necessario ai restauri dell’edificio sul monte Pranzà, a 900 metri di quota.

Hanno portato a spalla il materiale da costruzione su per il sentiero del Cesulì fino alla cappelletta sul monte Pranzà, a oltre 900 metri di quota : del resto non c’era altro modo. I volontari di Casazza, una quindicina di persone capitanata dal gruppo Alpini locale, hanno rimesso a nuovo «come si faceva ai vecchi tempi» la piccola struttura religiosa immersa nel verde, che svetta in uno dei punti panoramici più noti della Val Cavallina.

Manutenzione del tetto

«C’era da sistemare il tetto, era rovinato e i coppi scivolavano via – spiega il capogruppo dell’Ana di zona Anselmo Terzi -. Abbiamo allestito il cantiere con i trabattelli e l’impalcatura per lavorare in sicurezza. Sono cose da fare bene, con attenzione e con cura: come hanno detto due nostri alpini di 70 e 75 anni, noi tra mezzo secolo continueremo a salire qui e il tetto deve durare almeno altrettanto. Anche la staccionata che circonda la cappelletta è stata completamente riqualificata».

«Una grande soddisfazione»

L’impresa ha riunito intorno alle penne nere gente di diverse associazioni, come la Protezione Civile (Ana) e i cacciatori di Casazza, Orobie Soccorso – Antincendio boschivo e anche semplici cittadini: segno dell’importanza attribuita dalla comunità al luogo che si trova al confine con Vigano San Martino, ma ancora in territorio casazzese. «I volontari hanno portato a destinazione 24-25 quintali di materiale – continua Terzi –, tra cui cisterne d’acqua da 30 litri, tutto sulla schiena. E c’è chi ha fatto più viaggi avanti e indietro. Vedere tutto questo impegno di gruppi e persone diverse per la cappelletta del Cesulì è stata davvero una grande soddisfazione».

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