Pietro Adobati, morto a 19 anni in vacanza: «Sapevi esserci, sempre»

IL LUTTO. Il ragazzo di Nembro era in vacanza con amici sull’isola di Pag in Croazia. Aveva da poco conseguito la maturità all’Amaldi. Sempre attivo in oratorio. Comunità sconvolta.

Nembro

La nostra provincia piange un’altra vittima della strada, giovanissima. Nel giorno in cui si sono celebrati i funerali di Alberto Suardi, il ventenne di Spinone al Lago morto domenica mattina in uno schianto con la sua auto, martedì un’altra terribile notizia è giunta dall’isola di Pago, nota come Pag in Croazia. Qui Pietro Adobati, nembrese di soli 19 anni, ha tragicamente perso la vita nella serata di lunedì.

La dinamica dell’incidente

Il ragazzo si trovava nella località marittima croata, molto frequentata dai giovani e divenuta di tendenza negli ultimi anni, insieme ad alcuni amici per trascorrere qualche giorno di vacanza. La dinamica di quanto accaduto è al vaglio degli inquirenti croati, ma stando ai primi dettagli trapelati, sembra che nella serata di lunedì il 19enne stesse percorrendo a bordo di un quad (non è ancora chiaro se stesse guidando lui) una strada regionale nella località di Jakišnica , a nord dell’isola, quando il mezzo ha invaso la corsia opposta ed è stato urtato sul lato posteriore da un’automobile con targa tedesca, condotta da una donna di 44 anni.

L’impatto è stato molto violento: il personale sanitario, giunto sul posto, ha provato a rianimarlo, ma ogni tentativo si è rivelato purtroppo vano. Le autorità croate hanno aperto un’indagine per chiarire con precisione la dinamica dell’incidente. Avvisati di quanto accaduto, i genitori di Pietro durante la notte sono subito partiti per raggiungere la Croazia. Ancora non è chiaro quando la salma farà rientro a Nembro.

Il cordoglio a Nembro

In paese dove il giovane, ultimo di tre figli, abitava con i genitori Germano e Carmela, la notizia si è diffusa in mattinata, e ha lasciato tutti sgomenti. Attorno alle 13 di martedì Nembro era semideserta. «Me l’hanno detto questa mattina al bar – riferisce un pensionato che a quell’ora passava a piedi nella zona della chiesa parrocchiale –, francamente non so chi sia, i giovani li ho persi di vista ormai, ma dispiace davvero molto. È inconcepibile perdere la vita così prematuramente».

Pietro frequentava l’oratorio, e nelle scorse settimane aveva superato l’esame di maturità al liceo scientifico «Edoardo Amaldi» di Alzano Lombardo. «Ha sempre bazzicato in oratorio – commenta il curato, don Christopher Seminati –, lo ricordo come un ragazzo solare e allegro. Giocava a calcio e aveva fatto l’animatore al Centro ricreativo estivo fino all’anno scorso durante le vacanze, poi quest’estate, probabilmente impegnato con gli esami di maturità, non aveva partecipato. Due anni fa, nell’agosto 2023, aveva fatto parte del gruppo con la quale siamo andati alla Giornata mondiale della Gioventù a Lisbona, in Portogallo. Ho saputo la notizia in tarda mattinata, e siamo rimasti tutti attoniti».

Aveva da poco appreso la notizia, quando l’abbiamo sentito, l’arciprete di Nembro, don Antonio Guarnieri. «Siamo addolorati – esordisce –, da poco ho saputo quanto accaduto. Le informazioni ancora non sono ben chiare: sappiamo che ha avuto un incidente mentre era in vacanza con gli amici. La famiglia è subito partita per raggiungere la Croazia». Cordoglio anche da parte dell’amministrazione comunale. «Dispiace davvero molto – riferisce il primo cittadino, Gianfranco Ravasio –, conosco la famiglia e sono rimasto incredulo quando ho saputo la notizia in mattinata. Una tragedia».

Il ricordo di don Cella

Lo ricorda molto bene, nonostante abbia lasciato la comunità di Nembro nel settembre del 2022, l’ex curato don Matteo Cella. «Pietro c’è sempre stato in oratorio – riporta –, sin da quando era piccolissimo. La famiglia ha frequentato la parrocchia e i fratelli, Ivan e Lisa, sono stati negli anni due importanti figure di riferimento per l’oratorio. Probabilmente, sulla scorta dell’esempio avuto da loro, anche lui ha saputo vivere con gioia ed allegria molti momenti di vita comunitaria con gli altri ragazzi. Era ben inserito, con un bel gruppo di amici, e partecipava a qualsiasi iniziativa venisse proposta».

Don Cella ricorda il 19enne come un giovane che «amava molto il calcio, e da anni giocava nella squadra dell’oratorio». E sui social, postando una foto di Pietro bambino, ha lasciato uno scritto carico di commozione e tenerezza. «Non amavi essere al centro dell’attenzione – scrive don Cella – e ti muovevi solo con altri. Non cercavi l’esibizione ma la compagnia. Sapevi esserci, sempre. Eri così da piccolo, imitando la creatività e l’intraprendenza dei tuoi fratelli e la loro presenza frizzante. Hai continuato ad essere un buon amico, una presenza costante e concreta, uno che sa stare al gioco anche da grande».

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