Disturbi alimentari cresciuti del 40%: una «scuola» per formare chi cura

L’IDEA. Presentato un nuovo corso di perfezionamento: in campo Università e Asst Bergamo Est. I primi 25 diplomati nel 2024. L’assessore regionale Bertolaso: «C’è una domanda enorme».

La situazione è allarmante e un dato su tutti ne racconta la complessità: dal 2019 ad oggi le patologie legate ai disturbi alimentari sono cresciute del 40% (lo dicono i risultati del progetto «Piattaforma per il contrasto alla malnutrizione in tutte le sue forme», finanziato dal Ministero della Salute).

Aumentano le persone coinvolte, perlopiù giovani e giovanissimi, ma a fronte di una richiesta di aiuto crescente, scarseggiano le risposte e mancano operatori specializzati. L’obiettivo del nuovo corso di perfezionamento in «Diagnosi e cura dei disturbi alimentari: interventi multiprofessionali», al via ieri in Università - pensato con l’Asst Bergamo Est ed erogato dalla Scuola di Alta Formazione dell’ateneo - è proprio quello di formare nuove figure professionali per rendere le strutture sociosanitarie del territorio capaci di dare risposte veloci ed efficaci.

Su questo punto si sono concentrati gli interventi dei relatori che ieri hanno tenuto a battesimo il corso in Sant’Agostino. I primi 25 specialisti otterranno il «diploma» a maggio 2024; sono studenti universitari, neolaureati, ma anche operatori che già lavorano negli ospedali. «Il corso rientra nella strategia della prevenzione sulla quale sta lavorando la Regione Lombardia – ha detto l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, in collegamento –. I disturbi alimentari fanno parte del disagio giovanile, malattia che cresce in maniera esponenziale e per la quale non sappiamo quali sono le terapie. La domanda è enorme e la nostra capacità di risposta è ridotta». Il corso si occuperà di trasmettere ai partecipanti le più recenti conoscenze e tecniche relative alla diagnosi, al trattamento e alla cura di questi disturbi, sottolineando aspetti relazionali, di sviluppo, familiari e sociali. «La volontà dell’ateneo di scendere in campo per favorire la diagnosi e la cura dei disturbi alimentari, anche attraverso la creazione di una forte partnership con le strutture sanitarie – ha detto il rettore Sergio Cavalieri –, ha portato alla nascita di questo nuovo percorso, fondato su una alleanza di enti e istituzioni territoriali in grado di innalzare le competenze di ogni ruolo professionale deputato alla cura e formare équipe multiprofessionali».

Come nasce l’idea del corso

L’idea nasce prima del Covid su impulso dell’Asst Bergamo Est, che a ottobre inaugurerà un centro specializzato all’ospedale di Piario dedicato proprio ai disturbi alimentari: «Il corso si inserisce in un percorso virtuoso di formazione dei futuri professionisti – ha detto Francesco Locati, direttore generale dell’Asst Bergamo Est –. Un trattamento multidisciplinare dei pazienti sarà la chiave di successo del percorso terapeutico. Questa collaborazione con l’Università consentirà di formare operatori».

Il corso farà da serbatoio di personale specializzato in un momento in cui, come ha ricordato il direttore generale dell’Ats, Massimo Giupponi, «il sistema sanitario è di fronte a tante fatiche, tra cui proprio la mancanza di figure professionali».

Parte del progetto è anche l’Asst Papa Giovanni, rappresentata dalla direttrice sociosanitaria Simonetta Cesa, che parlando di «patologie dalla grande complessità assistenziale», ha sottolineato la «necessità di un lavoro di prevenzione da svolgere in sinergia». In chiusura Anna Ballarino, rappresentante de «Ilfilolilla», l’associazione dei familiari delle persone colpite da disturbi del comportamento alimentare, ha annunciato l’apertura – il 15 novembre – di uno sportello telefonico per dare supporto nell’informazione e nell’accompagnamento.

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