Dall’Afghanistan a Piario: «Ci siamo integrati bene, grazie»

Alta Valle Seriana. Un anno fa l’arrivo della famiglia Nadiri: i 5 figli tutti a scuola o al lavoro, anche con contratti fissi.

Da un anno esatto, un pezzo di Afghanistan ha trovato rifugio e preso casa a Piario. Davanti a una tazza di tè, la famiglia Nadiri racconta il suo primo anno in Italia, le nuove relazioni, il lavoro, lo studio e la rete di accoglienza che ha permesso a tutti loro di vivere con serenità e in sicurezza, anche se lontani da famiglia e amici. I Nadiri, famiglia afghana di etnia Hazara, erano stati accolti in paese esattamente un anno fa, il 3 gennaio del 2022.

Scappati dall’Afghanistan grazie al corridoio umanitario costruito da associazioni del territorio, oggi sono ben integrati e guardano con ottimismo al proprio futuro in Italia. In attesa delle carte ufficiali, hanno già ottenuto lo status di rifugiati politici. Mamma Sharifa, vedova, aveva un negozio a Kabul. Con lei sono in alta Valle Seriana cinque figli: il primogenito Maisam (26), la figlia Fatima (24), i gemelli Alì Mahdi e Sadaf (19), e Sosan (15); mentre il terzogenito Alì (22) è rimasto in Pakistan.

In questi mesi i ragazzi, dopo i primi corsi di italiano con un volontario, hanno intrapreso il percorso di alfabetizzazione attraverso la Centro di prima accoglienza di Bergamo. «La più piccola, Sosan, frequenta la terza media a Clusone, Fatima e i gemelli il percorso per ottenere la licenza di terza media e la mamma quello di alfabetizzazione- spiega Lara Stallivere del Cpa -. I gemelli sono bravi, intraprendenti, e si stanno inserendo molto bene».

Chi in carpenteria, chi alle pizze

Maisan, il maggiore, ha interrotto lo studio per lavorare in una carpenteria meccanica, la Vbm di Ardesio che raggiunge ogni giorno in bici e dove ora è assunto a tempo indeterminato. «Mi trovo molto bene» racconta Maisan, che è piuttosto riservato. Alì Mahdi in un quasi perfetto italiano racconta degli amici della squadra di calcio di Piario, dell’esperienza estiva come magazziniere e del nuovo lavoro di aiuto pizzaiolo al Centro sportivo del paese.

«Siamo molto contenti qui - spiega Alì -, studiamo e lavoriamo e tutti sono molto gentili con noi». Fatima, dopo un tirocinio in un centro estetico, è in cerca di lavoro, ma vorrebbe continuare a studiare e così i fratelli. Sadaf, anche lei in cerca di un’occupazione, vorrebbe giocare a calcio con altre ragazze e quest’ estate con Sosan ha partecipato al Cre del paese. «Grazie a chi ci ha aiutato» sono le poche parole di mamma Sharifa, triste per la lontananza dalla sua terra, da amici e familiari, ma grata per la grande opportunità donata ai figli.

«Non abbiamo ricevuto aiuti statali - spiega Emanuela Bizioli presidente della “Fondazione Zia Nati” che con Farsi Prossimo, Caritas e Comune è parte attiva della convenzione “Piario Accoglie” -. Il nostro grazie va al Comune che sostiene i costi della casa (le bollette), alle associazioni, ai tanti volontari, alla rete di solidarietà attivata per l’accoglienza e a quanti hanno sostenuto la sottoscrizione a sostegno del progetto ( sono stati raccolti circa 12mila euro, ndr)». Il sindaco Pietro Visini commenta: «La famiglia è ben integrata e questo fa piacere, così come il fatto che stiano lavorando e studiando, noi sosteniamo le bollette delle utenze della casa, e il trasporto scolastico della più piccola».

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