Restaurato il Santèl di Vilminore: storica
«porta» del paese

OPERE. Completati i lavori sull’arco del primo ’900. Un intervento realizzato su impulso del Lions Club che ha trovato il sostegno associazioni e privati.

L’arco all’ingresso del Comune di Vilminore, elemento storico dal forte valore simbolico per il paese, è stato da poco restaurato, grazie ad un «service» del Lions club Città di Clusone e Valle Seriana superiore, che ha saputo innescare anche la generosità di altri soggetti del territorio. L’intervento, il cui iter autorizzativo e realizzativo è durato quasi un anno, è stato presentato giovedì 26 ottobre in un incontro pubblico alla sede della Comunità montana di Scalve, a Vilminore.

La storia e il lavoro

Prima ancora della costruzione dell’arco noto come «Santèl» qui già trovava spazio una cappella dedicata ai morti di Colera del 1867. L’arco ha poi inglobato la cappella stessa: la sua realizzazione risale ai primi del Novecento, voluta dall’arciprete don Angelo Milesi per dare lavoro alle persone del paese, al pari di quella degli archi lungo via Valgimigli e all’inizio di via Crucis. «L’arco era in condizioni veramente ammalorate - spiega Domenico Andreoletti, past president dei Lions -. Ogni nostro presidente sceglie di portare avanti un intervento; quando è toccato a me, ho pensato alla Valle di Scalve per due ragioni: sia perché io sono originario di qui, sia perché siamo nell’anno del centenario del disastro della diga del Gleno».

Lions e gruppo alpini

Inizialmente il Lions aveva pensato alle Cappellette di Vilminore, su cui però già è intervenuto nel frattempo il gruppo degli Alpini del paese. «D’accordo con l’Amministrazione comunale abbiamo così pensato alla sistemazione dell’arco, che richiedeva però un impegno al di là delle nostre possibilità - prosegue Andreoletti -. Abbiamo incontrato la generosità di istituzioni, associazioni, persone e imprese».

Costi e proprietà

La spesa è stata infatti ingente. «Siamo arrivati ad oltre 100mila euro. Nel corso del cantiere ci sono stati alcuni inconvenienti, il principale legato al tetto, che è stato completamente rifatto anche se non era inizialmente previsto. Anche la volta della cappelletta era in condizioni di forte degrado, l’abbiamo rifatta in modo che durasse nel tempo». L’intervento è stato lungo. «La proprietà dell’arco è della Provincia, abbiamo dovuto chiedere l’autorizzazione anche alla Soprintendenza. In tutto l’opera ha avuto un iter di quasi un anno». L’inaugurazione dell’opera - nell’attesa del completamento degli ultimi dettagli - è fissata per la mattina di domenica 5 novembre, alla presenza dell’arcivescovo monsignor Gaetano Bonicelli.

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