Quei ragazzi che nel ’43 portarono «Radio Londra» in Val Gandino

LA SCOPERTA. Dai diari di Giuseppe Mosconi, morto nel 2011, l’impresa di un gruppo di giovanissimi amici che in una soffitta allestirono una stazione clandestina per trasmettere i messaggi in codice ai partigiani.

Una storia della Resistenza emerge dai diari di Giuseppe Mosconi, per decenni medico di famiglia in paese e cavaliere ufficiale della Repubblica, figura nota per aver assunto vari incarichi, soprattutto quello, tra gli anni ’80 e ’90, di assessore all’Urbanistica e all’Ecologia in Provincia a Bergamo, scomparso nel 2011. Nell’autunno del 1943, quando aveva sedici anni, insieme a un gruppo di coetanei, riuscì a realizzare una stazione radio clandestina in una soffitta abbandonata nel centro di Gandino. Da qui i ragazzi, tutti sotto i vent’anni, trasmettevano i messaggi in codice di Radio Londra, destinati ai partigiani. Nelle pagine del diario, che saranno lette il 25 aprile in Piazza Vittorio Veneto a Gandino, nell’ambito delle manifestazioni della Liberazione che seguiranno la Messa delle 10,30, viene raccontata come è nata questa avventura, e anche come rischiò di finire nel peggiore dei modi, se non fosse stato per un funzionario antifascista in prefettura.

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