L’appello: Irit torna a Selvino e cerca la famiglia che nel 1945 la salvò

La storia. Al termine della guerra trovò rifugio in casa di contadini del paese e a Sciesopoli. Ora il Comune ha lanciato un appello per ricostruire quella storia.

Tra il 1945 e il 1948 furono ospitati nella colonia di Sciesopoli circa 800 bambini ebrei, sfuggiti al genocidio nazista. Tra questi c’era Irit Zhavit, una bimba polacca di soli 5 anni che venne prima ospitata da una famiglia del posto. Oggi Irit vive in Israele con la sua famiglia (il marito, due figli e sette nipoti) e mercoledì scorso, approfittando dell’occasione di una vacanza sul lago di Como, è tornata a Selvino dopo più di 70 anni per ripercorrere i luoghi che tanto tempo fa le hanno fatto da casa e riparo.

A Selvino riabbracciò la madre

Ad accogliere Irit e suo marito c’erano la consigliera comunale Virginia Magoni, delegata a Sciesopoli, ed Enrico Grisanti, volontario del gruppo «Children of Selvino in Israele» che si occupa di organizzare visite alla colonia per le famiglie israeliane. «Finita la guerra sono arrivata qui a Selvino e per la prima volta dopo tanto tempo ho potuto riabbracciare mia madre. I primi anni di vita li avevo trascorsi nascosta in un convento, separata da mia mamma, mentre mio papà non c’era già più», ha raccontato Irit durante la visita.

«Finita la guerra sono arrivata qui a Selvino e per la prima volta dopo tanto tempo ho potuto riabbracciare mia madre. I primi anni di vita li avevo trascorsi nascosta in un convento, separata da mia mamma, mentre mio papà non c’era già più», ha raccontato Irit durante la visita.

Ricordi sbiaditi

Nonostante i ricordi siano sbiaditi visto il passare degli anni, qualche traccia del passato è comunque rimasta nella sua mente, tra cui il ricordo delle scale della colonia e i piatti di metallo in cui bambini mangiavano. Nella sua memoria c’è anche qualche sprazzo di quotidianità vissuta con la madre. «Ricordo che io e mia mamma dormivamo nella casa di una famiglia di contadini. Ricordo anche che c’erano le galline e le mucche e che per giocare io mi arrampicavo sugli alberi. La maggior parte delle giornate, però, le trascorrevo a Sciesopoli assieme agli altri bambini: giocavamo, ci raccontavamo storie e i pasti li consumavo con loro in piatti di metallo. Ricordo il rumore degli aerei che passavano sopra Selvino. Mi avevano sempre affascinato, gli aerei. Ma, purtroppo, la mia memoria finisce qui».

La partenza nel 1948

Il 21 settembre del 1945 la colonia di Sciesopoli venne affidata alla comunità ebraica milanese, a dirigerla c’era un soldato volontario, Moshe Zeiri. Nel 1948 l’ultimo bambino della colonia lasciò Selvino per andare in Israele. Poi la struttura venne chiusa, ma il lavoro dei volontari per custodire questo pezzo di storia è sempre continuato, proprio per permettere ai bambini come Irit di tornare a far visita a questi luoghi e per diffondere la consapevolezza di quello che era successo. Per questo ogni prima domenica del mese, o il mercoledì e il sabato per scolaresche e gruppi, è possibile la visita al Museo Mu.Me.Se e a Sciesopoli. Irit ha trascorso solo qualche mese a Selvino, probabilmente i mesi più caldi, ma è rimasta comunque in lei la necessità di ricostruire quel tempo e cercare notizie su chi allora l’ha aiutata.

L’appello lanciato sui social

L’appello per ricostruire questa storia è partito già qualche giorno fa dai social del Comune di Selvino. «Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto nessun riscontro e Irit non ricorda se la coppia aveva dei bambini. Stiamo cercando qualcuno che l’abbia conosciuta -ha spiegato Magoni-. Durante la sua visita abbiamo fatto anche un giro per Selvino, ma il paese in 70 anni è cambiato ed è stato difficile per lei ricordare qualcosa. Noi, comunque, non perdiamo la fiducia, sarebbe bello far ricongiungere Irit con qualche parente o amico della coppia che l’ha ospitata».

L’appello per ricostruire questa storia è partito già qualche giorno fa dai social del Comune di Selvino. «Purtroppo non abbiamo ancora ricevuto nessun riscontro e Irit non ricorda se la coppia aveva dei bambini. Stiamo cercando qualcuno che l’abbia conosciuta -ha spiegato Magoni-. Durante la sua visita abbiamo fatto anche un giro per Selvino, ma il paese in 70 anni è cambiato ed è stato difficile per lei ricordare qualcosa. Noi, comunque, non perdiamo la fiducia, sarebbe bello far ricongiungere Irit con qualche parente o amico della coppia che l’ha ospitata».

Tanti decenni fa Sciesopoli ha protetto e ridato speranza e una nuova possibilità a questa bambina. Ora lei, da grande, vorrebbe ricostruire quei frammenti di esistenza. E, magari, poter ringraziare qualche discendente di quella famiglia che le ha consentito di poter crescere e diventare adulta. Dopo l’orrore della guerra e delle leggi razziali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA